venerdì 29 novembre 2013

Cercansi risorsa umana per il Burkina. Candidature entro il 15 dicembre!

Quattro mesi in missione in Burkina Faso, per il coordinamento dei programmi di ProgettoMondo Mlal nel Paese africano.
La nostra organizzazione cerca una nuova risorsa umana da inviare a Bobo Dioulasso (con spostamenti nelle zone di intervento dei progetti), a partire dal primo gennaio del 2014.
Nell’ambito delle attività progettuali in Burkina, la risorsa si occuperà di assistere il coordinamento nell’elaborazione e revisione di documenti istituzionali e progettuali; preparare gli stati d’avanzamento dei progetti e gestire il flusso dei relativi dati; supportare il flusso di comunicazione tra la sede in Italia e la sede in Burkina, compresa la redazione di supporti e materiali e la loro archiviazione; supportare la comunicazione tra la sede in Italia e i partner di progetto nell’ambito delle iniziative EAS; assicurare il segretariato delle riunioni con l’équipe o con i partner di progetto; effettuare le traduzioni non ufficiali e all’occasione giocare il ruolo di interprete; effettuare le ricerche di documentazione secondo i bisogni.
I requisiti richiesti sono un’ottima padronanza degli strumenti informatici e dei sistemi operativi utilizzati, un’ottima padronanza del francese e buona dell’inglese. Le esperienze pregresse nel settore della cooperazione, nella gestione di progetti e in contesti simili sia in ambito geografico che tematico costituiranno titolo preferenziale.
Per partecipare alla selezione, inviare il proprio curriculum vitae aggiornato e lettera di motivazione (con autorizzazione al trattamento dei dati personali in base al D.Lgs 196/2003) indicando almeno una referenza con e_mail e telefono a selezione@mlal.org entro il 15 dicembre 2013. Indicare nell’oggetto della candidatura “Stagista in Burkina Faso”.

Scarica qui la job description completa

Un viaggio fotografico nel Brasile di Casa Encantada

Siamo state in Brasile a settembre di quest’anno, a Salvador de Bahia, la capitale dello stato di Bahia. Viaggiamo spesso in maniera indipendente, ma per un’esperienza dall’altra parte del mondo, questa volta ci siamo affidate a una proposta di turismo responsabile e siamo state ospiti per 17 giorni nella Casa Encantada di ProgettoMondo Mlal, gestita da Maria e Loris.
Prima di partire abbiamo scelto di trascorrere l’intero periodo che avevamo a disposizione a Salvador e dintorni senza spostarci nelle altre città piu o meno famose del Brasile in modo da poter conoscere questa città e questa cultura in maniera approfondita e non soltanto affidandoci alle classiche visite fugaci nei luoghi più turistici.
Il Brasile è un paese dalle mille sfumature di colori, suoni, profumi e sapori ma anche un mondo colmo di tradizioni e culture differenti e paesaggi diversi. È un luogo dove abbiamo deciso di entrare in punta di piedi e nel modo piu genuino possibile. Per fare ciò ci siamo affidati alla professionalità e alla gentilezza di Loris e Maria che ci hanno ospitate alla Casa Encantada. Padroni di casa che vivono a Salvador ormai da più di 10 anni, brasiliani di adozione che si occupano di seguire da vicino i vari progetti che abbiamo visitato nel corso della nostra permanenza.
Per la nostra vacanza a Salvador, le guide Loris e Maria ci hanno proposto diverse uscite accompagnate per conoscere la città e dintorni e per visitare i progetti per cui lavorano. Con loro abbiamo trascorso la prima settimana, per il resto del tempo siamo rimaste indipendenti ma sempre potendo contare sulle informazioni soprattutto di Maria, efficiente e precisa su come raggiungere qualsiasi punto della città e soprattutto non dimenticheremo facilmente le sue buonissime colazioni a base di frutta, torte, marmellate e ovviamente cafezinho! Grazie a Maria abbiamo sempre iniziato le giornate bahiane con gusto.
Le proposte di escursioni conprendevano la visita alla città di Salvador dove Loris è stato la nostra guida, dal centro storico al Mercato Modelo, il mercato centrale molto turistico, dai barettini caratteristici dove abbiamo pranzato ovviamente cucina bahiana, all’escursione alla bellissima isola di Itaparica passando per i banchi della Feria di Sao Joaquim, un luogo questo che è rimasto nella nostra memoria per la sua atmosfera di mercato di quartiere dove tra gli spazi stretti tra un banco di carni e uno di havaianas si possono incontrare innumerevoli tipi di frutta ma anche carne e oggetti vari, strumenti musicali fatti a mano e ... la signora bahiana che passa tra la gente con un termos caldo e sorridendo a tutti vende bicchierini di cafezihno!
Con Loris abbiamo avuto anche il nostro primo incontro con il famoso Pelorinho (dove siamo poi tornate in maniera indipendente con gli autobus di città). Di sera abbiamo trovato un’atmosfera di musica e percussioni che è tipica di Salvador, ma è di giorno che ci si rende conto da quanti colori si è circondati..non fosse altro che per le facciate color pastello e i milioni di nastrini legati all’esterno e all’interno della chiesa del Bonfim.
Ma il pelorinho non è solo colori e musica, la collina di Salvador è prima di tutto il ricordo della schiavitù, la parola Pelorihno indica infatti la colonna dove venivano pubblicamente puniti gli schiavi nel periodo della tratta di uomini dall'Africa.
Con Loris abbiamo conosciuto il Pelorinho sotto vari punti di vista: quello turistico con la visita nelle botteghe più interessanti, quello artistico/culturale con la visita alle numerose chiese portoghesi del centro e da un punto di vista musicale, con il concerto di Jeronimo, uno dei personaggiu più importanti dell'ambiente musicale della città e protagonista in una location imperdibile: la ripida scalinata di una delle chiese del centro che fa da platea al colorito gruppo di musicisti disposti in fondo alla scalinata! inutile dire che il divertimento è assicurato!
Per chi ama Jorge Amado, in cima al Pelorinho c'è la Fundacao Jorge Amado, un museo a lui dedicato, e di fianco alla grande casa azzurra che ospita il museo c'è il numero 68 di rua Pelorinho, la palazzina dove è ambientato il romanzo “Sudore” dello stessso Amado.
Dopo il primo incontro con la città, abbiamo avuto il piacere di partecipare e conoscere da vicino le attività che caratterizzano i progetti a cui Maria e Loris si dedicano da anni. In tre giorni abbiamo conosciuto 3 realtà, il progetto musicale, il progetto scolastico e il progetto agricolo.
Nomino è in percussionista bahiano con esperienze di lavoro anche in Europa ma qualche anno fa gli è stata data la possibilità di diventare educatore e adesso insieme a Loris si dedica al progetto di laboratorio di percussioni nel quartiere Uruguay.
Abbiamo conosciuto Nomino e i suoi ragazzi, un bel gruppo che ha deciso di abbandonare il disagio della strada e con l'aiuto e il supporto dell'educatore e di Casa Encantada sta cercando di trovare nella musica una alternativa di vita. Ballerini cantanti e percussionisti che accolgono gli ospiti in una semplice stanza dove puoi farti trascinare dalla loro musica.
La struttura Casa do Sol è invece una scuola gestita da volontari che si occupano di bambini e ragazzi dai 3 ai 12 anni i quali vivono quotidianamente situazioni di disagio sociale sia in casa che in strada in quanto abitano in quartieri dove le uniche attività possibili sono legate alla droga e alla malavita. Alla Casa do Sol vengono date altre possibilità di crescita e convivenza sociale.
Un altro progetto che ci ha fatto molto piacere visitare è legato alla storia di una comunità rurale e la riforma agraria in Brasile. Le famiglie del Movimento Sem Terra e il suo portavoce ci hanno accolto nel loro mondo, mostrandoci come la natura e il contatto con essa è ancora molto importante nella vita dell'uomo e per la vita dell'uomo. Al'interno della comunità ci sono anche esempi esemplari di come un viaggiatore che passa da Casa Encantada possa dare il proprio contributo alla crescita e allo sviluppo dei progetti che visita: un esempio su tutti è la pompa dell'acqua che la comunità ha ricevuto da un'azienda italiana. Un aiuto che ha cambiato in meglio la quotidianità delle famiglie. La comunità che abbiamo conosciuto si trova a pochi chilometri da Santo Amaro (che abbiamo visitato con Loris), la città di Caetano Veloso e Maria Bethania.
Per chi ama gli animali e in particolare le tartarughe marine, a qualche decina di km da Salvador c'è un centro chiamato Tamar che si occupa del recupero e della cura delle principali razze di tartarughe marine. L'interesse di Loris per tutto ciò che è natura ci ha portate a visitare il Progetto Tamar. La visita si è rivelata un piacevole studio su come vengono protette queste bellissime specie animali in America Latina e in particolare in Brasile ed è stato interessante poterle vedere da vicino.
La nostra esperienza a Casa Encantada è stata decisamente positiva, è stato come andare a trovare una coppia di amici che vive lì da tempo e questo ci ha permesso di vedere Salvador sotto vari punti di vista, non soltanto quello classico del turista alla ricerca di souvenir.
Esperienza da consigliare a qualsiasi tipo di viaggiatore, a chiunque abbia intenzione di fare un viaggio all’insegna del contatto vero con il Brasile e la cultura Bahiana, nel rispetto del luogo e della popolazione che ospita e lasciandosi guidare da chi Salvador la conosce ormai molto bene e si dedica con passione al proprio lavoro.




Alessia Di Bartolomeo
grawphotos.wix.com/photos

Va in scena "Un mondo possibile". Sulla relazione tra uomo e ambiente

Dal Burkina Faso a Verona per metterci in guardia sulle possibili conseguenze che sul nostro ambiente può avere una cattiva gestione delle risorse comuni da parte dell’uomo. Suleimane Koumare e Olivier Some, dell’Associazione Siraba di Bobo Dioulasso, sono infatti protagonisti della piece “Un monde possible”, che porta in scena la relazione tra uomo e ambiente.
Lo spettacolo, a ingresso gratuito, verrà rappresentato a Verona, al circolo Cañara giovedì 5 dicembre alle 20,30, e al Binario 0 (ex sala d’aspetto della stazione FFSS) di Villafranca venerdì 6 dicembre alle 20,45.
L’avvio è da commedia e racconta la creazione del mondo ma poi, quando con la creazione dell’uomo, il tono si fa meno comico per arrivare a un finale che consegna agli spettatori la responsabilità di evitare la tragedia di un mondo futuro, ostile e invivibile, a causa della nostra indifferenza riguardo ai temi dell’ambiente.
Una messa in scena apparentemente semplice e diretta, dunque, ma che raggiunge lo spettatore con musiche e immagini ideate in uno dei Paesi più vivaci e interessanti del panorama culturale africano, portandolo a riflettere sulla necessità di cambiare il proprio atteggiamento, sia a livello personale che sociale, verso l’ambiente e le risorse naturali del pianeta.
Lo spettacolo viene promosso da ProgettoMondo Mlal che in Burkina Faso sta realizzando diversi progetti di cooperazione legati alla risorsa acqua, alla lotta contro alla malnutrizione di mamme e bambini, e al recupero dei bambini di strada. Nello specifico lo spettacolo rientra nelle attività del progetto europeo “A possible world” che, grazie al coinvolgimento di scuole e associazioni, ha come obiettivo la sensibilizzazione e la mobilitazione soprattutto dei giovani in piccole azioni di cittadinanza attiva per salvaguardare e migliorare l’ambiente. Le iniziative del progetto si svolgono contemporaneamente anche a Osijek (Croazia), Stoccarda (Germania) e Czestokowa (Polonia).
Per info: apossibleworld@mlal.org

giovedì 28 novembre 2013

La cooperazione internazionale fa notizia? Seminario il 5 dicembre a Torino

Seminario “La cooperazione internazionale fa notizia?”
Giovedì 5 dicembre 2013
Dalle 15 alle 18.30
Campus Luigi Einaudi,
Aula magna Lungo Dora Siena 68/A – Torino


Come vengono comunicati dai media italiani i temi legati alla cooperazione internazionale? Che impatto ha la comunicazione (o la mancanza di essa) sull’immaginario collettivo, sulla diffusione di stereotipi e sulle conseguenti scelte politico-istituzionali nel settore? Che immagine del loro lavoro fanno emergere le ONG e gli enti impegnati nella cooperazione?
Partendo da queste domande saranno presentati e discussi i risultati di due ricerche realizzate dall'Università di Torino, e parallelamente in Francia e Spagna, nel quadro del progetto europeo “Comunicare in rete per lo sviluppo”.
Dopo la proiezione del video “La cooperazione internazionale secondo me…” a cura di Davide Demichelis, il Prof. Cristopher Cepernich (Osservatorio sulla comunicazione politica, Università di Torino) presenterà i risultati delle due ricerche. Commenteranno Jean Leonard Touadi (consigliere del Vice Ministro agli Affari Esteri Lapo Pistelli); Mimmo Càndito (giornalista e inviato de La Stampa) e Mario Lubektin (Direttore Generale IPS-Internet Press Service), con la conduzione di Alessandra Comazzi (Stampa Subalpina).
A seguire, saranno presentati tre casi studio e discussi in una tavola rotonda dai media locali e dagli operatori di cooperazione del territorio.
La tavola rotonda, condotta da Silvia Pochettino (giornalista e responsabile comunicazione COP), vedrà la partecipazione di Milena Boccadoro del Tg3 Piemonte, Franco Chittolina del settimanale La Guida, Chiara Genisio dell’Agenzia giornali diocesani, Filippo Spagnuolo del Consorzio Ong Piemontesi, Diego Sarno ass. alla Politica internazionale del Comune di Nichelino – CoCoPa, Dario Castelletti di Radio Flash- Circuito popolare network.
Promosso dal COP Consorzio Ong Piemontesi (www.ongpiemonte.it) in partenariato con l’Università degli Studi di Torino, l’Associazione Stampa Subalpina, la Regione Piemonte (Settore Affari Internazionali) e il CoCoPa - Coordinamento Comuni per la Pace della Provincia di Torino, il seminario “La cooperazione internazionale fa notizia?” si inserisce nell’ambito del progetto europeo "Comunicare in rete per lo sviluppo”, iniziativa triennale il cui obiettivo è implementare e migliorare la comunicazione tra i media e gli operatori della cooperazione, in collaborazione con la Federazione delle Ong Catalane (www.fcongd.org) e RESACOOP – Réseau Rhône-Alpes d’appui à la coopération internationale (www.resacoop.org).

Dialogo a La Paz sulla giustizia riparativa per giovani detenuti

Organizzato dal Ministero della Giustizia boliviano, con la partecipazione dell’ong ProgettomondoMlal e dell’organizzazione CDC (Capacitación Y Derechos Ciudadanos), si è svolto a La Paz giovedì 14 novembre un incontro-dialogo sul tema della giustizia penale giovanile riparativa.
Insieme al vice ministro della Giustizia e dei Diritti Fondamentali Érika Chávez, hanno preso parte all'evento anche due esperti italiani, già ospiti il mercoledì precedente al Seminario sulla Giustizia Riparativa a Santa Cruz.
Si tratta del mediatore penale Carlo Riccardi e del criminologo e docente di criminologia Adolfo Ceretti, autore di vari testi sul concetto di giustizia riparativa, entrambi sostenitori di questo modo innovativo di intendere la giustizia penale.
L’obiettivo di questo incontro, come sottolineato nell’introduzione del viceministro Chávez, era quello di proporre la condivisione dell’esperienza di un modello alternativo di giustizia minorile che preveda mezzi alternativi alla semplice proporzionalità della pena consistente il più delle volte nella privazione della libertà. L’importanza del tema trattato si fa particolarmente potente in un Paese come la Bolivia, la cui pena massima per i giovani che hanno superato i 16 anni può arrivare ai 30 anni di carcere e in cui, secondo i dati a disposizione e presentati nel “Plan de acción inmediata para adolescentes y jóvenes en situación de privación de libertad”, i giovani privati di libertà nel 2012 erano 2.034 per la maggior parte ancora in attesa di giudizio definitivo, e, ancora, perlopiù per reati derivati da un malessere socio-economico, come il furto e la rapina.
All’inizio del suo intervento Adolfo Ceretti ha proposto una breve ricostruzione storica sul problema della giustizia minorile in Italia, evidenziando come la nuova legge per la giustizia penale italiana del 1988 sia all’avanguardia in quanto “non accantona le istanze di sicurezza e giustizia senza perciò mortificare la dignità del giovane che compie delitto”. È una legge, questa, che pone l’accento sulla dimensione socio-valoriale della pena, tentando il più possibile di accantonare l’approccio punitivo nei confronti del giovane che ha commesso reato: una visione progettuale con interventi di ampio respiro educativo viene proposta già dalla fase processuale, con l’obiettivo di stimolare la responsabilizzazione del giovane evitando così meccanismi di repressione, deterrenza, neutralizzazione, frequenti in un sistema di giustizia fondato sulla pena intesa come punizione e castigo.
"Gli articoli 28 e 29", commenta Ceretti, "si definiscono come il cuore della norma penale per i giovani in Italia, e prevedono la possibilità della sospensione del processo anche per reati particolarmente gravi e l’affidamento del giovane a un'equipe specializzata". Con il sostegno di quest'ultima, il giovane aderisce a un progetto rieducativo della durata massima di 3 anni, con la relativa possibilità dell’estinzione del reato. In gran parte grazie a questo sistema, nonostante le più di 3.0000 denunce penali nei confronti di giovani tra i 14 e i 18 anni in Italia, sono meno di 500 i ragazzi attualmente privati della libertà.
Una giustizia mite, “capace di riporre la spada e la bilancia e di mettere al centro la persona”, è questa la strada individuata da Ceretti nel concetto di giustizia riparativa. E “la persona” non è solamente colui che ha commesso il reato, infatti la questione che l’esperto criminologo ha voluto porre al centro del suo intervento è quella dell’importanza che dovrebbe arrivare ad assumere la vittima all’interno del percorso di giustizia. La giustizia tradizionale, infatti, tende all’emarginazione della persona offesa dal processo, quando invece dovrebbe essere fondamentale la presenza attiva di quest’ultima. Quello a cui si vuole puntare è un processo di mediazione tra vittima e offensore, nel quale i due soggetti possano partecipare attivamente, coadiuvati da una figura preparata e formata al mestiere di mediatore di conflitti, alla ricerca e all’individuazione della possibile soluzione delle difficoltà derivanti dal reato commesso.
Gli obiettivi che si pone questo tipo di giustizia sono molteplici e notevoli: la riparazione dell’infrazione nella sua dimensione “globale”, e quindi non soltanto materiale ma anche psicologica e sociale; la presa di coscienza da parte dell’autore del delitto della sua responsabilità, con un conseguente rinforzo dei valori morali del reo; la possibilità della partecipazione attiva da parte della società civile all’interno del percorso di giustizia; il contenimento dell’allarme sociale instaurato dal crimine commesso. Tutto questo passa principalmente attraverso il riconoscimento della vittima come persona attiva nel processo penale e la conseguente possibilità di una riconciliazione e di quella che viene chiamata “riparazione simbolica”.
Se il processo riparativo giunge a buon fine, infatti, chi compie il delitto può avere la possibilità di compiere un gesto positivo accordato con la vittima, gesto che, per quanto simbolico, possa dimostrare un cambiamento nella relazione critica tra vittima e oppressore.
Sia alcuni esempi concreti portati da Adolfo Ceretti che, poi, tutto l’intervento di Carlo Riccardi, hanno mostrato bene come l’applicazione di una giustizia riparativa abbia la possibilità di agire anzitutto sul benessere delle parti in causa, riducendo e arrivando ad annullare lo shock psichico-sociale causato dal perpetrarsi di un’azione delittuosa: l’obiettivo non dovrebbe essere più, insomma, una eventuale vendetta o una mera azione punitiva nei confronti del reo, bensì un incontro riparativo che agisca positivamente sui singoli soggetti chiamati in causa e, non ultimo, sulla stabilità delle società civile.
Questo stimolante incontro avvenuto a La Paz, durante il quale c’è stata la possibilità di condividere, tra addetti del settore, esperienze concrete riguardanti la giustizia giovanile, testimonia la volontà di seguire un percorso differente rispetto a un modo meramente punitivo di concepire la giustizia penale. Si pone inoltre un altro tassello in questa direzione in Bolivia, dove, grazie a ProgettoMondo Mlal dal 2011 esiste una struttura, il Centro diRiabilitazione Qalauma, in cui, oltre a proporre percorsi progettualiartistico-culturali-lavorativi ai giovani privati di libertà, si sta tentando di sperimentare l’efficacia di una giustizia dall’approccio riparativo. Se la strada può sembrare, ed essere, ancora lunga, ad oggi i passi in questa direzione non stanno mancando.

Mirko Olivati
Volontario Sve
ProgettoMondo Mlal

mercoledì 27 novembre 2013

Focsiv: interpellati, anche come Federazione, dalla Chiesa di Papa Francesco

L’Evangelii Gaudium di Papa Francesco è un documento che illumina ulteriormente il cammino di tutti gli uomini di buona volontà dal quale, sia come singoli che come Federazione, ci sentiamo profondamente interpellati” dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai all’indomani della presentazione dell’Esortazione apostolica, sottolineando particolare apprezzamento per il no del Papa a “un’economia dell’esclusione e dell’iniquità, perché questa economia uccide” e i riferimenti ad una “Chiesa povera per i poveri che annunci e testimoni l’umanità e l’amore di Dio”.
I sette punti principali raccolti nei cinque capitoli dell’Esortazione, che costituiscono le colonne fondanti della visione di Papa Francesco per la nuova evangelizzazione, puntano l’attenzione su alcuni aspetti della vita cristiana che incontrano l’esperienza quarantennale della Federazione e del volontariato internazionale come: l’inclusione sociale dei poveri, la pace e il dialogo sociale, le motivazioni spirituali per l’impegno missionario. L’idea di una “riforma in chiave missionaria della Chiesa” che coinvolge la Chiesa intesa come totalità del popolo di Dio che evangelizza è un evidente richiamo alla responsabilità di ogni cristiano nell’impegno per l’evangelizzazione. “Per questo come volontari nel mondo sentiamo particolarmente vicino a noi il richiamo di Bergoglio – aggiunge Cattai -. Da sempre il nostro impegno è inteso innanzitutto come missione a essere testimoni di impegno cristiano nelle periferie del mondo”.
Proprio nei prossimi giorni, in occasione della Giornata mondiale del volontariato indetta dalle Nazioni Unite il 5 dicembre, FOCSIV consegnerà ad un giovane volontario, il 34enne Rosario Volpi in Madagascar da sei anni con l’onlus Educatori senza frontiere, il tradizionale riconoscimento di “Volontario internazionale dell’anno” in virtù della forza della sua testimonianza cristiana portata quotidianamente con gioia tra i ragazzi di Fianarantsoa.

martedì 26 novembre 2013

FOCSIV e CIDSE: strada difficile per la giustizia climatica dopo la Conferenza Onu sul Clima di Varsavia


FOCSIV e CIDSE, l’associazione internazionale di 17 organizzazioni allo sviluppo di origine cattolica, continuano a chiedere giustizia climatica alla chiusura della Conferenza Onu sul Clima di Varsavia (COP19).
Tutti i paesi devono lavorare insieme in uno spirito di solidarietà per indirizzare il mondo sulla giusta strada: che è quella verso società decarbonizzate che garantiscano giustizia climatica per tutti. Purtroppo a Varsavia gli Stati non hanno optato per un’ambiziosa strada verso un accordo globale nel 2015. E’ necessario fare molto di più in vista prossimo vertice COP21 a Parigi. Parlando alla fine della Conferenza, Bernd Nilles, segretario generale della CIDSE, ha deplorato la mancanza di decisioni ambiziose.
“Varsavia doveva essere il COP finanza che doveva muovere i primi passi verso lo stanziamento di 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020 per sostenere gli sforzi di adattamento e mitigazione dell’impatto ambientale delle politiche dei paesi in via di sviluppo. Invece non sono stati compiuti abbastanza progressi verso il raggiungimento di tale obiettivo” ha detto Nilles. “Alcuni impegni sono stati presi per salvare il fondo di adattamento, altri in materia di combustibili fossili come ad esempio quello del governo del Regno Unito di cessare l’utilizzo di denaro pubblico per finanziare le centrali a carbone all'estero; ma in generale non c'è chiarezza sui soldi a disposizione da qui al 2020 per proteggere le persone più vulnerabili che già soffrono impatti climatici violenti”, ha concluso il Segretario Generale CIDSE.
Varsavia è stato anche un momento cruciale per i paesi per concordare una road-map per raggiungere un accordo soddisfacente a Parigi nel 2015, inclusi i primi passi chiave per la progettazione di impegni post-2020 e di indicatori adeguati a garantire che l'accordo sia equo per tutti i paesi. La tabella di marcia che esce da Varsavia, purtroppo, non fornisce elementi per costruire solide basi per questo accordo globale. E’ stata solo concordata la struttura di un meccanismo per affrontare i danni climatici, ma deve essere riempita di contenuti, ed è stata ritardata la data perché le parti si impegnino concretamente da un punto di vista finanziario.
Con risultati del COP di Varsavia così magri, FOCSIV e CIDSE rivolgono ora la loro attenzione ai prossimi passi (COP20 in Perù e COP21 a Parigi) ricordando all'Unione Europea il suo compito storico. C’è infatti bisogno di ambiziosi impegni dell’UE per il 2030 volti a fissare almeno intorno al 55 % la riduzione delle emissioni, e a stabilire forti obiettivi vincolanti per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili.

Focsiv premia Rosario Volpi, testimone di speranza nel Sud e nel Nord del mondo

Si terrà a Roma sabato mattina 7 dicembre  la consegna del Premio del volontariato internazionale 2013, il tradizionale appuntamento della FOCSIV in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato indetta dalle Nazioni Unite giunto alla XX edizione.

Rosario Volpi, 34 anni, originario di Calatafimi in provincia di Trapani e da sei anni in Madagascar con l'Onlus Educatori Senza Frontiere è il volontario a cui FOCSIV consegna quest'anno l'importante riconoscimento. Vive a Fianarantsoa dove svolge attività di psico-pedagogista coordinando un progetto che mira a realizzare attività di educazione informale, sostegno psicologico e alimentare, da titolo "Ambalakilonga, il Villaggio dei ragazzi".
"Quello che abbiamo premiato – dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai – non è certo solo il lavoro di Rosario, per quanto questo sia molto importante per le ricadute sul tessuto sociale della comunità malgascia. Ma il modo con cui Rosario porta avanti ogni giorno il suo impegno di volontario, quale persona motivata che trova nei valori cristiani la forza per non arrendersi. E' quell'esempio di testimone di speranza di cui nelle periferie urbane e umane c'è tanto bisogno, sia nei Paesi del Sud che del Nord del mondo. Nel contesto di crisi globale che stiamo vivendo, abbiamo tutti bisogno di testimoni; e i volontari come Rosario sono un esempio da valorizzare di giovani positivi capaci di costruire speranza".
"Sono molto contento che Rosario sia stato scelto come volontario internazionale dell'anno anche perché ha fatto la sua preparazione a Milano con gli Educatori senza Frontiere per un lungo periodo difficile e oneroso per lui. Le motivazioni, l'entusiasmo giovanile e la sua grande umanità gli hanno permesso in breve tempo di diventare ad Ambalakilonga in Fianarantsoa leader e trascinatore di centinaia di giovani. Ha svolto il suo lavoro soprattutto nel campo scolastico, professionale e comunitario, con obiettivi prevalentemente educativi. I risultati sono molto buoni perché ragazzi difficili in grave disagio sociale hanno potuto conseguire non solo successi scolastici, ma alcuni hanno continuato gli studi ed altri hanno addirittura trovato lavoro permettendo cosi un miglioramento della qualità della vita. E' un grande orgoglio che Rosario riceva questo premio insieme agli Educatori senza Frontiere" dice don Antonio Mazzi, fondatore dell'associazione.
L'evento è realizzato in collaborazione con Fondazione Missio, il Forum del Terzo Settore ed in media partnership con Famiglia Cristiana e TV2000.

sabato 23 novembre 2013

KALEIDOsCOPE. Cinema Africano oggi

La penultima giornata del Festival si apre con lAFRICANSUMMER SCHOOL. Nella Sala degli Arazzi del Comune di Verona, si svolgerà la cerimonia di consegna ufficiale degli attestati di partecipazione alla prima edizione di African Summer school “Business incubator 4 Africa”, promossa dall’associazione veronese Africasfriends ed inaugurata lo scorso 4 Agosto a Villa Buri dalla Ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. Durante l’evento, che inizierà alle ore 17.30, saranno premiati i migliori progetti di microimpresa elaborati dai partecipanti.

MUSICA, PREMIAZIONI E… CINEMA! Questo, in tre parole, il programma previsto per la serata di chiusura della XXXIII edizione del Festival di Cinema Africano che si terrà a partire dalle 20,30 al Cinema Stimate. A presentare la serata saranno Fortuna Ekutsu Mambulu e Malice Omondi.
Ad aprire le danze sarà il gruppo dance&music SIRABA proveniente dal Burkina Faso, in Italia per una tournée europea. La serata proseguirà con la proclamazione dei film vincitori, selezionati dalla Giuria ufficiale che decreterà i premi per le tre sezioni in concorso: Panoramafrica (miglior lungometraggio), Africa Short (miglior cortometraggio) e Africa Doc (miglior documentario).
A questi, come è consuetudine di ogni edizione, si aggiunge il Premio del pubblico, che verrà proiettato alla fine della serata.
Si conosceranno i nomi anche dei vincitori delle quattro Giurie speciali: la prima, composta da rappresentanti del Cartello “Nella mia città nessuno è straniero” in collaborazione con il CSV di Verona, decreterà il Premio per la sezione Viaggiatori&Migranti; poi arriveranno i premi dei giovani, quello deciso dai giurati dell’Associazione Studenti africani di Verona – ASAV, e quello della Giuria Speciale Studenti con il Premio Il Colombre, cui si accompagna il Premio Scuole, deciso dalle ragazze e ragazzi scaligeri che hanno assistito alle proiezioni mattutine nel proprio istituto o al cinema.
A questi, si aggiunge la Giuria composta da un gruppo di detenuti, uomini e donne della Casa circondariale di Montorio (Verona) in collaborazione con l’Associazione La Fraternità, che assegnerà il Premio Cinema al di là del muro. Anche gli studenti delle scuole voteranno per eleggere il miglior film.
La XXXIII edizione si conclude presso Interzona, via Scuderlando 4, con il BYE BYE FESTIVAL animato dal DJ-SET Interzona Sound System e la musica africana di DJ Alix Ndembi. Contributo della serata 5 euro.

venerdì 22 novembre 2013

African Summer school premia la migliore microimpresa

Sabato 23 novembre 2013, nella Sala degli Arazzi del Comune di Verona, si svolgerà la cerimonia di consegna ufficiale degli attestati di partecipazione alla prima edizione di African Summer school “Business incubator 4 Africa”, promossa dall’associazione veronese Africasfriends e inaugurata lo scorso 4 Agosto a Villa Buri dalla Ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge.
Durante l’evento, che inizierà alle ore 17.30, saranno premiati i migliori progetti di microimpresa elaborati dai partecipanti. Grazie al sostegno della UIL (Unione Italiana del Lavoro) di Verona, saranno erogate delle borse di merito ai vincitori. Il primo progetto riceverà 1000 euro e sarà seguito dalla Società Mutua per l'Autogestione Mag Verona, che ne assicurerà l’istruttoria per l’ottenimento di un micro finanziamento. Al secondo classificato andranno invece 500 euro, mentre i due progetti arrivati al terzo posto riceveranno 250 euro ciascuno.

La cerimonia sarà anche l’occasione per presentare ufficialmente l’African Summer School Review, un e-book (libro digitale consultabile online) di più di 250 pagine che raccoglie i lavori di ricerca dei partecipanti al percorso formativo.
L’evento sarà coordinato da Anna Leso, Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Verona. Interverranno: Prosper Nkenfack, presidente Africasfriends; Lucia Perina, Segretario UIL Verona; Paolo Smizzer, Banca Popolare di Verona; Loredana Aldegheri, Mag Verona; Emanuela Gamberoni, Università degli Studi di Verona; e Chiara Fraccaroli, responsabile sviluppo African Summer School. Concluderà i lavori Fortuna Ekutsu Mambulu, coordinatore della scuola, che darà una visione programmatica di African Summer school 2014.
African Summer school intende favorire una nuova concezione del continente africano in Italia tramite la valorizzazione del sapere prodotto dagli intellettuali africani. I percorsi formativi sono interculturali e beneficiano anche della presenza dei docenti italiani. Traendo spunti dalle eccellenze italiane di piccola e media impresa, la scuola intende anche apportare innovazione nei mercati africani con la promozione di una nuova imprenditoria giovanile e dinamica.
L’iniziativa, realizzata insieme ad una decina di partners locali e nazionali, è stata patrocinata dal Ministero per l’Integrazione, dal Comune di Verona (Assessorato alle Pari Opportunità) e dall’Università degli studi di Verona (Dip. TESIS e Dip. Scienze della vita e della riproduzione), con il contributo del medesimo Assessorato, della UIL di Verona, dell’ITAL Nazionale e della Banca Popolare di Verona.

giovedì 21 novembre 2013

Scontri ad Haiti per far dimettere Martelly

(ASCA) - Scontri fra polizia e manifestanti nelle due principali città di Haiti, dove le forze dell'ordine sono dovute ricorrere ai lacrimogeni per disperdere migliaia di persone scese in strada per chiedere le dimissioni del presidente Michel Martelly
A Cap Haitien i corrispondenti dell'AFP hanno riferito di essere stati picchiati dalla polizia durante la manifestazione e che almeno una persona è rimasta ferita da un colpo di arma da fuoco. 
Nella capitale Port-au-Prince, circa 10 mila persone si erano riunite nel centro della città dove sono scoppiati gli incidenti. 
Momenti di tensione ci sono stati anche nel quartiere di Petionville, dove si erano riuniti i sostenitori di Martelly. 
Negli ultimi mesi, si sono intensificate le proteste contro il governo del paese più povero di tutte l'America. Martelly ha detto che la richiesta delle sue dimissioni ''non aiuterà Haiti a fare passi avanti''. (fonte AFP).

KALEIDOsCOPE. Cinema africano giovedì 21 novembre

Si avvicina a grandi passi la serata conclusiva del Festival di Cinema Africano di Verona, quando verranno svelati i nomi dei vincitori della XXXIII edizione. Ancora due giorni di proiezioni in programma nelle sale veronesi. Giovedì 21, il primo degli appuntamenti in programma con la cinematografia africana è alle 18,30, al teatro Camploy. Due i documentari in concorso che trattano temi importanti: la prima visione nazionale di A SILENT KILLER di Blaise Pascal Tanguy, sul commercio illegale di medicinali e LAND RUSH dei registi Osvalde Lewat e Hugo Berkeley, sull’accaparramento delle terre da parte delle multinazionali occidentali.
Si prosegue, sempre al teatro Camploy, alle 20.45, con l’incontro/dibattito L’EUROPA TRA DETENZIONE AMMINISTRATIVA E CARCERE, evento che ruota attorno alla proiezione del documentario fuori concorso VOL SPÉCIAL di Fernand Melgar in cui si mostra il calvario degli immigrati incarcerati senza processo né condanna in Svizzera.
Introducono Dagmawi Yimer dell’Associazione Filamu insieme ad Alessandra Ballerini, avvocata. Il documentario, che sarà preceduto dalla proiezione di BON VOYAGE, corto in concorso nella sezione Viaggiatori e migranti, sarà accompagnato da un dibattito moderato da Fortuna Ekutsu Mambulu.
Alle 21, al cinema Stimate, verranno proiettati il cortometraggio, in prima visione nazionale, ADAMT di Zelaem Woldemariam seguito dal lungometraggio in concorso GRISGRIS di Mahamat Saleh-Haroun.
Tra gli appuntamenti che accompagnano il Festival c’è il WORKSHOP DAL DIRE AL FARE, DAL VEDERE AL RACCONTARE  realizzato da Diplomart, con la partecipazione straordinaria del regista Teboho Edkins, autore del film doc Gangster project che ha vinto il Premio Verona al Zanzibar International film Festival 2013. il worksop si terrà dal 21 al 24 novembre presso Thimonnier, Corso Milano 35, Verona.

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I FILM
A SILENT KILLER Esiste un mercato illegale delle medicine, ben organizzato che si alimenta soprattutto con i furti nelle farmacie e con la commercializzazione di campioni medici e farmaci generici. Prodotti come vaccini, sieri, insulina, eparina e altri ancora sono deviati dal circuito normale di vendita e si ritrovano nel mercato informale, senza controllo sulla qualità delle medicine stesse, tanto da essere una tra le più terribili minacce per la salute pubblica. Il basso potere d'acquisto di una buona parte della popolazione e la necessità di ritrovare le medicine in contesti di povertà favorisce la gestione mafiosa di questo mercato che produce, su scala mondiale, un fatturato annuale di circa 50 miliardi di dollari, e la morte di tante persone.

LAND RUSH Dal 2009, in Africa, circa 60 milioni di ettari di territorio sono stati venduti o affittati a multinazionali occidentali. Il 70% delle acquisizioni è concentrato nell'Africa subsahariana. Ad acquistare o affittare le terre africane per lunghi periodi non sono solo le grandi compagnie, ma anche singoli Stati. Grazie alla complicità di governi canaglia, le comunità locali si trovano, dall'oggi al domani, senza la possibilità di poter vivere e lavorare: senza la loro terra, che è il bene primario per l'economia di sussistenza.

VOL SPÉCIAL Ogni anno, in Svizzera, migliaia di uomini e donne vengono incarcerati senza processo né condanna. Per la sola ragione di risiedere illegalmente sul territorio, possono essere privati della libertà per un periodo di due anni in attesa della loro espulsione. Il cineasta si è immerso nel corso di nove mesi nel centro di detenzione amministrativa di Frambois, a Ginevra, uno dei 28 centri di espulsione per sans papiers in Svizzera. Annientati dalla legge e dal suo implacabile ingranaggio amministrativo, coloro che si rifiutano di partire volontariamente verranno legati e ammanettati, imbarcati di forza su un aereo. In questa situazione estrema, la disperazione ha un nome: vol spécial.

BON VOYAGE Decine di persone salgono su un camion stracarico. Sono emigranti. È l'inizio di un viaggio ai limiti della sopravvivenza che li porterà attraverso il deserto del Sahara fino al mare, dove si imbarcheranno su piccoli pescherecci diretti verso l'Europa e un destino incerto. Uno dei tanti "viaggi della speranza"! Un tema importante e decisamente attuale, rappresentato sotto forma di cartone animato muto.

ADAMT è ambientato, alla fine del 1990, nella vivace capitale etiope, Addis Abeba. Teferi, giovane batterista e compositore, sta cercando di comporre un brano musicale che potrebbe dare l'opportunità alla sua band di esibirsi in un rinomato festival di musica jazz a Berlino, in Germania. Un trauma della sua infanzia, legato all'uccisione di un'amica (la piccola Lehsan) e del nonno durante il governo socialista nei primi anni del 1980, lo sta bloccando. Inaspettatamente uno spirito proveniente dal suo passato (Lehsan) appare nella sua vita e lo aiuta a incanalare i ricordi in una nuova direzione.

GRISGRIS è la storia di un ragazzo venticinquenne che, nonostante la gamba paralizzata, sogna di diventare un ballerino professionista. Vive con il patrigno che aiuta facendo piccoli lavoretti occasionali, ma la malattia di quest'ultimo lo costringerà a tralasciare le piccole e oneste attività per entrare nel mondo delle bande criminali, rinunciando così al suo grande sogno.

mercoledì 20 novembre 2013

Quest'anno, a Natale, Un chicco tira l'altro!

Da mettere sotto l’albero oppure direttamente sulla tavola imbandita, le proposte di ProgettoMondo Mlal per il Natale ormai alle porte non si fanno attendere.
Continua infatti la campagna “Io non mangio da solo” che, anche quest’anno, dedica una serie di prodotti e attività alla promozione del diritto al cibo in tutti gli angoli del pianeta.
Se il calendario del 2014, “Un chicco tira l’altro può essere appeso in cucina, oltre che come datario, anche come valido ricettario per succulenti piatti a base di cereali, l’agenda giornaliera propone ogni giorno una notizia sul cereale del mese, corredata da una serie di curiosità e notizie sfiziose davvero imperdibili.
Poi c’è il libro “Buono come il pane, stampato l’anno scorso, nella prima edizione della campagna, e ancora valido per rallegrare pranzetti e cene con una serie di suggerimenti e ricette a base appunto di pane, alimento primordiale e universale di unione tra i popoli.
Tra le novità, da portare a casa insieme alla variopinta shopper in tela africana e a una carrellata di prodotti di artigianato che vanno dai presepi tipici di svariati paesi dell’America Latina e dell’Africa, fino all’artigianato marocchino e alle calde sciarpe boliviane, è spuntato quest’anno anche il sacchetto di riso realizzato in Burkina Faso, riempito di 500 grammi del nutriente e ben noto cereale.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti e palati. Quelli determinati a non mangiare da soli, naturalmente, che intendono condividere un briciolo della loro solidarietà con chi ancora combatte per avere garantita un’alimentazione adeguata.
Clicca qui per dare uno sguardo alle notre proposte!

ProgettoMondo Mlal è impegnato in una serie di programmi in Africa e America Latina che puntano a intervenire per migliorare la nutrizione materno infantile, come in Burkina Faso, o per promuovere ambulatori per la salute e un pasto sicuro ai piccoli del Guatemala. I nostri cooperanti sono inoltre attivi in Bolivia, a fianco dei produttori agricoli comunitari, e in Perù per favorire le mense scolastiche. Ad Haiti, infine, l’organizzazione favorisce la sicurezza alimentare con orti scolastici e l’educazione elementare nelle scuole e a sostegno dei contadini, con i progetti "Scuole Per la Rinascita", "Viva Haiti" e "Nuove Energie".

Per maggiori informazioni o per prenotare il proprio regalo solidale, scrivere a sostegno@mlal.org o telefonare nella sede di ProgettoMondo Mlal allo 045.8102105.