venerdì 11 dicembre 2015

Congo, un orto per la scuola

«Da tre anni qui a Nyangezi sta cambiando tutto. Molti ragazzi, che altrimenti avrebbero abbandonato la scuola, continuano a studiare. E anche io ho più speranza riguardo al mio e al nostro futuro». Frère Charles è il direttore dell'Istituto Weza di Nyangezi, nella provincia del Sud Kivu della Repubblica Democratica del Congo. Da anni segue l'istituto, insieme agli altri confratelli Maristi. Ed è lui che dice che da quando Amici dei Popoli è intervenuto con il suo progetto “Per un'istruzione di qualità” c’è stato un lento ma consistente miglioramento della situazione.
Il Sud Kivu è una delle province in cui la popolazione risulta tra le meno istruite della RDC. Tanti bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni non riescono a frequentare la scuola dell'obbligo. Molti abbandonano la scuola, il tasso di bocciature è alto e molti sono gli ingressi tardivi. Coloro che non entrano a scuola o che non completano i loro studi primari sono figli soprattutto di famiglie povere, e bambini che provengono dalle campagne. La zona di Nyangezi ha convissuto, e convive da molto tempo, con una situazione di grave insicurezza e qui le famiglie sono state spesso attaccate dai ribelli. Molti sono stati uccisi e tantissimi bambini sono oggi orfani, traumatizzati dagli effetti della guerra.
«C'è una grande carenza di insegnanti formati», continua Frère Charles. «Quelli che lavorano si sentono isolati e demoralizzati, e l’esiguità dei salari pagati dallo Stato – nonché la loro irregolarità – li demotiva. In più, da ormai due decenni non esiste un sistema di formazione permanente per i docenti e la maggior parte non ha alcun accesso a risorse pedagogiche».
Per questo Amici dei Popoli, in collaborazione con la congregazione dei Fratelli Maristi, ha avviato nel 2010 il progetto “Per un'istruzione di qualità” con l’obiettivo di rafforzare i servizi di Scuola Primaria e di reinserimento scolastico per i bambini vulnerabili.
Le attività sono molteplici: innanzitutto un corso di formazione per insegnanti che ha coinvolto oltre 180 docenti provenienti da 24 scuole del territorio. I temi riguardavano la pedagogia evolutiva, l'educazione nutrizionale, la sessualità, i diritti umani e dell’infanzia, il lavoro d'equipe, il rispetto dell’ambiente. Gli insegnanti hanno poi costituito una rete chiamata “Gruppo di risparmio e di credito” con il quale stanziano parte del loro stipendio per costituire un fondo con cui finanziare piccole attività generatrici di reddito.
E poi c’è l’orto: un orto-giardino creato all'interno della scuola. Uno spazio molto grande in cui vengono coltivate cipolle rosse, porri, cavoli, amaranto, melanzane, mais, fagioli, patate dolci, manioca, fagiolini e spinaci che vengono utilizzati per l’alimentazione dei ragazzi dell’internato, vengono distribuiti ai bambini vulnerabili della scuola primaria e in parte vengono venduti sul mercato locale per aiutare l’autofinanziamento della scuola e delle altre attività. Due agronomi seguono i lavori e mettono a disposizione le loro competenze per la riuscita delle coltivazioni, ma offrono anche importanti consigli ai genitori, che così sono in grado di migliorare anche la coltivazione dei propri orti domestici. La carica innovativa e creativa di questo progetto è che i genitori che non hanno possibilità di pagare le tasse scolastiche per i propri figli possono offrire ore di lavoro nell’orto-giardino. In cambio la scuola si prende in carico le spese di frequenza scolastica. I risultati sono evidenti: «I genitori si sentono valorizzati e sono contenti di mettere a disposizione il loro lavoro ricevendo in cambio la possibilità per i propri figli di accedere al percorso scolastico».
Tutte queste iniziative hanno fatto sì che la riuscita scolastica del distretto sia notevolmente aumentata e i risultati dell'esame nazionale delle scuole coinvolte sono stati quasi tutti positivi.
Quella dell’Istituto Weza è l'esempio di come mettersi insieme, sostenersi reciprocamente e provare nuovi espedienti creativi che uniscono ambiti differenti – come ad esempio l'orticultura e l'istruzione – possano permettere il miglioramento delle condizioni di vita anche in contesti di disgregazione dello stato sociale e di crisi profonda come quello di questa sofferente provincia della Repubblica Democratica del Congo.
Enrico Campagni e Morena Lorenzi


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