martedì 28 gennaio 2014

Contro la deforestazione, eco-cucine, formazione e nuove piante

L’obiettivo del progetto Piatto di Sicurezza, appena concluso ad Haiti, era di promuovere la sicurezza alimentare nelle zone di Hinche (Altipiano Centrale) e Ouanaminthe (Nord-Est), proponendo un’agricoltura che salvaguardi le risorse naturali e che aiuti le famiglie, e in particolare le donne, a sviluppare attività che riducano la povertà.
ProgettoMondoMlal ha lavorato per più di 3 anni in stretta collaborazione con le associazioni di contadini beneficiari e le Ong locali (MPP; SFw) e l’Ong internazionale (Progressio) che hanno contribuito alla realizzazione del progetto realizzando molteplici attività che potessero garantire uno sviluppo integrato e duraturo nelle zone di intervento.
Nel corso di questi anni sono state date delle risposte a differenti problemi che riguardano l’ambiente rurale haitiano, in primo luogo l’introduzione di tecniche di conservazione del suolo. La deforestazione ad Haiti ha ormai colpito più del 90% del patrimonio forestale, causando gravi problemi per la stabilità idro-geologica dell’isola che, ricordiamo, è per lo più montagnosa.
La riforestazione, realizzata con il nostro Progetto, grazie alla produzione di 91.500 piante nei 3 vivai rurali, ha permesso di evidenziare con maggior forza l’importanza delle risorse boschive per lo sviluppo integrato dell’ agricoltura.
La realizzazione di 40 briglie per il controllo delle acque piovane, e di 20 Km di barriere vive e morte (muri a secco) realizzate dalle 35 Brigate Agri-Selvicole che, lavorando secondo il metodo tradizione di scambio di lavoro tra contadini (il combit), hanno permesso di controllare l’erosione del suolo nelle micro-conche della zona.
L’introduzione di eco-cucine, fatte di terra cruda e costruite dagli stessi beneficiari, permettono alle famiglie, dopo aver ricevuto formazione teorico-pratica, di ridurre il consumo di legna del 50% e di rinunciare all’utilizzo del carbone la cui produzione è appunto una delle cause principali della deforestazione. Si tratta di una scelta che consente di tutelare il territorio, riducendo il taglio di alberi, e che offre l’opportunità ai contadini di poter intraprendere una produzione artigianale che integri il reddito familiare.
Sono stati, inoltre, costruiti e avviati due laboratori di trasformazione di prodotti agricoli, la cassaverie, per la manioca e il mulino per la produzione di farine di mais; i prodotti trasformati vengono ora commercializzati sui mercati locali con la prospettiva concreta di potersi espandere a mercati vicini più grandi. La trasformazione della manioca per la produzione della cassave ha permesso di rilanciare, ad Ouanaminthe, la produzione del tubero che praticamente era stata abbandonata per mancanza di redditività. Il valore aggiunto, dato dalla trasformazione da parte dei produttori stessi associati, permette loro di avere entrate in grado di rivitalizzare tutta la filiera agricola.
Inoltre è stato incentivato e migliorato l’allevamento caprino, oggi seguito direttamente dalle associazioni di beneficiari incaricate di controllare la salute e la riproduzione degli animali. L’importanza dell’allevamento delle capre è particolarmente evidente in un territorio che, essendo per lo più montagnoso, rende la carne di capra uno dei piatti principali della dieta haitiana.
L’introduzione della coltivazioni di ortaggi nelle zone di intervento, con la realizzazione di 840 parcelle famigliari e 6 sperimentali, utilizzate sia per le attività di formazione sia per la produzione vera e propria, ha permesso di sviluppare un’attività generatrice di reddito che beneficia soprattutto le donne. Se è infatti vero che è l’intera famiglia che lavora nella coltivazione degli ortaggi, le donne rimangono le più interessate alla potenziale commercializzazione dei prodotti (pomodori, verza, melanzane e tuberi) sui mercati locali.
Inoltre, nelle vicinanze di 2 delle 6 parcelle sperimentali, sono stati costruiti gli impluvium che forniranno l’acqua per irrigare gli ortaggi, dando così la possibilità ai contadini di prolungare il ciclo produttivo nell’arco di 10 mesi all’anno.
Il miglioramento della produzione frutticola costituisce un altro risultato di particolare importanza visto il potenziale che ha oggigiorno questo settore. Inizialmente sono stati realizzati i corsi di formazione per 51 tecnici innestatori che hanno poi realizzato più di 30.000 innesti riusciti. Li definiamo innesti riusciti perché gli innestatori sono stati retribuiti proprio in base al numero di innesti realizzati con successo, sotto il controllo del personale tecnico del progetto. Gli innesti hanno riguardato piante da frutto (manghi, avogadi e agrumi), coltivate nelle parcelle dei beneficiari, permettendo così ai tecnici formati di fare un’esperienza che gli permetterà ora di proporre la loro professionalità anche in altre zone così da sviluppare una attività redditizia che permetta di integrare le esigue entrate economiche familiari provenienti dalla coltivazione degli appezzamenti.

Mirco Bellagamba
Piatto di sicurezza
ProgettoMondo Mlal Haiti

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