giovedì 14 novembre 2013

L'addio a Don Giulio Battistella

Dolorosa perdita nel mondo ecclesiale veronese: si è spento ieri sera all'età di 83 anni don Giulio Battistella. Lo ricordiamo prima come missionario in America Latina, poi impegnato nel settore della comunicazione al CEIAL (ora CUM), poi come infaticabile promotore dei nuovi stili di vita, dei quali era innanzitutto testimone (chi non ricorda la Lambretta di don Giulio!).
Autore di numerose pubblicazioni, promotore di una miriade di iniziative (tra le quali le Arene dei Beati i Costruttori di Pace) se ne va un grande missionario, testimone fino all'ultimo di una chiesa che non ha mai voluto limitare gli orizzonti alle rive dell'Adige.
Lo piange ProgettoMondo Mlal intero che con don Giulio Battistella, amico carissimo e compagno di un bel pezzo di strada, ha condiviso gli anni del grande impegno in difesa dei diritti umani in America Latina e la forte speranza nel cambiamento.
Da tempo malato, si è spento ieri sera nella Casa Sacerdoti dell'Ospedale di Negrar. I funerali sono stati celebrati oggi giovedì 14 novembre alle 10 nella chiesa parrocchiale di San Luca in corso Porta Nuova.
Volentieri pubblichiamo il ricordo che ne ha fatto in queste ore di commozione e cordoglio Sergio Paronetto, vicepresidente di Pax Christi Italia.
Ricordo con grande commozione e immensa gratitudine don Giulio Battistella nel suo "giorno pasquale". Educatore e amico di molti, prete laico credente, è stato uomo locale e globale, uno dei promotori del movimento "Beati i costruttori di pace", esperto in economia di giustizia, narratore di esperienze sudamericane prima nel seminario dell'America latina con il "Sial" poi come missionario in Argentina e a Cuba (dove ha subito un incidente grave), fondatore della Rete dei nuovi stili di vita, animatore dei movimenti per i beni comuni, collaboratore di "Nigrizia" e di "Combonifem", amico di don Tonino Bello con cui è stato a Sarajevo nel dicembre 1992.
L'ho incontrato più volte in tante iniziative, piccolo, minuto, fermissimo nel rifiuto di ogni forma di violenza (dall'alto e dal basso), sobrio e attivissimo con gesti semplici e parole chiare. Per me è stato ed è volto della nonviolenza come mitezza forte, come speranza operosa, com profezia quotidiana, come vita gratuita e sobria.
Conoscendolo da sempre, lo sento presente nella mia vita, nei movimenti per la pace e in Pax Christi che prega per lui (e per chi l'ha conosciuto) con dolce affetto, con le stesse parole di Tonino Bello che don Giulio ha collocato all'inizio di un suo libro ("Nuovi stili di vita"):
"Maranathà, vieni Signore. Vieni nel mio giardino, l'inverno se ne andrà...Ti aspetto, non tardare. Ora la pioggia è cessata. Ma il vento mi riporta insieme flebili belati, ululi lontani e riverberi di muggiti. Chissà che non siano l'agnello e il lupo, o la pantera e il capretto, o la mucca e l'orsa, che cominciano a fare le prove della convivenza? Dal suolo si leva una fragranza di polvere spenta. Nella pozza qui accanto si riflette ancora un corteggio di nuvole. A a Sud l'orizzonte si è schiarito. E sulla curva del cielo risplende l'arcobaleno. Maranathà. Arrivederci Gesù".

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