lunedì 17 febbraio 2014

Ong e politici insieme per la cooperazione

Nella foto da sinistra il presidente di ProgettoMondo Mario Lonardi
e il senatore del Pd Giorgio Tonini
La politica estera italiana non può più prescindere dall’impegno di tanti -in continuo aumento e diversificati- soggetti che operano nei cosiddetti Paesi in via di Sviluppo. C’è un dovere di riconoscerli e metterli in rete, offrire loro sostegno e nello stesso tempo riconoscerne la spinta propulsiva in un sistema unico.
La cooperazione internazionale, rispetto alla sua legge di 27 anni fa e soprattutto caduto il muro di Berlino, ha necessariamente cambiato orizzonti (non più primo, secondo o terzo mondo) e anche la natura stessa del suo contributo. Persino i termini sono ormai superati dai fatti: non più solo Aiuto, dunque, ma molto più “partenariato”, e perciò “scambio”, non più “buon cuore” e “volontariato”, ma anche cointeressenza, professionalità, relazione.
La cooperazione internazionale deve indossare, con maggiore attenzione e coerenza, le vesti del portatore e del ricercatore di opportunità, nell’interesse dei singoli Paesi coinvolti ma anche del mondo che, appunto, da tempo non è più trino.
Tutto questo possibilmente con una regia unica, che contribuisca cioè a fermare l’attuale dispersione di risorse ed energie e che sappia investire maggiormente in strategie e partenariato. E perciò riconoscendo un ruolo di primo piano nel Ministero degli Affari Esteri (che acquisirebbe anche nel nome la dicitura di cooperazione internazionale) e creando un viceministero con una delega specifica per seguire e raccordare iniziative e opportunità della cooperazione, all’interno di un più generale rapporto diplomatico.
Infine un’Agenzia che, subentrando all’attuale Direzione generale della cooperazione allo sviluppo, diventi uno snello perno tecnico attorno cui fare girare il mondo delle ong, cooperative sociali, imprese profit e associazioni dei migranti, ma anche Ministeri, Province, Regioni e comunità locali: tutti insomma i soggetti che con più o meno successo affollano oggi il mondo della cooperazione internazionale, calpestandosi a vicenda, duplicando iniziative, e dimenticando invece gli obiettivi comuni.
Questa, in estrema sintesi, la lettura della nuova proposta di riforma della Legge della cooperazione (attualmente la n° 49 del 1987), offerta agli operatori di ProgettoMondo Mlal in un incontro venerdì pomeriggio a Verona, dal senatore del Pd Giorgio Tonini, relatore del documento in sede di Commissione. Tonini ha affermato che è intenzione della Commissione arrivare in tempi brevi alla formalizzazione della proposta e dunque alla sua discussione e approvazione in Senato, prima, e alla Camera poi.
“E’ stato un parto lungo e difficile – ha commentato il senatore del Pd- ma la sua trasformazione in Legge non è più procrastinabile, pena una divaricazione ancora maggiore tra potenzialità dei singoli, volontà politica diffusa e una sua reale efficacia sul terreno dell’operatività.
Anche ProgettoMondo Mlal ha voluto dare un proprio piccolo contributo alla discussione ripromettendosi di fare avere alla Commissione alcune osservazioni puntuali che magari potrebbero venire accolte nel testo ancora in discussione e chiarire meglio alcuni punti rimasti in sospeso o, secondo l’Ong veronese, sottovalutati.
Per chi, come ProgettoMondo Mlal, lavora da quasi 50 anni nella cooperazione sarebbe ad esempio importante che venissero meglio identificati ed equiparati i requisiti con cui viene riconosciuta, come cooperazione allo sviluppo, l’iniziativa di un soggetto rispetto a un altro (soprattutto pensando ai tanti attori nuovi che nel testo attuale potrebbero accedere al mondo della cooperazione o se provvisti di uno specifico curriculum vitae o, al contrario, con un semplice accenno nel proprio statuto). Sul tema dell’attesa e più diversificata partecipazione a questo ruolo, ProgettoMondo Mlal ha anche sollevato l’esigenza di considerare utile e doverosa una formazione (ciò che un tempo si chiamava educazione allo sviluppo) sui nostri territori italiani.
Inoltre è stato sottolineato al senatore Tonini che sarebbe opportuno correggere, nell’ambito della proposta di legge, la mancata citazione della figura del Volontario: forma di impegno che ha caratterizzato molti degli slanci ideali della cooperazione in Italia, e che nel testo attuale rischia di non essere riconosciuta ufficialmente e di non essere sostenuta più dalle tutele finora riconosciute (aspettativa dal lavoro, tutela, ecc…), con tutte le conseguenze che questo può avere su organizzazioni e volontari stessi che, spesso giovani, hanno trovato nel “volontariato” una opportunità di esperienza e di servizio.
E infine, forte e chiaro, è arrivato dallo stesso presidente del Mlal, Mario Lonardi, l’invito a non sottovalutare il contributo “politico” che potrebbe offrire una reale concertazione tra chi la politica della cooperazione la fa in parlamento e chi nelle Ong, associazioni o piccole comunità. Questo perché se è stato riconosciuto, come è stato riconosciuto che la politica estera deve essere coordinata con la cooperazione internazionale, è sempre più evidente che la cooperazione internazionale influisce a tutti gli effetti sulla politica estera.

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