mercoledì 22 ottobre 2014

Emergenza Kurdistan: non lasciamoli soli

Fuggono dal massacro, sono scampati a un probabile genocidio: sono un milione e 800 mila gli sfollati in tutto il Kurdistan iracheno (5 milioni di abitanti), 156 mila gli sfollati nella sola Erbil.
Da quando, il 6 agosto, i peshmerga curdi si sono ritirati dalla Piana di Ninive, hanno trovato rifugio dove possono. Ankawa Mall era un centro commerciale in costruzione, ora trasformato in un centro di raccolta per i cristiani di Qaraqosh e Bartalla: 250 famiglie, oltre 2 mila persone che ora vivono in mini stanzette con pareti in lamierino montate sul nudo cemento. Sono fuggite, come tutti i cristiani della Piana di Ninive, come gli yazidi e le altre minoranze perseguitate, di notte, a piedi, senza poter portare nulla con sè.
Per questo Focsiv e Avvenire hanno deciso, d’intesa con Iscos-Cisl, Mcl, MASCI, Azione Cattolica e Banca Etica di sostenere un progetto di cooperazione grazie alla presenza del Team Focsiv, diretto da Terry Dutto. È il progetto «Emergenza Kurdistan: non lasciamoli soli».
L’animazione dei ragazzi è il primo passo, quello che gli esperti di primo soccorso umanitario definiscono «Child protection»: da lì può partire una serie di interventi mirati secondo la filosofia Focsiv di completare con l’«elemento mancante» a quello che è il sostegno di base di Unicef e Acnur. Si tratta di fornire pentole e posate a chi ha solo un fornelletto; il sale per cuocere a chi riceve un pacco di riso alla settimana; coperte a chi ha solo un materassino; kit igienico sanitari in particolare per donne con neonati; istruzione, per chi ha il tempo.
Terry Dutto, inviato Focsiv per le emergenze umanitarie attualmente ad Erbil, racconta le condizioni drammatiche in cui gli sfollati, che incontra con le attività di animazione dentro e fuori l’Ankawa Mall, vivono in questi giorni: “Le condizioni di vita ora nelle aree di aggregazione degli sfollati non sono cambiate molto rispetto ai primi accampamenti di Agosto. I più fortunati sono in camere di pannelli prefabbricati con la presenza di 10 persone per vano, includendo due, talvolta tre nuclei familiari. Altri sono in campi allestiti con tende di tela, ma qui la situazione è più difficile e lo sarà ancora di più quando arriverà l'inverno con temperature intorno agli zero gradi. Qui la pioggia sta facendo gravi danni e creando sofferenze. – aggiunge Terry - Tende sotto l'acqua, materassini bagnati e fango hanno costretto molti a sloggiare nella notte, scene pesanti da digerire. Le istituzioni non riescono a porre un freno a queste difficoltà gravissime e la salute di moltissime persone sarà messa in grave pericolo, soprattutto quella dei bambini. Il problema é di una vastità tale che non permette di fare cose in fretta, mentre gli sfollati arrivano ancora a migliaia.”
I profughi si rifugiano dove possono, ma questa non è vita. Il tuo aiuto è vita.

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