lunedì 30 giugno 2014

Sarà nuova cooperazione?

“Per le Associazioni come la nostra, per decenni protagoniste delle politiche di cooperazione italiana allo sviluppo, il testo del Disegno di Legge di riforma approvato dal Senato giovedì scorso, con 201 voti favorevoli, 15 astenuti e nessun voto contrario, contiene più di un elemento di preoccupazione: primo tra tutti l’assenza di qualsiasi accenno a forme di concertazione per la discussione delle linee progettuali e delle priorità della Cooperazione Italiana”.
Questo, all’indomani del nuovo passaggio della legge in Parlamento, è il primo commento di Mario Lonardi, presidente di ProgettoMondo, la neonata Fondazione che da qualche mese, proprio in vista delle nuove sfide della cooperazione, vede associate insieme 4 storiche ong del norditalia (Mlal, Cisv, Adp, Gvcs).
Lonardi considera più che mai necessario garantire che la versione definitiva della legge preveda un coinvolgimento diretto e concreto, già nella fase di elaborazione delle strategie del Ministero, di tutte quelle realtà che hanno fino ad oggi contribuito a fare della cooperazione internazionale un reale strumento di co-sviluppo. Il Ddl, che ora passerà all’esame della Camera dei deputati, amplia tra l’altro i soggetti della cooperazione riconosciuti, includendo oltre alle organizzazioni della società civile anche le imprese, e prevede l’istituzione di una Agenzia per la cooperazione allo sviluppo che avrà sede a Roma.
“Parallelamente – fa notare il presidente di ProgettoMondo – nel nuovo testo di riforma non viene però trattato il tema del volontariato e questo pone problemi a tutte le associazioni nelle quali si esprime tale forma di impegno, anche con periodi all’estero, dal punto di vista del rapporto con i datori di lavoro, da quello assicurativo e amministrativo anche con le delegazioni nei Paesi”.
“Inoltre – conclude Lonardi - è saltato il principio che riconosceva come Onlus le ONG e priva le organizzazioni non governative di tutta una serie di diritti acquisiti, tra i quali la possibilità di partecipare al 5 per mille”.
La riforma è stata votata da Pd, Scelta Civica, Nuovo Centro Destra, Movimento 5 Stelle e Fi-Pdl. Astenuti Lega Nord e Misto-Sel.
Poche le modifiche apportate al Ddl presentato dal governo, che si basa sul testo approvato dalla commissione Esteri del Senato nella scorsa legislatura, specifica le finalità della cooperazione (sviluppo sostenibile, sradicamento della povertà, affermazione dei diritti umani, pacificazione e prevenzione dei conflitti), oltre a definire gli ambiti di applicazione dell’aiuto pubblico allo sviluppo, e attribuisce la responsabilità politica della cooperazione al ministero degli Affari esteri e poteri di indirizzo e controllo al Parlamento sul documento di programmazione triennale sulle attività di cooperazione. Scomparirà l’idoneità delle ONG, un Comitato congiunto fisserà i parametri e i criteri sulla base dei quali vengono verificate le competenze e l’esperienza acquisita nella cooperazione allo sviluppo dai diversi soggetti che saranno iscritti, a seguito di tali verifiche, in un apposito elenco pubblicato e aggiornato periodicamente dall’Agenzia.
Per i primi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge e, in ogni caso, finché non siano fissati i criteri per l’iscrizione all’elenco rimangono validi gli effetti del riconoscimento dell’idoneità concessa ai sensi della legge 49, alle organizzazioni non governative purché nell’ultimo triennio abbiano realizzato iniziative nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.
Il relatore Giorgio Tonini ha sottolineato che la cooperazione ”non ha più un carattere paternalistico ma si configura come un partenariato tra soggetti di pari dignità e costituisce un elemento essenziale della politica estera nazionale. La proliferazione nel settore di attori, pubblici e privati, richiede un coordinamento delle attività, mentre le risorse devono essere adeguate agli impegni assunti dall’Italia in sede internazionale”.
Il Vice Ministro degli Esteri Lapo Pistelli, in replica, ha sottolineato il carattere strutturale della riforma, esito di un lungo e approfondito confronto. ”La cooperazione è ormai un sistema con diversi attori istituzionali, sociali ed economici. La riforma introduce un’unica regia e individua un soggetto garante della coerenza delle politiche. L’Agenzia sarà una struttura snella e dotata di professionalità specifiche”, ha detto Pistelli.
Il Ddl, dal titolo ”Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo” definisce una nuova architettura di ”governance” del sistema della cooperazione, la cui coerenza e coordinamento delle politiche saranno garantiti attraverso il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (Cics), una regia costituita dai dicasteri che hanno competenze in materie che sono oggetto di attività di cooperazione allo sviluppo.

Comunicazione ProgettoMondo Mlal

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