lunedì 5 maggio 2014

La libertà di cambiare il mondo

Sabato 10 maggio, Accademia delle Scienze

Il Premio Nobel è uno strumento al servizio dei popoli. E quando l’ho accettato, è stato a nome dei popoli dell’America latina, dei religiosi, delle diverse denominazioni della Chiesa cattolica, dei protestanti, degli ebrei, delle comunità che sostengono la gente contadina, indigena. Ho appunto ricevuto il Premio raccogliendo il grido di tutti gli esclusi, dei poveri, degli emarginati, dei tanti bambini abbandonati, i cosiddetti “bambini di strada” con cui lavoriamo ogni giorno e delle bambine a cui cerchiamo di restituire la speranza!” Così Adolfo Maria Pérez Esquivel, pacifista argentino protagonista della lotta alla dittatura militare negli anni Settanta, aveva allora commentato il massimo riconoscimento ottenuto nel 1980 per il suo strenuo impegno in difesa dei diritti umani, il Premio Nobel per la Pace.
Adolfo Maria Pérez Esquivel ha oggi 83 anni ma non per questo ha diminuito il proprio impegno. Continua a girare il mondo portando la propria testimonianza personale e il suo messaggio: “Il sistema in cui viviamo ancora oggi –dice infatti– fondamentalmente esclude due terzi dell’umanità. La fame uccide più della guerra ed è una bomba silenziosa. Come anche la povertà, in un mondo che ha molta ricchezza non equamente distribuita. C’è un’ambizione per il potere e per la ricchezza –sostiene Esquivel– che non corrisponde al mandato di Dio”. E quindi conclude: “In questi anni è stata globalizzata la dominazione, ma non è stata globalizzata la solidarietà”.
Il pacifista argentino è già stato a Verona negli anni successivi alla sua premiazione e ci tornerà sabato 10 maggio, ospite dell’Associazione Mlal Onlus (Accademia dell’Agricoltura, via Leoncino, ore 15.00) che, nella stessa giornata celebra la propria assemblea soci annuale. L’incontro con Esquivel è aperto a tutta la cittadinanza, ai singoli e alle realtà che, in quanto istituzione o espressione di un impegno civile, ancora credono nell’affermazione dei diritti umani. Come lo sono la libertà e la possibilità di partecipare in prima persona alla costruzione del nostro presente e del nostro futuro: “La globalizzazione ci sta portando al pensiero unico –dice sempre il pacifista Esquivel– Si tratta di un pensiero unico che ci impone una cultura consumistica e svuotata di contenuti. Una dominazione culturale e una dominazione economica nelle quali non c’è posto per due terzi della popolazione mondiale. Dio ha dato a tutti noi qualcosa di importantissimo, che è la libertà. Senza la libertà e un pensiero proprio, noi non abbiamo spazio per partecipare, né la capacità di amare e di costruire”.
Da questo assunto, valido 34 anni fa come a tutt’oggi, l’anziano pacifista argentino muove il suo appello alla società civile di tutti i Paesi del mondo perché, cadute anche la maggior parte delle dittature più crudeli diffuse negli anni Settanta, non venga comunque abbassata la guardia e, anzi, ancora più convinti e forti, venga raccolta la sfida a sviluppare la cultura della solidarietà.
Il 10 maggio Esquivel verrà intervistato dal giornalista de L’Arena Gabriele Colleoni. Nel corso del dibattito successivo prenderanno la parola gli operatori dell’Associazione Mlal che da quasi 50 anni lavora in America latina e Africa in difesa dei diritti dei popoli: donne, lavoratori, contadini, bambini e tutte le altre categorie maggiormente a rischio, come i detenuti, i migranti, gli indigeni e i bambini di strada. Interverranno inoltre sul tema dei diritti, portando le rispettive esperienze e problematiche esistenti a livello locale, dunque anche sul territorio di Verona, i rappresentanti di realtà quali Migrantes, Amnesty Italia, Amministrazione comunale, Legambiente.
La testimonianza di un Premio Nobel per la Pace sarà, insomma, il più prezioso degli spunti per fare un po’ di conti anche a casa nostra.

Info: Mlal Onlus 0458102105 - ufficiostampa@mlal.org

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