venerdì 6 settembre 2013

Non regaliamo pesci, ma il modo per pescarli

In queste due settimane abbiamo incrociato le nostre vite con centinaia di altre di cui sicuramente non sentiremo più parlare.
Mi chiedo che fine farà Elmet, il bambino di 10 anni pieno di cicatrici, che si autodefinisce “cattivo” e mima perfettamente sui compagni pestaggi e coltellate, o Annibal che a 9 anni non vede la madre da 6 e non ha mai conosciuto suo padre, oppure le decine di bambini che, affacciati alle porte di lamiera, spalancavano su di noi occhi curiosi e bocche affamate. Gli stessi che per la strada tendevano le manine a noi, bianchi turisti della loro realtà, alla ricerca di un dono, un dulce.
Queste semplici richieste, tanto, troppo simili alle tante che vediamo tutti i giorni a “casa nostra”, la parte cosiddetta “civile, industrializzata e democratica” del mondo, mi hanno fatto riflettere moltissimo, soprattutto dopo una lunga e ricchissima chiacchierata notturna con alcuni ragazzi e Freddy, tuttofare della cooperativa Katoki.
Freddy ci ha spiegato infatti quanto male possono fare a un Paese, ma in fondo anche a un singolo, i gesti di ingenua carità che spesso contraddistinguono noi “stranieri” in visita, e non solo. Il danno che per esempio provoca un’organizzazione di beneficienza (molte volte pure consapevolmente) nel donare denaro, è immenso perché non solo abitua la gente a ricevere, rendendoli eternamente dipendenti da persone che possono così disporre della loro crescita e della loro economia, ma impedisce loro di imparare, apprendere pian piano i metodi per ricrearsi l’autonomia e le conoscenze specifiche di cui ogni Paese disporrebbe. Fondamentalmente, non regalare un pesce all’affamato, insegna lui come si pesca!
Penso che sia fondamentalmente questo, accompagnato naturalmente ad altre cose, il motore che fa girare la cooperativa.
Trovo interessante e stimolante il metodo innovativo con cui gli operatori della cooperazione internazionale affrontano, e pian piano tentano di risolvere, le tematiche urgenti del Paese, partendo per l’appunto da una piccolo diritto, tante volte bistrattato e nascosto, calpestato e dato per scontato: il diritto all’istruzione.

Sofia Faravelli

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