venerdì 28 febbraio 2014

Ecco a voi i magnifici 16!

Lunedì 10 marzo, ore 9.30, i 16 giovani selezionati per l’anno di Servizio Civile varcheranno le porte di ProgettoMondo. Per loro una prima settimana di formazione nella sede di Verona e poi ognuno prenderà il proprio posto, chi in Italia, chi all’estero, per debuttare nel mondo della cooperazione. Tra pochi giorni avremo l’occasione di conoscerli di persona e di lavorare con loro, ma la curiosità è tale che gli abbiamo fatto già qualche domanda e così, ciascuno con il proprio stile, si sono liberamente raccontati.
Cominciamo dai tre veronesi e dalla trentina che saranno compagni di banco degli operatori ProgettoMondo nella sede italiana, a Verona, e s’impegneranno nel progetto “Ambientiamoci”. Lorenzo Marin e Filippo Fratta Pasini ancora non si conoscono, ma in comune hanno l’età e un’esperienza alle spalle con ProgettoMondo, il primo come volontario negli eventi di raccolta fondi, il secondo per aver partecipato ad un viaggio in Bolivia, visitando alcuni dei progetti dell’Ong. E poi ci sono le ragazze, Valeria Melegari che si propone di conoscere meglio la sua città, partecipando attivamente alle iniziative sul territorio, e Federica Manfrini, di Rovereto, che spera di cimentarsi e quindi di approfondire temi che riguardino l’ambiente e la cittadinanza attiva.
Voleranno in Marocco Elda Goci e Valentina Carrara, entrambe da sempre interessate alla tutela dei diritti umani, in particolare a quelli delle fasce più vulnerabili della società, per affiancare l’equipe del progetto “La forza delle donne”, e Maria Cristina Pilo e Cristiano Bassanini che lavorando nel progetto “Bambini in viaggio” potranno mettersi in gioco con l’entusiasmo che traspare dai loro profili e le esperienze professionali svolte. Sempre in Africa, ma molto più a sud, stanno aspettando Cristina Danna che, in quanto “figlia d’arte”, la cooperazione c’è l’ha nel sangue e non vede l’ora di fare la sua parte nel progetto “Responsabilidade”, in Mozambico.
Elisabetta Caglioni e Consuelo Conti stanno preparando la valigia per il Guatemala: entrambe con un curriculum di educatrici, verranno accolte a braccia aperte dai bambini e adolescenti di “Edad de Oro Monte Cristo”. Esperienza oltreoceano come Casco Bianco anche per Silvia Donato e Corinna Lennelli, le due ragazze selezionate per il Perù, che mettono a disposizione studi, professionalità, ma soprattutto la voglia di condividere idee ed esperienze. Infine, Eleonora Banfi, Eleonora Falchetti e Marco Goldin stanno scegliendo l’ultimo maglione per il loro anno in Bolivia. Oltre a perdersi nei paesaggi mozzafiato di questo Paese, le due Eleonora s’inseriranno rispettivamente nei progetti “Qalauma” e “Qutapiquiña” e sarà per entrambe una sorta di “ritorno in patria” dato che ognuna di loro in questo Paese ha già vissuto e lavorato. Esperienza del tutto nuova invece per Marco che qui, e in particolare nel progetto “Bolivia Campesina”, potrà mettere a frutto i studi nell’ambito agro-ecologico..
Eccoli qui, i nostri 16 magnifici compagni di viaggio. A tutti loro auguriamo di dare il meglio, perché possano ricevere la gratificazione umana e professionale che questa avventura , siamo certi, può offrire.

Nuovi palloni per le scuole di Chimaltenango

Se siamo abituati a vedere musi lunghi sui nostri figli quando a settembre riprendono le lezioni, sarà un piacere perdersi nei sorrisi contagiosi dei bambini di Chimaltenango che, come vuole il calendario guatemalteco, nel mese di febbraio sono rientrati sui banchi scolastici, con l’entusiasmo di sempre nel ritrovare maestre e compagni.
Ma, dobbiamo ammetterlo, a rendere così felici questi bambini c’è stata anche una buona notizia: l’arrivo di nuovissimi palloni da calcio! E l’organizzazione, da lì a breve, di un torneo dove poterli mettere subito alla prova e festeggiare così, con una giornata di gioco, la ripresa dell’anno scolastico.
Quindi mercoledì 12 febbraio, puntualissimi alle 8 del mattino, si sono presentati al centro sportivo di Monte Cristo gli alunni di 10 scuole primarie. Hanno indossato delle coloratissime casacche e si sono formate varie squadre, alcune di maschi e altre di femmine, che si sono battute davanti al tifo divertito dei rispettivi compagni sugli spalti.
Prima del calcio d’inizio, i bambini hanno seguito emozionati la consegna dei palloni da parte dei loro educatori. Venti palloni che sono stati destinati ad ognuna delle scuole presenti e che gli alunni potranno utilizzare durante la ricreazione e nelle ore dedicate all’educazione fisica.
Questa giornata di sport è stata organizzata dal Centro Monte Cristo, grazie al finanziamento della Fondazione Herrod che ha permesso l’acquisto dei palloni. Con il suo prezioso contributo al progetto “Edad de Oro Monte Cristo” infatti, la fondazione svizzera, oltre a garantire per l’anno 2014 un pasto sano ed equilibrato al giorno a circa 150 bambini, ha fortemente voluto impegnarsi per dare loro l’opportunità di crescere serenamente anche attraverso di gioco, con l’acqusito di palloni e materiali utili per la ricreazione.
Alla fine della giornata, a tutti i piccoli partecipanti è stata offerta una ricca merenda a base di pollo, pane, mela e gelati di frutta fresca, che hanno condiviso nella mensa del Centro Monte Cristo con addosso ancora le casacche del torneo e una grande soddisfazione stampata sul volto!
Educazione, alimentazione e gioco, sono i capisaldi dell’impegno assunto dal Centro Monte Cristo. Una filosofia da sempre condivisa da ProgettoMondo, e ora anche dalla Fondazione Herrod, che con il sostegno al Centro affianca ai servizi di educazione, di mensa scolastica e di controllo sanitario, proposte ludiche e sportive per mantenere allenata la mente, la creatività e garantire un buono stato di salute fisica ai minori di Chimaltenango.
E così facendo si scoprono anche piccoli ma eccellenti giocatori di calcio, basket, pallavolo. Piccoli atleti in fasce che, senza saperlo, si allenano tutti i giorni con i lunghi tragitti che percorrono a piedi per raggiungere le scuole, e che da oggi, sapendo che lì ad aspettarli ci sono anche i nuovi palloni, correranno ancora più in fretta.

giovedì 27 febbraio 2014

IO L8 TUTTI I GIORNI: la storia di Bassma

In Marocco i diritti delle donne sono troppo spesso violati. Fattene portavoce e dedica a loro il prossimo 8 marzo, sostieni il Progetto “La Forza delle donne”:
- organizza con le amiche una cena solidale
- parlane attraverso i nostri gadget
- sostieni un’associazione di donne
- firma la petizione “Nessuna tolleranza contro la violenza verso le donne”
- condividi la storia di Bassma

versamenti intestati a ProgettoMondo Mlal
Banca Popolare Etica di Padova
IT 71 Z 05018 12101 000000513260

La storia di Bassma
Vengo da una famiglia povera, costretta a migrare in città per garantire un futuro migliore ai propri figli. Mio padre poteva a malapena coprire le spese, così ha deciso di tornare in campagna con tutto ciò che comporta, per esempio togliermi la scuola perché in campagna una ragazza non può ambire a un'istruzione.  Quelle che completano un percorso scolastico provengono da famiglie benestanti o ben istruite, quindi consapevoli del valore dell'educazione della donna. L’educazione per una ragazza di campagna è una perdita di tempo, e contribuisce a farne una ragazza maleducata e difficile da gestire.
La fine della scuola è per la donna l'inizio di un nuovo corso: il matrimonio precoce e il conseguente peso della responsabilità. E se non si sposerà, la ragazza resterà comunque lo zimbello di tutta la comunità. Io ho deciso di mia spontanea volontà di sposarmi, perché ​​sentivo che era nell'ordine delle cose, perché, come tutti qui, ritenevo che il matrimonio fosse una “protezione” di cui avevo bisogno.
Ho sposato un parente stretto che mi aveva promesso mari e monti, promesse che non ha mai realizzato. Non appena un tetto ci ha uniti, tutto è cambiato: i sogni sono svaniti e l'uomo non era più quello che avevo scelto. Dopo un mese di matrimonio, i litigi erano parte della nostra vita quotidiana e mio marito cercava di mettermi costantemente a disagio per dimostrarmi che era lui il padrone di casa. Cominciò a portare alcool in casa, fumava e negava di farlo, e ad un certo punto la sua non considerazione di me si trasformò in violenza fisica. Ha sempre trovato un motivo per picchiarmi, tutte le ragioni erano valide ai suoi occhi: perchè lo infastidivo mentre facevo i lavori domestici, perchè non volevo coricarmi con lui, perchè non acconsentivo ad alcune pratiche sessuali, che tra l’altro la mia religione vieta.
Da lui subivo torture di ogni sorte e dormiva sempre con un coltello sotto il cuscino. Ero terribilmente spaventata al punto da non riuscire a chiudere gli occhi, avevo paura che mi avrebbe sfigurato o accoltellato, ero convinta che un giorno mi avrebbe uccisa, nascosto il mio cadavere e raccontato che ero scappata. A volte mi legava ad una sedia, mi metteva un panno in bocca e cominciava a picchiarmi fino all'esaurimento di tutte le sue forze. Qualche volta mi costringeva a spogliarmi, mi legava le mani e i piedi per picchiarmi e poi mi lasciava sul pavimento per ore fino al suo ritorno la sera. Non potevo nemmeno andare in bagno per i miei bisogni e questo era l'apice dell'umiliazione.
In mezzo a tutto questo, voleva assolutamente che avessimo dei figli, cosa alla quale non pensavo nemmeno, ma non mi lasciò scelta e rimasi incinta. Pochi mesi dopo cambiò idea, non voleva più il bambino: mi spingeva ad abortire, era diventata la sua ossessione, ha cominciato a spingermi nel vuoto o contro un muro per farmi sbattere il ventre, se mi capitava di cadere, si metteva su di me con le sue ginocchia contro la mia schiena.
La notte della nascita ho sofferto molto e a lungo, l’ho supplicato di portarmi in ospedale, ma si è rifiutato. Al mattino finalmente si è deciso a chiedere aiuto ai dei vicini. Io, rimasta sola in casa, mi sono sentita meno di niente, meno di una bestiola e quando le donne del quartiere sono arrivate avevo già messo al mondo mia figlia da sola, senza nessuna assistenza.
Avevo sperato che mia madre potesse essere lì al mio fianco per aiutarmi, ma mio marito non le ha mai permesso di farmi visita, la odiava al punto da prendere il pretesto delle suo visite per picchiarmi. Mi aveva privato della mia famiglia e m'aveva allontanato da lei, anche se vivevamo vicino. Tutti erano al corrente del fatto che mi violentava o almeno che mi trattava male, ma nessuno ne parlava apertamente. I segni della violenza erano visibili sul mio corpo, avevo perso peso al punto da sembrare un fantasma. Non mi importava più niente, ho smesso di ridere, di essere felice, non ho sentito la gioia della gravidanza. La sua violenza continua mi stava avvelenando.
Mi chiedevo spesso perché mi maltrattasse e temevo di esserne la causa. Era colpa mia? Lo contrariavo senza rendermene conto? Ho cercato di parlargli dopo la nascita della piccola, ma a tutti i miei tentativi ha risposto con aggressività e violenza, chiedendomi infine di tornare dai miei genitori. In un giorno di follia mi ha buttato in strada con mia figlia in braccio, non avevo altra scelta che andare dalla mia famiglia, ero in uno stato deplorevole. Loro hanno deciso di aiutarmi e di proteggermi, mi hanno supportata nella causa di divorzio, cosa non usuale nel mio Paese. Nel frattempo, lui ha continuato a minacciarmi di morte e mutilazione davanti a tutti finché abbiamo deciso di lasciare la campagna per trasferirci in città insieme a mia figlia, mio fratello e mio padre.
La vita in città è dura e costosa per mio padre che è un semplice operaio, allora anche mia madre ha deciso di lavorare come collaboratrice domestica per assicurare una vita dignitosa a me e mia figlia. E' difficile sentire che siamo responsabili delle difficoltà che colpiscono gli altri: anche se i miei non si lamentano mai, sento ancora dell'amarezza quando mia madre torna a casa esausta dal lavoro, mi sento responsabile quando vedo le lacrime che le rigano le guance perché la padrona dove lavora l'ha umiliata. Sento dolore anche per mia figlia, perché non ha un padre che la ama e che non si cura di lei.
Oggi sto molto meglio. Dopo il divorzio ho cominciato a dormire senza paura, mia figlia non vive in un contesto di violenza e vedo che in lei sta nascendo un'immagine positiva dell'uomo, grazie alla tenerezza del nonno, all'affetto dello zio. Ho deciso di ricostruire la mia vita, ora frequento un corso professionale nel settore artigianale per garantirmi un minimo di autonomia economica. Voglio ricompensare la mia famiglia per il loro aiuto, vorrei ringraziare mia madre che ha sopportato l'umiliazione e il disprezzo per sfamare mia figlia e mio fratello che ha rinviato tutti i suoi piani personali per aiutare me e infine mio padre, che continua a combattere nonostante la sua età avanzata. Infine voglio premiare me stessa perché mi merito tutto quello che ho oggi: la possibilità di respirare la libertà, perché finalmente oggi respiro, respiro e sorrido.
Bassma, donna marocchina
testimonianza raccolta dall’equipe de “La Forza delle Donne”

mercoledì 26 febbraio 2014

Diritto al cibo, al via la campagna che risponde all'appello del Papa

Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro” è il titolo della campagna nazionale di sensibilizzazione e formazione elaborata dagli organismi, dalle associazioni e dai movimenti cattolici italiani per rispondere unitariamente all’appello del Papa «a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo».
«L’importanza di un forte impegno di consapevolezza circa le cause e le conseguenze degli squilibri globali, nazionali e locali, è una tematica ben presente nel Magistero della Chiesa, e nell’azione degli organismi di volontariato che sulla Dottrina sociale della Chiesa poggiano la propria ispirazione – si legge nel documento base della campagna -. Oltrepassare l’attuale crisi è possibile ricostruendo relazioni, strutture, comunità e comportamenti responsabili per il buon vivere a livello locale e globale, esplorando quelle periferie geografiche ed esistenziali di recente evocate da Papa Francesco».
Aspetto centrale della campagna è l’elemento educativo, mentre tre sono i filoni tematici in cui si articola: cibo giusto per tutti, una finanza al servizio dell’uomo, relazioni di pace.
L’iniziativa - che intende coinvolgere organismi, associazioni, gruppi e scuole nell'approfondire la conoscenza delle questioni della fame e della crisi e nel tradurla in impegno sociale e politico nei singoli territori - rappresenta un’occasione di impegno comune a livello nazionale e locale di numerosi enti ed organismi di origine ecclesiale. Insegnanti, educatori ed animatori sono le categorie interpellate innanzitutto dalla campagna, ma anche giovani imprenditori presenti nei diversi settori produttivi, in particolare in ambito alimentare ed in grado di interpretare una dimensione economico-produttiva e finanziaria responsabile e sostenibile.
Nell’ambito della campagna saranno elaborate precise richieste alla politica: a livello internazionale, europeo e italiano.
L’evento di lancio della campagna si terrà il 28 febbraio a Roma, presso Domus Pacis Torre Rossa Park Hotel – Via di Torre Rossa, 94 nell’ambito del seminario di approfondimento organizzato da Caritas Italiana (di seguito invito e programma).
La campagna è promossa da: CARITAS ITALIANA, FEDERAZIONE ORGANISMI CRISTIANI SERVIZIO IINTERNAZIONALE VOLONTARIO, AZIONE CATTOLICA ITALIANA, ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANI, ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII, ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI, CINECIRCOLI GIOVANILI SOCIOCULTURALI, CENTRO SAVERIANO ANIMAZIONE MISSIONARIA/CENTRO EDUCAZIONE ALLA MONDIALITÀ, CENTRO TURISTICO STUDENTESCO E GIOVANILE, FONDAZIONE CAMPAGNA AMICA, MOVIMENTO ADULTI SCOUT CATTOLICI ITALIANI, MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI, PAX CHRISTI ITALIA, SALESIANI PER IL SOCIALE/FEDERAZIONE SERVIZI CIVILI E SOCIALI-CENTRO NAZIONALE OPERE SALESIANE, UNIONE CRISTIANA IMPRENDITORI DIRIGENTI. Aderiscono all’iniziativa: CENTRO TURISTICO GIOVANILE, CONFEREDAZIONE COOPERATIVE ITALIANE, COMUNITÀ DI VITA CRISTIANA ITALIANA / LEGA MISSIONARIA STUDENTI, FEDERCASSE, MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO, MOVIMENTO RINASCITA CRISTIANA.
Media partner della campagna sono Famiglia Cristiana, Avvenire, Sir, Tv2000, Radio InBlu.


Roma, venerdì 28 febbraio 2014 – ore 10-13
presso Domus Pacis Torre Rossa Park Hotel, Via di Torre Rossa, 94


Un Seminario per:
– riflettere e condividere i temi portanti della campagna nazionale
elaborata dagli organismi, dalle associazioni e dai movimenti cattolici italiani:
cibo giusto per tutti | una finanza a misura d’uomo | relazioni di pace;
– orientare percorsi di partecipazione attiva, mobilitazione, formazione:
insegnanti, educatori e animatori sono le categorie interpellate,
ma anche giovani imprenditori presenti nei diversi settori produttivi.

PROGRAMMA (pdf) - Indicazioni per arrivare alla sede dell'incontro

Per informazioni e iscrizioni: areainternazionale@caritasitaliana.it – tel. 06 66177 245 / 259 comunicazione@caritasitaliana.it – tel. 06 66177 226 / 502

giovedì 20 febbraio 2014

TTF, la firma di tutti per una finanza giusta e al servizio della persona

Con l'avvio della negoziazione europea di una Tassa sulle Transazioni Finanziarie, FOCSIV insieme con le organizzazioni della società civile italiana riunite nella campagna ZeroZeroCinque rilancia il nuovo corto delle campagne europee per la Robin Hood Tax realizzato da Oxfam e la petizione online #1MilionediFirme.
“Sembra che ancora l’Italia e l’Europa non abbiamo imparato ad andare oltre la finanziarizzazione speculativa che ci ha condotto alla peggiore crisi dal dopoguerra – dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai - sottolineando la debolezza delle iniziative italiana ed europea sull’applicazione della tassa sulle transazioni finanziarie. La tassa italiana è stata disegnata male e infatti sta funzionando poco, mentre quella in corso di elaborazione da parte della cooperazione rafforzata dell’Unione europea corre il pericolo di essere parziale e limitata. Non è possibile che dopo una crisi che ha prodotto disoccupazione, suicidi di lavoratori e imprenditori, fame nei paesi poveri, si stia ancora negoziando con le lobby finanziarie un indebolimento dell’applicazione della tassa. E’ necessario darci una mossa”.
Per questo FOCSIV sostiene la campagna ZeroZeroCinque e si impegna a divulgare il corto del regista David Yates con Javier Cámara, Andrew Lincoln, Heike Makatsch, Bill Nighy, Clémence Poesy, e chiede a tutti di firmare al più presto la petizione online per raccogliere un milione di firme a sostegno dell’adozione della TTF.
La tassa sulle transazioni finanziarie – TTF – è un'imposta estremamente ridotta, ad esempio dello 0,05%, su ogni compravendita di strumenti finanziari che permetterebbe di generare ogni anno un gettito di 200 miliardi di euro nella sola Europa e di 650 miliardi di dollari su scala globale, da destinare al welfare, alla cooperazione allo sviluppo e alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Guarda il video qui sotto:

lunedì 17 febbraio 2014

Ong e politici insieme per la cooperazione

Nella foto da sinistra il presidente di ProgettoMondo Mario Lonardi
e il senatore del Pd Giorgio Tonini
La politica estera italiana non può più prescindere dall’impegno di tanti -in continuo aumento e diversificati- soggetti che operano nei cosiddetti Paesi in via di Sviluppo. C’è un dovere di riconoscerli e metterli in rete, offrire loro sostegno e nello stesso tempo riconoscerne la spinta propulsiva in un sistema unico.
La cooperazione internazionale, rispetto alla sua legge di 27 anni fa e soprattutto caduto il muro di Berlino, ha necessariamente cambiato orizzonti (non più primo, secondo o terzo mondo) e anche la natura stessa del suo contributo. Persino i termini sono ormai superati dai fatti: non più solo Aiuto, dunque, ma molto più “partenariato”, e perciò “scambio”, non più “buon cuore” e “volontariato”, ma anche cointeressenza, professionalità, relazione.
La cooperazione internazionale deve indossare, con maggiore attenzione e coerenza, le vesti del portatore e del ricercatore di opportunità, nell’interesse dei singoli Paesi coinvolti ma anche del mondo che, appunto, da tempo non è più trino.
Tutto questo possibilmente con una regia unica, che contribuisca cioè a fermare l’attuale dispersione di risorse ed energie e che sappia investire maggiormente in strategie e partenariato. E perciò riconoscendo un ruolo di primo piano nel Ministero degli Affari Esteri (che acquisirebbe anche nel nome la dicitura di cooperazione internazionale) e creando un viceministero con una delega specifica per seguire e raccordare iniziative e opportunità della cooperazione, all’interno di un più generale rapporto diplomatico.
Infine un’Agenzia che, subentrando all’attuale Direzione generale della cooperazione allo sviluppo, diventi uno snello perno tecnico attorno cui fare girare il mondo delle ong, cooperative sociali, imprese profit e associazioni dei migranti, ma anche Ministeri, Province, Regioni e comunità locali: tutti insomma i soggetti che con più o meno successo affollano oggi il mondo della cooperazione internazionale, calpestandosi a vicenda, duplicando iniziative, e dimenticando invece gli obiettivi comuni.
Questa, in estrema sintesi, la lettura della nuova proposta di riforma della Legge della cooperazione (attualmente la n° 49 del 1987), offerta agli operatori di ProgettoMondo Mlal in un incontro venerdì pomeriggio a Verona, dal senatore del Pd Giorgio Tonini, relatore del documento in sede di Commissione. Tonini ha affermato che è intenzione della Commissione arrivare in tempi brevi alla formalizzazione della proposta e dunque alla sua discussione e approvazione in Senato, prima, e alla Camera poi.
“E’ stato un parto lungo e difficile – ha commentato il senatore del Pd- ma la sua trasformazione in Legge non è più procrastinabile, pena una divaricazione ancora maggiore tra potenzialità dei singoli, volontà politica diffusa e una sua reale efficacia sul terreno dell’operatività.
Anche ProgettoMondo Mlal ha voluto dare un proprio piccolo contributo alla discussione ripromettendosi di fare avere alla Commissione alcune osservazioni puntuali che magari potrebbero venire accolte nel testo ancora in discussione e chiarire meglio alcuni punti rimasti in sospeso o, secondo l’Ong veronese, sottovalutati.
Per chi, come ProgettoMondo Mlal, lavora da quasi 50 anni nella cooperazione sarebbe ad esempio importante che venissero meglio identificati ed equiparati i requisiti con cui viene riconosciuta, come cooperazione allo sviluppo, l’iniziativa di un soggetto rispetto a un altro (soprattutto pensando ai tanti attori nuovi che nel testo attuale potrebbero accedere al mondo della cooperazione o se provvisti di uno specifico curriculum vitae o, al contrario, con un semplice accenno nel proprio statuto). Sul tema dell’attesa e più diversificata partecipazione a questo ruolo, ProgettoMondo Mlal ha anche sollevato l’esigenza di considerare utile e doverosa una formazione (ciò che un tempo si chiamava educazione allo sviluppo) sui nostri territori italiani.
Inoltre è stato sottolineato al senatore Tonini che sarebbe opportuno correggere, nell’ambito della proposta di legge, la mancata citazione della figura del Volontario: forma di impegno che ha caratterizzato molti degli slanci ideali della cooperazione in Italia, e che nel testo attuale rischia di non essere riconosciuta ufficialmente e di non essere sostenuta più dalle tutele finora riconosciute (aspettativa dal lavoro, tutela, ecc…), con tutte le conseguenze che questo può avere su organizzazioni e volontari stessi che, spesso giovani, hanno trovato nel “volontariato” una opportunità di esperienza e di servizio.
E infine, forte e chiaro, è arrivato dallo stesso presidente del Mlal, Mario Lonardi, l’invito a non sottovalutare il contributo “politico” che potrebbe offrire una reale concertazione tra chi la politica della cooperazione la fa in parlamento e chi nelle Ong, associazioni o piccole comunità. Questo perché se è stato riconosciuto, come è stato riconosciuto che la politica estera deve essere coordinata con la cooperazione internazionale, è sempre più evidente che la cooperazione internazionale influisce a tutti gli effetti sulla politica estera.

venerdì 14 febbraio 2014

Un Campus in Burkina per la sostenibilità ambientale

“A possible world: be aware, be active, start the change!”. Con questo slogan è stato offerto ai giovani tra i 18 e i 24 anni di Verona, Cestokowa (Polonia), Stoccarda (Germania) e Osjek (Croazia) di impegnarsi in prima persona nelle proprie città, scuole, comunità e quartieri per approfondire i temi ambientali e dello sviluppo sostenibile a livello locale e globale, così da creare una rete di coetanei sensibilizzati e altrettanto attivi e poi, insieme, promuovere, come società civile, quei cambiamenti nello stile di vita che possano valorizzare nuove opportunità educative e contribuire a una nuova progettazione per la sostenibilità ambientale a livello europeo. Tra i tanti che hanno risposto positivamente all’appello, sono stati poi selezionati 10 ragazzi per partecipare a un campus internazionale in Burkina Faso dal 22 febbraio all’8 marzo.
Tra i giovani selezionati (3 polacchi, 3 tedeschi, 2 croati e 2 italiani), ci sono anche due veronesi: Sara Fortini di Caldiero e Filippo Mazzi di Bussolengo. Entrambi di 24 anni, partiranno per il Burkina Faso sabato prossimo con ProgettoMondo Mlal, ong veronese che da quasi 50 anni coopera allo sviluppo di America latina e Africa, ma mai dimenticando che –come fa notare Gianni Cappellotto, coordinatore del Campus per ProgettoMondo Mlal- quando si affronta il 7° Obiettivo del Millennio, “i problemi sono comuni: accesso e qualità dell’acqua, smaltimento dei rifiuti, desertificazione, sostenibilità ambientale, riscaldamento del pianeta, fanno parte del nostro quotidiano in tutto il pianeta. E mai come oggi l’interdipendenza tra regioni e Paesi anche geograficamente distanti, ci obbliga a pensare a soluzioni efficaci in larga scala”.
I 10 partecipanti al campus in Burkina Faso di “A possible world” vivranno esperienze e incontri unici, a confronto con i problemi della desertificazione, denutrizione, produzione, smaltimento dei rifiuti. Approfondiranno da vicino le cause che sono a monte di tutto questo, così come verificheranno sul campo progetti concreti contro la malnutrizione e per l’accesso all’acqua. Sperimenteranno dunque di persona idee di sviluppo sostenibile e il contesto socioculturale in cui sono state messe in atto. Infine scambieranno esperienze e idee con i protagonisti di tutto questo in Burkina Faso. Così da farsi portavoce, al loro rientro nelle rispettive città e Paesi, di un nuovo concetto di impegno, ricco di testimonianze, nuove relazioni ed esperienze concrete.
E proprio su questi 10 ragazzi il progetto europeo “A possible world” conta per raggiungere il proprio obiettivo: aumentare linformazione sulle sfide ambientali, aumentare i servizi educativi per i giovani, aumentare gli strumenti per le nuove generazioni, aumentare la partecipazione a un futuro sostenibile. Per tutti. (www.apossibleworld.eu)

martedì 11 febbraio 2014

Una campagna contro la violenza alle donne marocchine

Una campagna per dire “Nessuna tolleranza per la violenza contro le donne”. A lanciarla sono oltre 70 organizzazioni non governative con il sostegno di Amnesty International e il cofinanziamento dell'Unione Europea.
L’iniziativa è promossa da ProgettoMondo Mlal, Ong veronese da cinquant'anni in America Latina e Africa, che con il programma di cooperazione “La Forza delle donne”, dal 2007 lavora in Marocco proprio per la difesa dei diritti delle donne, soprattutto nelle regioni nelle provincie marocchine di Béni Mellal, Casablanca, Khouribga, Meknès et Rabat.
Proprio mentre è sotto esame un disegno di legge sulla violenza inflitta alle donne, l’iniziativa punta a rinforzare le capacità delle organizzazioni della società civile marocchina per favorire l’uguaglianza tra i sessi. Per tali realtà, infatti, è giunto il momento di far presente a governo e parlamento che devono prendere tutte le misure amministrative e giudiziarie necessarie per mettere fine all'impunità.
Dieci anni dopo l'adozione di un nuovo Codice della Famiglia, il coordinamento “la Forza delle donne" ha presentato a Rabat al capo del governo marocchino, Abdelilah Benkirane, un memorandum per la lotta contro tutte le forme di violenza contro le marocchine.
Tra le raccomandazioni spiccano la richiesta di uguaglianza nell’accesso al mondo del lavoro e nella formazione, oltre alla lotta contro gli stereotipi e l'abuso sessuale.
Il gruppo di organizzazioni ha lanciato quindi la campagna di sensibilizzazione “Nessuna tolleranza per la violenza contro le donne”, a cui si può aderire in una serie di appuntamenti che si terranno in varie regioni del Paese tra febbraio e marzo, oppure cliccando su questo link: http://petition.laforcedesfemmes.org.
L’urgenza è di promulgare una legge che incrimina in generale la violenza sulle donne, procedendo a una revisione del codice penale e alla promulgazione di una legge quadro per lottare contro tutte le forme di violenza di genere.
E’ quindi l’ora della mobilitazione per arrivare a formulare un quadro giuridico che protegga la donna della violenza.
Il progetto di legge che definisce le differenti forme di violenze coniugali è stato depositato nel 2010 davanti al Parlamento marocchino, ma non sempre è stato adottato dai deputati.

Per l'8 marzo, dai forza alle donne. Firma anche tu contro la violenza!

Immigrazione e referendum Svizzera: le vere divisioni solo tra ricchi e poveri

L'esito del referendum svizzero mostra come la popolazione in quel paese, ma in tutta Europa, sia profondamente divisa tra la paura del diverso e l’apertura allo straniero; tra la preoccupazione di perdere sovranità e benessere e la consapevolezza che l’accoglienza dello straniero faccia bene all’economia e alla società.
In questo contesto “è prioritario lavorare per la cultura della convivenza - dice Gianfranco Cattai, Presidente FOCSIV -. E' necessario andare oltre i facili slogan e le strumentalizzazioni, per capire come oggi ci sia bisogno di condividere con le persone una prospettiva di accoglienza e di lavoro in comune per costruire una nuova società, oltre tutte le frontiere, dove tutti abbiano la possibilità di condurre una vita dignitosa”.
Le vere divisioni non sono tra nazioni, tra cittadini e stranieri, ma tra ricchi e poveri, tra chi può circolare liberamente a livello globale perchè fa parte della piccola comunità delle persone ricche e cosmopolite, e chi non lo può fare perchè è povero ed escluso.
“La cultura della convivenza si crea quindi disvelando le ingiustizie – conclude Cattai - e impegnandosi per nuove politiche di cooperazione e accoglienza. E' su questa frontiera che FOCSIV e suoi organismi Soci cercheranno sempre più di lavorare quotidianamente con le persone nelle proprie città in Europa e nei paesi partner”.

lunedì 10 febbraio 2014

La riforma della cooperazione

La settimana scorsa, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge per la riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo n. 49/87.
Si tratta di un provvedimento atteso da 27 anni, e particolarmente importante per le organizzazioni, come ProgettoMondo Mlal, che hanno assistito e partecipato agli innumerevoli tentativi di riforma messi in atto in questi anni e mai finora concretizzati.
Per approfondire il tema e conoscere i nuovi strumenti contenuti nel disegno di legge, il pomeriggio del 14 febbraio ProgettoMondo Mlal ospiterà a Verona il senatore Giorgio Tonini.
L’appuntamento, organizzato nella sede veronese della nostra organizzazione, intende promuovere tra operatori del settore e altri soggetti locali impegnati nella cooperazione internazionale, un’occasione di scambio e di informazione con il senatore del Pd che ha appunto collaborato alla fase di stesura del testo e partecipato al confronto con il mondo della cooperazione.
Con lui sarà infatti possibile capire meglio la logica, i dispositivi e le novità del Ddl: la ridefinizione di soggetti, strumenti, modalità di intervento e principi di riferimento, l'Agenzia per l'attuazione degli interventi, la trasparenza sulle risorse, il modello di governance e i processi di partecipazione.

Scarica qui il Ddl

venerdì 7 febbraio 2014

Marocco: Al via la campagna contro la violenza sulle donne

(ANSAmed) - Oltre 70 organizzazioni non governative, con il sostegno di Amnesty International e il cofinanziamento della Ue, hanno lanciato dalla capitale marocchina Rabat un progetto per lottare contro la violenza sulle donne, le disuguaglianze, ogni forma di discriminazione.
Denominata "La forza delle donne", con il sottotitolo "Nessuna tolleranza per la violenza contro le donne", la campagna è stata promossa anche dalla Ong italiana ProgettoMondo Mlal e affonda le sue radici nel lavoro compiuto dalla stessa ong sul territorio a partire dal 2007.
Le provincie interessate sono quelle di Beni Mellal, Casablanca, Khouribga, Meknes e Rabat - Salé.
Alla fine del progetto, hanno spiegato i promotori nella conferenza stampa di presentazione, il comitato consegnerà un memorandum al capo del governo marocchino, Abdelilah Benkirane nel quale si segnalerà tra l'altro che la Costituzione del 2011, adottata durante le cosiddette primavere arabe, esorta lo Stato a ''operare per la parità della donna''. Nel memorandum, hanno ancora detto gli organizzatori del progetto, vi saranno anche ''le questioni dell'uguaglianza delle opportunità nell'ambito del lavoro, nel campo dell'educazione, e la lotta contro gli stereotipi, le violenze sessuali, le molestie e per la tutela delle donne nella società''.
Recentemente il parlamento di Rabat ha emendato il celebre articolo 475 del codice penale, che permetteva al violentatore di evitare il carcere sposando la sua vittima: un primo passo (determinato dalla storia di Amina Filal, la sedicenne che si era suicidata piuttosto che sposare il suo stupratore) nella direzione di restituire dignità e peso specifico alla donna. Oggi il lancio della nuova campagna in un paese nel quale, secondo gli ultimi dati, oltre sei milioni di donne dai 18 ai 64 anni (su un totale di nove) hanno subito nel corso della loro vita almeno un atto di violenza.

lunedì 3 febbraio 2014

16 ragazzi promossi caschi bianchi

Il prossimo 3 marzo entreranno in servizio i ragazzi e le ragazze italiani che avendo partecipato al bando dell’ottobre scorso, sono risultati idonei e quindi anche selezionati per svolgere un anno di Servizio civile in uno dei tanti progetti di cooperazione allo sviluppo, educazione o solidarietà che le diverse Ong italiane che aderiscono alla Focsiv stanno realizzando in Italia, Europa, America latina, Africa o Asia.
L'intensa attività di selezione, svoltasi tra ottobre e gli inizi di gennaio, ha infatti portato a risultati positivi: sono stati assegnati 239 posti sui 243 disponibili (di cui 8 in Italia e 231 all’estero), con dunque una copertura di più del 98%.
ProgettoMondo Mlal, in particolare, ha selezionato 4 ragazzi e 12 ragazze, di diverse città di origine (Verona, Rovereto, Padova, Roma, Firenze, Monza, Lodi, Otranto, Bergamo, Arezzo, Aosta, Imperia e Ferrara): 4 per le sedi italiane nel progetto “Ambientiamoci” (Valeria Melegari, Federica Manfrini, Filippo Fratta Pasini, Lorenzo Marin); 4 per il Marocco, 2 per il progetto “Bambini in viaggio” (Maria Cristina Pilo e Cristiano Bassanini) e 2 per il progetto “La Forza delle donne” (Elda Goci e Valentina Carrara), 1 per il Mozambico, progetto “Vita Dentro” (Cristina Danna); 2 per il Guatemala, progetto “Edad de Oro”, (Elisabetta Caglioni e Consuelo Conti), 3 per la Bolivia, 1 per il progetto “Bolivia Campesina” (Marco Goldin), 1 per il progetto “Qalauma” (Eleonora Banfi) e 1 per il progetto Qutapiqina (Eleonora Falchetti), 2 per il Perù, progetto “Il Mestiere di crescere” (Silvia Donato e Corinna Lennelli).
Dopo la formalizzazione da parte dell'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, oggi le graduatorie sono pubbliche e consultabili sul sito FOCSIV, l’organismo di cui fa parte anche ProgettoMondo.
La formazione generale partirà appunto in marzo con un corso a Torino dedicato ai Caschi bianchi (servizio civile all’estero) e uno a Roma per i Caschi Blu che rimarranno a lavorare nelle sedi italiane. Quindi seguirà per tutti una breve formazione nelle sedi delle Ong di cui faranno parte e, nei giorni successivi, ciascuno prenderà il volo per raggiungere la propria destinazione.
A tutti loro non ci resta che augurare "buon servizio 2014"!

Info: serviziocivile@mlal.orgwww.progettomondo@mlal.org

sabato 1 febbraio 2014

2014: Diritto al cibo no stop

Iniziare l'anno all'insegna della solidarietà con un primo, generoso, gesto. L'occasione arriva da ProgettoMondo che, fino a febbraio, proseguirà il suo impegno nella campagna per il diritto al cibo e la sicurezza alimentare “Io non mangio da solo”.
Nel concreto, il segnale di sostegno per il Sud del mondo può essere offerto accaparrandosi, con un'offerta minima di 15 euro, l'agenda 2014 interamente dedicata ai cereali con notizie utili e curiose, e ben 48 ricette firmate da altrettante foodblogger corredate da immagini e da una grafica accattivante.
Per sostenere i nostri progetti che hanno tutt'ora necessità di finanziamenti, si può anche mettere in pentola il riso vialone nano che la nostra organizzazione propone in colorate confezioni di stoffa del Burkina Faso (offerta di 5 euro), oppure dare uno sguardo ai molti prodotti di artigianato di America Latina e Africa che riempiono gli scaffali della sede veronese di ProgettoMondo in viale Palladio (zona Stadio).
In questo modo il contributo andrà alle donne marocchine del progetto “La Forza delle donne”, o ai ragazzi nicaraguensi che cercano di crescere e specializzarsi nel mondo del lavoro partecipando al programma “Futuro Giovane”. Poi ci sono i piccoli lavoratori di Perù, Bolivia e Colombia, sostenuti da Il Mestiere di Crescere, e ancora i detenuti mozambicani del Progetto Vita Dentro e i giovani haitiani di “Viva Haiti”.
Insomma, la varietà di aiuti è diretta in modo capillare in tutto il globo. Il fatto che riesca ad arrivaci o meno dipende però da tutti noi!