venerdì 6 settembre 2013

Un Paese ancora a colori

Le prime cose che ho notato, osservando persone e luoghi, sono stati i colori.
I mille verdi dei paesaggi, dei campi di mais, fagioli, aloe; i colori dei tantissimi fiori presenti, dal vivacissimo arancione al bianco candido, passando per qualsiasi colore che possa venire in mente.
I colori delle persone, soprattutto i colori dei vestiti tradizionali indossati dalle donne nella maggior parte del Paese, colori che rappresentano le loro etnie, le loro radici.
La maggior parte delle donne guatemalteche indossa infatti i vestiti tipici, formati da gonna e casacca. Ogni etnia ha i suoi colori e le sue fantasie, cosicché tutti possano riconoscersi nell'origine e nella provenienza.
L'attaccamento alle proprie origini, alle proprie radici, e uno spiccato senso di appartenenza a una terra con un passato, un presente e un futuro, costituiscono uno degli aspetti che mi ha maggiormente colpito.
In mezzo a quei colori, poi, non possono passare in secondo piano gli sguardi di uomini, donne e bambini, anche molto diversi tra loro.
Nella maggior parte dei loro occhi si legge ancora la paura per quanto che hanno passato, e per quello che ancora oggi devono vedere e sentire sulla loro pelle. In molti di loro si nota l'incertezza e la diffidenza per ciò che, persone che arrivano dall’esterno, possono pensare di loro e che possono fare.
In tanti, però, si vede anche l’orgoglio e la voglia di avere un futuro, e di avere un futuro migliore. Come si intuisce che hanno fiducia in ciò che possono realizzare.
Il Guatemala è un paese stupendo che non si può dimenticare.

Carlotta Zeppa

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