martedì 19 novembre 2013

Un nuovo spazio ricreativo al centro Qalauma

Il Centro Qalauma è pronto a garantire arte e cultura agli adolescenti e giovani detenuti.
Grazie a ProgettoMondo Mlal, a ISEAT, all’importante apporto economico dell’Unione Europea e allo sforzo degli stessi ragazzi reclusi, il primo Centro di rieducazione per minori in area penale nella storia della Bolivia è riuscito a convertire un ambiente trascurato in un’ampia infrastruttura ricreativa.
In questo spazio è nato il centro culturale Liber’Arte, attrezzato in un ampio salone dove è stato creato un semplice fondale scenografico con l’affissione di un telone, elaborato e posizionato dai giovani detenuti del laboratorio di carpenteria e sartoria. Si sono arricchite le pareti con tessuti colorati che danno calore all’ambiente e che quindi stimoleranno gli incontri. La trasformazione di spazi buii e freddi in spazi caldi e allegri, dove prima solo gli strumenti musicali davano un po’ di colore, è stato il primo passo per inaugurare un luogo dove i giovani detenuti potranno esprimersi liberamente.
Uno spazio che può contare anche di una stretta equipe di insegnanti di musica che permetterà ai ragazzi di provarsi nell’arte musicale con maggior professionalità. E allo stesso modo, grazie all’aiuto di diverse istituzioni e volontari, si è riusciti a fornire strumenti musicali locali e elettronici perchè i giovani possano avere maggiori possibilità di provare diversi stili musicali, incanalando emozioni e comunicazione positive e propositive.
Per inaugurare il nuovo spazio culturale non poteva mancare un rituale di offerta alla pachamama (madre terra). Alla cerimonia erano presenti le autorità del Regime Penitenziario, del Ministero del Governo e delle istituzioni che hanno dato un appoggio a questo nuovo programma riabilitativo avviato in queso Centro. Subito dopo il rito principale, il talento e l’entusiasmo dei giovani ha sorpreso tutti gli astanti: un gruppo musicale ha aperto il programma seguito dalla narrazione di un racconto da parte di una volontaria e si è concluso con un intervento emozionante dei giovani che con testi poetici hanno fatto riflettere sul peso della realtà da reclusi che vivono e su come ogni giorno loro stessi si puniscano per l'errore che hanno commesso.
Il Progetto LiberArte ha tra i suoi obiettivi proprio quello di favorire l’inclusione delle attività culturali e dell’arte terapia nei programmi di riabilitazione e reinserimento degli adolescenti e giovani detenuti: una proposta avanzata proprio in un periodo in cui l’accesso all’arte e alla cultura sono particolarmente promosse in Bolivia attraverso le politiche pubbliche dello Stato.
Qalauma, del resto, è attento alle politiche del Paese andino, dato che il rapporto di partecipazione dello Stato e della società civile è indispensabile per arrivare agli obiettivi fissati. Questa partecipazione è un processo in continuo sviluppo, che permette agli operatori di andare avanti, di cercare l’implementazione di azioni unite che facilitino l’accesso di sensibilizzazione, formazione e creazione nell’ambito artistico e culturale.
Per dare sostenibilità a queste azioni è fondamentale contare su uno spazio fisico in cui stimolare la creatività dei giovani e facilitare processi di formazione e abilitazione in differenti aree artischiche. Un luogo in cui gli adolescenti e giovani possano districarsi liberatamente nello scambio, analisi e dibattiti sulla cultura e le sue forme d’espressione.
Qalauma, dalla sua aperturta, è attrezzato anche di una biblioteca che, al momento, rappresenta un’estensione dello Spazio Culturale. Attualmente la biblioteca si sta rafforzando per riempire gli scaffali con una quantità di letteratura che permetta ai giovani di ampliare la propria creatività e trascendere la reclusione fisica che soffrono, liberando la mente verso l’orizzonte creativo e chimerico e costruendo così il proprio destino.
Restano altri spazi da riempire, che aspettano solo la creatività dei giovani.
Per questo si deve continuare a muoversi per incidere sulle scelte della politica affinché questa proposta pilota del carcere possa diventare sostenibile e possa essere riproposta in altri luoghi penitenziari. Solo in questo modo si procederà al processo di democratizzazione dell’arte e della cultura tra gli esseri umani in condizione di vulnerabilità.

Peggy A. Martínez B.,
ProgettoMondo Mlal Bolivia

Nessun commento:

Posta un commento