lunedì 14 dicembre 2015

Bolivia, sicurezza alimentare per i campesinos

Emila Quispe avrà circa 65 anni, sorride a tre denti perché ormai ha solamente quelli. È seduta a fianco delle sue quattro amiche coltivatrici. Masticano foglie di coca per sopportare il sole, la fame, la sete e la fatica di quella giornata.
Emilia ha la pelle bruciata dal sole e le mani consumate dal lavoro. Ha avuto 9 figli che se ne sono andati tutti in città perché in campagna, nella comunità di Totorani del municipio di Calamarca, a 6km a piedi dalla strada principale e distante 40 km da El Alto, non hanno visto un futuro per loro. Non hanno tutti i torti.
Emilia però è rimasta sola, suo marito è morto. Fatica molto a camminare e dovrebbe essere operata alle ginocchia, ma ovviamente i soldi non li ha. Non parla molto bene il castigliano perché è una chola Aymara e con solo 3 denti è difficile articolare frasi comprensibili. Riesce comunque a farsi capire e ci racconta che ha un piccolo campo che lavora da sola: zappa la terra, semina e raccoglie i frutti della Pachamama (la Madre Terra) a cui è molto grata.
Quest'anno però, per la sua invalidità, ha seminato solo una piccola parte del suo campo e quindi vedrà crescere soltanto qualche patata e niente di più. Si sa, con qualche patata non si sopravvive, non si compra da mangiare a sufficienza per ogni giorno, né ci sono i soldi per andar in città, togliersi qualche sfizio, comprare un vestito nuovo e operarsi alle ginocchia.
La storia di Emilia è una fra tante, e lei come molti rientra in quel gruppo di persone che non hanno garantita una sicurezza alimentare.
La sicurezza alimentare è definita dalla FAO come la possibilità di "assicurare a tutte le persone e in ogni momento una quantità di cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le loro esigenze dietetiche e le preferenze alimentari per una vita attiva e sana", e questo in Europa è un diritto acquisito, certo ed inviolabile.
In un Paese in via di sviluppo come la Bolivia, invece, in cui si assiste all'abbandono delle campagne, in cui le città non posseggono le strutture adeguate ad accogliere la migrazione dalle zone rurali, in cui un pranzo costa 2 euro e fare la spesa per preparalo ne costa 3, non è possibile parlare di sicurezza alimentare.
Interessante è andare al supermercato che ha prezzi europei e trovare prodotti con etichette incomplete, con additivi e coloranti vietati in Europa. La mancanza di regolamentazioni in merito è evidente e un gap legislativo di questa portata costituisce un danno per la salute della gente.
È in questo quadro che si inserisce il lavoro di molte ONG che operano in Bolivia. Fundaciòn Sartawi Sayaryi, con il sostegno e la collaborazione di CVCS dal 2005 ad oggi, opera in particolar modo per fortificare il potenziale dei campesinos, i contadini boliviani, supportandoli nel creare sistemi di irrigazione, migliorare la qualità e la quantità del bestiame e delle sue produzioni, indirizzando i produttori a una agricoltura sostenibile e biologica nel totale rispetto dell'ambiente, per migliorare la commercializzazione e la trasparenza per il consumatore, grazie alla partecipazione a fiere sparse per tutto il dipartimento di La Paz e mettendo a disposizione nella propria sede uno spazio di vendita per i campesinos.
Biologico non significa migliore ma indica che considera tutto l'ecosistema, favorendo la biodiversità e la naturale fertilità del suolo e che esclude dal processo prodotti chimici e organismi geneticamente modificati.
Cosa c'è di più bello dell'ottenere sicurezza alimentare tramite una agricoltura sostenibile in cui i beneficiari siano sia il produttore che il consumatore?
Emilia anche se non ha niente è felice, ride e divide con le sue amiche il suo pranzo (patate, pomodori e un pezzetto di pollo) e brindano insieme con una bevanda dolce che conservano per le occasioni speciali.
Nicolò Villa

DONAZIONI
- c/c banca Credito Cooperativo Cassa Rurale di Lucinico, Farra e Capriva
- IBAN IT23 M086 2212 4010 0400 0060 012
- Intestato a CVCS – Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo
- Causale “Progetto Quinoa bio Bolivia”
- www.cvcs.it

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