venerdì 30 agosto 2013

Viaggiare imparando, le ultime proposte

Accanto al moltiplicarsi di campus estivi e brevi stage all’estero promossi da scuole, associazioni e parrocchie, le opportunità per unire l’utile (fare curriculum e imparare una lingua) al dilettevole (provarsi sul campo e conoscere nuove realtà), con un’esperienza altamente formativa in un vero e proprio progetto di cooperazione nel Sud del mondo, non mancano.
Sempre da Verona è in partenza nelle prossime settimane la ventunenne Marta Barin, già educatrice in asili nido e scuole materne con un diploma come dirigente di comunità, che selezionata da ProgettoMondo Mlal raggiungerà Czestochowa in Polonia per svolgere per 9 mesi il Servizio di volontariato europeo (Sve riservato ai giovani tra i 18 e i 30 anni) e lavorare in un asilo comunale con 145 allievi dai 3 ai 6 anni. Suo compito sarà collaborare con gli insegnanti, supportandoli nello svolgimento delle attività scolastiche ed extra scolastiche con i bambini.
E’ invece ancora aperta la ricerca di un altro giovane, sempre tra i 18 e i 30 anni, che voglia candidarsi a trasferirsi per 6 mesi in Bolivia, a La Paz. In questo caso la proposta di ProgettoMondo Mlal è di affiancare gli educatori nel delicato lavoro che l’Ong svolge da 2 anni nel primo carcere minorile del Paese, il Centro Qalauma.
La partenza è fissata per novembre con ritorno il 30 aprile, e le attività dei ragazzi selezionati, oltre alla pianificazione e all’affiancamento in workshop artistici, prevedono la promozione di attività artistiche e ricreative per i giovani detenuti e la loro visibilità all’interno della comunità, anche tramite aggiornamento del portale web e del blog. Le candidature vanno presentate entro il 13 settembre a ProgettoMondo Mlal (serviziocivile@mlal.org).
Entro settembre, infine, sarà pubblicato a livello nazionale il bando per il Servizio civile in Italia e all’estero 2014 (con partenza in febbraio). In questo caso le proposte di ProgettoMondo Mlal sono da cogliere al volo. I posti disponibili sono 16 (4 in Itala e 12 all’estero) per ragazzi dai 18 ai 28 anni e le destinazioni senz’altro affascinanti affascinanti: Marocco, Mozambico, Bolivia e Guatemala. Per info sul bando www.serviziocivile.itwww.progettomondomlal.org

giovedì 29 agosto 2013

Le perplessità della Focsiv sul nuovo reality della Rai

Attilio Ascani, direttore FOCSIV dice la sua sul reality che la RAI, in collaborazione con UNHCR ed Intersos, sta preparando per arrivare in autunno nelle nostre case, a tenere calda l’atmosfera fra gli operatori della Cooperazione Internazionale.
"Apparentemente alcuni “VIP” dello spettacolo vivranno e racconteranno la loro esperienza di alcuni giorni in un campo profughi africano per avvicinare il vasto pubblico italiano a queste problematiche. Al di là del comprensibile disappunto di addetti ai lavori, che da anni vivono in prima persona al fianco di profughi e vittime di guerre, conflitti e carestie, e si sente “banalizzato” da chi racconta e tira le conclusioni da una fugace esperienza, ci sembra opportuno esprimere alcune opinioni, partendo dalla nostra quarantennale esperienza di condivisione con popoli e persone del Continente Africano. Non ci sentiamo di esprimere una opinione sul contenuto e format del programma che conosciamo solo “per sentito dire”. La RAI assicura il massimo rispetto “della dignità delle persone, dei rifugiati e della sensibilità dell’opinione pubblica”. Certo sarebbe veramente opportuno ed utile che creasse un momento di condivisione della Puntata Zero, già predisposta, con i rappresentanti delle ONG Italiane e gli operatori del settore per raccogliere idee, suggerimenti e fugare le polemiche.
Siamo tutti coscienti dell’importanza dei riflettori delle TV sui problemi dimenticati. Chi nell’84 si trovava in un campo etiope dove arrivavano costantemente persone disperate alla ricerca di cibo, ignorati dal Mondo, sa bene come le telecamere della BBC abbiano cambiato radicalmente la situazione nel giro di pochi giorni.
Ci sembra però opportuno evidenziare alcune perplessità-riflessioni.
Perché la scelta di 3 Paesi Africani (Sudan, Congo, Mali) e non invece quella dei profughi Siriani o del Pakistan che ospita il maggior numero di rifugiati o di altre vittime di conflitti in altre parti del Mondo? Per anni abbiamo presentato l’immagine di un’Africa disperata, funzionale ad aprire i portafogli, promuovendo lo stereotipo di interi popoli capaci solo di farsi guerra e di elemosinare aiuti. L’Africa che noi conosciamo non è questa, non lo è mai stata, ed oggi lo è meno che mai. Perché allora continuare a promuovere questo stereotipo? E’ evidente che guerre, carestie e campi profughi continuano ad esserci in Africa (come le mense della Caritas continuano ad esserci in Italia), ma l’Africa oggi è ben altro. Perché continuare ad ignorare che 21 fra i 50 Paesi con il più alto tasso di crescita del PIL nel 2012 sono in Africa? Oggi gli Africani ci chiedono un rapporto paritetico e rispettoso, ed un cambio di mentalità che stentiamo ad accettare.
I campi profughi sono la manifestazione evidente di problematiche più profonde, ramificate e complesse. Un approccio che mirasse a promuovere la compassione per le sofferenze dei profughi ignorando le cause non farebbe un servizio agli stessi, alla verità ed alla possibilità concreta di agire, a livello internazionale, sui problemi reali. Se è comprensibile che la comunicazione ha bisogno di semplificazioni, i temi internazionali non possono e non debbono essere banalizzati.
Occorre evitare di costruire un abbinamento diretto fra il tema dei profughi ed i fenomeni migratori. Le migrazioni, anche quelle che interessano il nostro Paese, sono un fenomeno più complesso ed articolato, di cui i profughi rappresentano solamente una parte. Anche in Africa ci sono fenomeni migratori importanti, fra i diversi Paesi ed in larga parte collegati a fattori economici e sociali, solo in piccola percentuale con le guerre e le calamità. Indurre lo spettatore medio a correlare i campi profughi con gli sbarchi a Lampedusa serve a perpetrare l’idea delle migrazioni come fardello da sopportare piuttosto che diritto da riconoscere oltre che come risorsa di cui il nostro Paese si sta avvantaggiando.
La scelta dei personaggi coinvolti non è irrilevante, la credibilità del programma passa anche dalla credibilità delle persone. Ci sono persone del mondo dello spettacolo che da anni si impegnano al fianco degli operatori, e continuano a farlo, nella quotidianità, lontano dai riflettori, non entrano in un ruolo ma vivono una scelta.
Evidentemente ci aspettiamo che il servizio pubblico non diventi “appannaggio di qualcuno”. Sarebbe deludente se il tutto si rivelasse come una “furbata” per aumentare gli introiti di un particolare attore fra i tanti che su questo problema operano giornalmente e con passione. Deludente se si ricorresse di nuovo al metodo della commozione facile collegata ad un numero di SMS “solidale”.
Infine ci sembra importante notare come questo dibattito mostri anche l’urgenza per le ONG e le associazioni che si occupano di Cooperazione e Solidarietà Internazionale, di dotarsi di un codice di condotta per auto-regolamentare le modalità di comunicazione, come hanno già fatto le aggregazioni di altri Paesi Europei.

Dalla UE 281 milioni di euro allo sviluppo della Bolivia

La UE destina per i prossimi 7 anni 281 milioni di euro ai progetti di sviluppo in Bolivia.
La notizia è stata ufficializzata dalla recente visita in Bolivia del Commissario europeo allo Sviluppo, Andris Piebalgs, nel corso di un incontro con i ministri del governo di Evo Morales. 


Per la prima volta da quando é insediata in questo Paese, la delegazione dell’Unione Europea in Bolivia ha ricevuto la visita dell’incaricato della Commissione Europea a livello mondiale per lo Sviluppo, il Commissario Andris Piebalgs, lettone.
La visita aveva lo scopo di stabilire le aree di intervento in cui la Ue intende investire i fondi per il periodo 2014-2020, con un incremento, in termini di quantità, del 17% rispetto al periodo 2007-2013.
I fondi verranno destinati a Progetti mirati alla realizzazione di infrastrutture per il miglioramento delle reti idriche e fognarie, o in appoggio al sistema giudiziario, nonché per la lotta contro il narcotraffico, grazie alla promozione di nuove opportunitá economiche agricole utili a frenare la coltivazione delle piante di coca.
A proposito di questa importante visita, nell’ambito della realtiva conferenza stampa, la ministra alla Pianificazione, Viviana Caro, ha sottolineato come Bolivia e Paraguay siano i due Paesi che nel periodo 2014-2020 riceveranno in America Latina i maggiori finanziamenti della Comunitá europea.
L’attenzione del Commissario Andris Piebalgs si é concentrata nela visita del Tropico di Cochabamba, area in cui la UE ha già contribuito con milioni di euro alla lotta contro il narcotraffico e alla promozione di progetti alternativi alla coca, visitando principalmente progetti di sviluppo produttivo fiananziati con fondi bilaterali (Bolivia-Unione Europea).
Quindi il Commissario lettone ha visitato il dipartimento di Oruro dove la UE promuove progetti con fondi programmati con i Ministeri di Ambiente e Acqua e delle Miniere (sull’ordine di 23.000 milioni di euro) per migliorare l’erogazione dell’acqua nella cittá di Oruro che, negli scorsi anni, é cresciuta a dismisura e disordinatamente. Il Commissario ha poi visitato nelle vicinanze due storici centri minerari, Poopo e Huanuni, area in cui la questione ambientale legata ai rifiuti derivati dalle scariche del lavaggio del minerale ha raggiunto livelli disastrosi.
L’occasione per incontrare anche la popolazione locale –in questo caso la piccola comunitá Jukumari (“orso” in aymara)- gli è stata offerta da ProgettoMondo Mlal che nel dipartimento di Oruro, grazie al progetto “Vida Campesina”, ha promosso e sostenuto la crescita e organizzazione del turismo comunitario attraverso la costruzione di una nuova cucina attrezzata, l’arredo con tavoli e sedie della sala pranzo, nonché con la dotazione del servizio di ceramica e l’organizzazione di corsi di gestione e gastronomia eper migliorare l’itinerario turistico.
Propio questo luogo, un po’ diverso dagli altri per la scelta della stessa comunitá di investire a spese proprie un nuovo modello di sviluppo puntanto sulla riforestazione, la delegazione boliviana della Ue aveva scelto di fare incontrare il Commissario con la popolazione e di proporre un apthapi (“buffet” in aymara) per la degustazione dei prodotti ottenuti grazie ai progetti finanziati dalla UE.
E così sono stati serviti per circa 200 persone piatti di quinua di tre colori (bianca-rossa e nera), la carne di lama (carne con 0% di colesterolo) cucinata secondo diverse ricette: costine alla brace, bocconcini di filetto di lama, charque (carne essicata al sole), salumi crudi e gligliati, con patate di tre colori (bianche, rosse e nere), e infine un dessert a base di quinua nera. Il tutto annaffiato dal vino Chaskañavi (“la donna dalle lunghe ciglia”) prodotto a Cotagaita dalla cantina sostenuta da ProgettoMondo Mlal, sin dal 2006.
Nel suo discorso di accoglienza al Comissario, l’incaricato del progetto ambientale della comunitá Jukumari, ha raccontato che la riforestazione dell’area è costata loro ben 15 anni di lavoro perché, gli altri membri della comunitá non abituati a questo tipo di attivitá a 3.900 metri, l’hanno ostacolata con tutti i mezzi. I promotori di questa attività, infatti, si vedevano ogni mattina sradicate le piante che avevano piantato con tanta cura il giorno prima. Ma –come è stato raccontato- non si sono arresi, e piano piano sono riusciti a fare della loro comunitá una nicchia di piante di tutte le provenienze e qualitá. Inoltre hanno costruito delle serre dove coltivano cactus, fiori e piante di tutto il mondo, un vero prodigio di resistenza e bellezza, per questa sperduta comunitá di Jukumari meta privilegiata di turisti e studenti universitari che vengono per periodi di stage a studiare da vicino come si puó riforestare anche a quasi 4.000 metri e fare di questa attivitá un’alternativa economica che contrasta l’estrazione mineraria che assedia Jukumari (la comunità si trova infatti incastonata tra le miniere di Poopo e Huanuni). Una piccola oasi di sogni realizzati.
Per preparare questa visita, così importante per il futuro della cooperazione della UE in Bolivia, Progettomondo Mondo Mlal ha collaborato con i vari progetti attivi nel Dipartimento (quelli della FAO che svolge un DIPECHO, Procosi che lavorava nella trasformazione della carne di lama, con Empleomin e La Cuenca del lago Poopo -progetti dei Ministeri che affrontano il problema dell’erogazione dell’acqua e della questione legata alle miniere). Obiettivo comune, infatti, è potere partecipare in prima persona alla definizione e applicazione delle politiche europee dei prossimi 7 anni.
Ad Jukumari, insieme al Commissario, erano presenti la presidente esecutiva della UE per l’America Latina e Caribe, Yolita Butkeviciene, l’ambasciatore UE per la Bolivia, i rappresentanti dei ministeri di Medio Ambiente e Acqua e delle Miniere, il Governatore di Oruro, il sindaco di Poopo, e altri rappresentanti della delegazione Ue in Bolivia: 15 macchine diplomatiche che hanno, in un certo senso, portato un po’ di sconquasso alla tranquillitá degli abitanti di questa piccola comunitá che ha poi sentitamente ringraziato Progettomondo Mlal per essersi trovata agli onori della cronaca per due ore.

Anna Alliod,
ProgettoMondo Mlal Bolivia, Cochabamba

mercoledì 28 agosto 2013

Un giorno nero per la Bolivia

A differenza degli altri 33 corpi carbonizzati, quello di Leonardito era l’unico riconoscibile. Leonardito,  tra le vittime dell’inferno scoppiato nel carcere di Palmasola nella città boliviana di Santa Cruz, è un bambino di appena un anno e mezzo.
Venerdì 23 agosto, alcuni prigionieri della sezione riservata ai condannati considerati ad alta pericolosità (responsabili cioè di omicidi efferati e violenze sessuali) hanno tagliato la rete di ferro che li separava dai detenuti in attesa di giudizio e scatenato un regolamento di conti terminato con 34 vittime e numerosi feriti. La versione ufficiale sostiene che all’origine del massacro ci sia la brutale rivendicazione di molteplici interessi imperanti all’interno del carcere, quali il controllo del traffico di droga e alcool, del pagamento dell’assicurazione sulla vita prevista per i detenuti, la compravendita degli appartamenti, la riscossione del pagamento degli affitti, la guida delle reti di criminalitá esterne. Detto questo, nessuno saprà mai le vere ragioni che hanno scatenato l’inferno.
Il Centro penitenziario Palmasola ospita piú di 5.000 persone fra detenuti, familiari in visita e bambini, e costituisce il vero centro operativo della criminalitá della regione. Se ti rubano l’auto, è probabile che, il giorno dopo, la chiamata per la riscossione di una somma pattuita ti arrivi direttamente dal carcere.
Leonardito era uno dei numerosi bambini che in Bolivia vivono in carcere insieme ai genitori: stava con il papà, morto con lui nel terribile inferno. Si stima che il 10% della popolazione carceraria sia costituito infatti da bambini. E ogni mattina, lunghe file di bambini lasciano le carceri boliviane per andare all’asilo o alle scuole elementari.
Nelle carceri boliviane, bambini, adolescenti e giovani convivono con gli adulti e, anche per questo, sono vittime predestinate di maltrattamenti, violenze psicologiche, fisiche e sessuali, nonché delle condizioni subumane che caratterizzano ancora oggi il sistema carcerario boliviano.
In occasione dell’ultimo Seminario internazionale sulla giustizia penale giovanile secondo un approccio “riparativo”, organizzato dall’Ong ProgettoMondo Mlal, i relatori brasiliani, chiamati a illustrare il metodo APAC (ovvero delle carceri senza polizia), avevano definito il sistema carcerario tradizionale “un sistema carisimo para convertir gente mala en gente peor”!
Il sistema della giustizia boliviano è una bomba a orologeria. Il sovraffollamento, la corruzione, il ritardo della giustizia, la mancanza assoluta di programmi di riabilitazione, la mancata applicazione di misure alternative alla privazione di libertà e l’assenza di un sistema normativo specializzato per adolescenti costituiscono le caratteristiche fondamentali del sistema attualmente in vigore.
Ne è vittima lo stesso Centro Qalauma, realizzato due anni fa nella città di El Alto-La Paz da ProgettoMondo Mlal dopo più di una decina di anni di impegno tra mille difficoltà e grazie a diversi finanziamenti, tra cui quelli fondamentali del governo italiano e della Conferenza episcopale italiana. Anche qui, nel primo Centro nella storia del Paese specificatamente dedicato ai detenuti minori, il 95% degli adolescenti ospitati (160) è in attesa di giudizio; il 70% dei giovani si trova in carcere perché accusato di reati minori. I coetanei di altri Paesi, dove vigono sistemi di giustizia più rispettosi dei diritti umani e dell’interesse superiore dei giovani, stanno scontando misure cautelari alternative alla detenzione in carcere.
Anche in Italia, per i minorenni, la Giustizia prevede processi rapidi (6 mesi), responsabilità penale minore e si ricorre alla detenzione in carcere come ultimo rimedio. Dei 20.500 adolescenti italiani in conflitto con la legge, solo 500 sono in carcere mentre, ad altri 20mila vengono applicate misure alternative.
In questi ultimi due anni, l’esperienza di Qalauma ha notevolmente contribuito a sollecitare l’interesse dell’opinione pubblica sul tema della Giustizia Penale Minorile. Proprio nella città di Santa Cruz ProgettoMondo Mlal sta collaborando per l’apertura di un nuovo Centro per adolescenti e giovani (CenviCruz).
Il governo autonomo di Santa Cruz ha inoltre chiesto a ProgettoMondo Mlal di collaborare per l’organizzazione di un nuovo seminario internazionale sulla tematica per sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti.
L’organismo di cooperazione allo sviluppo ProgettoMondo Mlal, che in Bolivia è impegnato sul tema della giustizia e della giustizia minorile fin dal 2002, è riuscito nell’impresa di costruire e aprire il primo istituto nella storia del Paese andino specializzato nella riabilitazione degli adolescenti e di giovani privati della libertà. Con risoluzione n.032/2012-13, l’Assemblea Legislativa Plurinazionale riunita per l’occasione proprio all’interno dell’istituto Qalauma, ha riconosciuto il Centro realizzato dalla cooperazione italiana “una pietra miliare del reinserimento e del ripristino dei diritti degli adolescenti e dei giovani in conflitto con la legge”.
Come coordinatore dei Progetti “Qalauma” e “Liber’Arte” posso confermare che lavoriamo giorno e notte per cambiare l’attitudine dei giovani e adolescenti privati di libertà, ma è necessario che siano innanzitutto la società e l’opinione pubblica a contribuire al cambiamento di paradigma, affinché non si ripetano simili tragedie!
E per ProgettoMondo Mlal i risultati di questo impegno non mancano. In soli due anni dall’apertura del Centro Qaluama sono stati registrati un abbassamento dall’80% (media nazionale) al 4% del tasso di recidiva e l’elaborazione, con conseguente applicazione, di un nuovo modello socio-educativo riconosciuto formalmente dalla Direzione Nazionale di Regime Penitenziario.
Oggi i 160 adolescenti e giovani, attualmente ospiti del Centro, sono infatti coinvolti in un percorso educativo di valorizzazione dell’essere umano che promuove il rafforzamento dei processi di responsabilizzazione e protagonismo di adolescenti e giovani, attraverso la partecipazione a diverse attività di formazione professionale e di terapia occupazionale (falegnameria, serigrafía, industria alimentare, sartoria, agronomia, artigianato). A fianco di questo ambito, è stato comunque sviluppato anche il settore di formazione umanistica e scolastica. In questo caso, sì è ottenuto il via libera da parte del governo alla creazione di un Istituto Superiore Umanistico e Tecnico a (CEA “Ana Maria Romero de Campero”) proprio all’interno del Centro Qaluama che oggi si avvale di un corpo di 12 docenti. Grazie a uno specifico nuovo progetto cofinanziato dall’Unione europea (Liber’Arte), è stato inoltre avviato uno specifico programma di cultura e arte-terapia per il quale, nell’ultimo anno, sono stati realizzati 20 laboratori artistici (teatro, fotografia e disegno grafico) e diversi eventi aperti al pubblico esterno.
Viene infine considerato forse il risultato più importante, per determinare un reale cambiamento nel sistema di Giustizia boliviano, l’avvenuto coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, della societá civile e della comunitá in programmi di riabilitazione. In questi anni è nata infatti una piattaforma di sostegno costituita da enti locali, nazionali e internazionali (come Comune di Viacha, CDC, Croce Rossa Internazionale, ISEAT, Pastoral Penitenziaria, UNICEF, ONDUC, SENADEP, Associazione di Arte COMPA, Istituto Berlino, RC, la Associazione Tedesca per l’educazione di adulti, Fautapo, Gregoria Apaza, CECASEM, Fondazione Solon, Fondazione Simon Patiño, BID, Università Salesiana, Ministero di Educazione; Defensoria del Peublo, Ministero di Giustizia boliviano, Soboche, F. Arco Iris, e diversi mezzi di informazione).

Roberto Simoncelli,
coordinatore ProgettoMondo Mlal Centro Qalauma, El Alto, Bolivia
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lunedì 26 agosto 2013

I bambini di Lima ringraziano ChievoVerona

160 bambini e adolescenti peruviani, alla presenza delle autorità del Municipio di Ate e di una rappresentanza italiana, hanno inaugurato, il 20 luglio scorso nell’estrema periferia di Lima due campi da calcio e un Centro di accoglienza realizzati grazie alla solidarietà di A.C. ChievoVerona , delle sue società affiliate e dei suoi tifosi.
L’accordo, siglato nel 2012 tra la società sportiva A.C. ChievoVerona, l’ong ProgettoMondo Mlal e l’associazione peruviana di Bambini e adolescenti lavoratori Manthoc, prevedeva alcuni lavori di ampliamento e ristrutturazione di un vecchio impianto sportivo e ricreativo in una delle zone più disagiate della metropoli peruviana, Amauta.
Bambini e adolescenti di questo quartiere possono ora contare su nuovi spazi attrezzati e sicuri per le attività educative, lo sport e il divertimento.
Grazie alle iniziative promosse nella stagione 2012-2013 da A.C. ChievoVerona e da alcune sue società affiliate (soprattutto Cortenuovese, Sondalo, Terracina, Alta Giudicarie, Asd Valentino Mazzola), impegnate a loro volta in una bellissima gara di solidarietà, sono stati raccolti fondi per rimettere in sicurezza i campi di calcio e di volley e per ristrutturare la Casa di accoglienza del Manthoc.
Il progetto si poneva l’obiettivo di offrire ai bambini e adolescenti del quartiere uno spazio rinnovato di aggregazione, di sostegno dello studio e delle attività di doposcuola. Tali attività risultano preziose per sviluppare le capacità e la creatività di ragazzi abituati, da sempre, a svolgere da protagonisti anche piccole attività economiche, come la creazione di cartoline, magliette e prodotti alimentari, utili appunto a ricavare fondi per l’autosostentamento e l’attività di sensibilizzazione promosse dall’associazione Manthoc.
Al momento del taglio del nastro, l’Assessore del Comune di ATE, Vilma Palomino, ha dunque pubblicamente ringraziato i partner italiani e confermato da parte dell’amministrazione locale l’impegno per la realizzazione di altre strutture sportive e la promozione di attività ricreative nella zona.
Alla cerimonia era presente una delegazione italiana in visita al Progetto: l’assessore del Comune di Cuneo, Franca Giordano, Dino Pirri e Paolo Reineri dell’Azione Cattolica Ragazzi, e Simona Sordo della cooperativa ORSO di Torino, accompagnati dal presidente e dalla vicepresidente dell’Ong ProgettoMondo Mlal, Mario Lonardi e Ivana Borsotto, e dal coordinatore del Progetto “Il Mestiere di Crescere”, Marco de Gaetano.
Da parte sua, il presidente di ProgettoMondo Mlal, Mario Lonardi ha ricordato che, grazie alla collaborazione con A.C. ChievoVerona, si sta portando avanti questa specifica iniziativa di solidarietà dedicata allo sport per il completamento della quale la società gialloblu ha già assicurato il proprio sostegno per il prossimo biennio. Tale sostegno si inserisce nel progetto di cooperazione “Il Mestiere di Crescere” che, da più di 2 anni, si impegna a costruire risposte concrete in tema di diritti dell’infanzia . Un'ulteriore dimostrazione, quindi, che lo sport può offrire un’opportunità di riscatto e un’occasione di aggregazione importante e significativa.
Don Dino Pirri dell’Azione Cattolica Ragazzi ha poi celebrato una breve cerimonia religiosa a cui ha fatto seguito un torneo di calcetto con la partecipazione di 14 squadre, organizzate in due categorie, (Pibes amigos, Los Jotitas, Manthoc-Yerbateros, Manthoc-Amauta, Nufat, Los novatos, Pibes, Jants, Amauta 1, Los pibes, Los novatos, Jotitas, Barcelona).
Per dovere di cronaca: nella categoria Bambini, nella finale contro il Manthoc Amauta, hanno vinto i Pibes Amigos, mentre nella categoria Adolescenti contro la Jans (acronimo di “Insieme realizzeremo i nostri sogni”), ha avuto la meglio la squadra di Los pibes. Al termine, la cerimonia di premiazione per tutti i partecipanti con coppe, medaglie e gadget offerti da A.C. ChievoVerona .
I festeggiamenti sono proseguiti attorno alla Casa del Manthoc, che dista poche decine di metri dall’impianto sportivo ristrutturato e inaugurato il 20 luglio. Con i lavori realizzati la Casa può contare oggi su due piani e diversi locali per le attività, nonchè su nuovi accessi sicuri, e inoltre, sempre con i fondi raccolti grazie all’iniziativa di solidarietà Chievo-Perù, è stato acquistato un computer e sistemati un nuovo angolo cottura, 1 frigorifero e 1 lavabo, che consentiranno la preparazione di prodotti a base di cacao la cui vendita servirà utili a coprire costi di gestione della Casa.
Ciò nonostante, il quartiere Amauta ha ancora molti bisogni, in termini di spazi verdi e di servizi, ma soprattutto necessita di opportunità di aggregazione giovanile, e su questo la Casa di accoglienza Manthoc fa e può fare ancora molto. Qui le condizioni di povertà sono infatti particolarmente acute e, in termini di opportunità di lavoro e generazione di reddito, l’oggettiva crescita del resto del Paese non trova ancora un effetto immediato nelle zone urbano-marginali.

venerdì 23 agosto 2013

Haiti nella Terra, un videodocumentario sul progetto Piatto di Sicurezza

A febbraio del 2013 dalla Kenzi Productions è stato girato nelle zone del progetto un videodocumentario (con la regia di Annamaria Gallone, fotografia Gianni Bonardi, Davide Artusi, montaggio Davide Artusi) per documentare contesto, beneficiari e risultati del Progetto Piatto di Sicurezza. Immagini straordinarie e interviste significative raccontano un Paese dal territorio impervio e inaffidabile che, se anche in passato ha strappato migliaia di ex schiavi da morte certa, oggi fatica a garantire una vita serena e sovrana alla sua popolazione.
In questo senso, grazie al Programma Piatto di Sicurezza, l’impegno preso da ProgettoMondo Mlal insieme ai suoi partner haitiani MPP e la dominicana Solidarité Frontalière, è, lì dove erosione, deforestazione incontrollata e cattiva gestione del suolo rendono il quotidiano degli haitiani un corpo a corpo con il destino, quello di ricostruire un naturale ciclo della vita a partire proprio dalla terra e dai suoi frutti. Perché la Natura –appunto come era un tempo- torni benigna e alleata dell’uomo. Perché un nuovo patto di fiducia e scambio tra abitante e habitat garantisca un’alimentazione corretta e sicura a tutti, delle attività agricole produttive e sostenibili ai contadini e alle loro famiglie, uno sbocco economico e un futuro possibile alle giovani generazioni.
Il video, pubblicato in versione originale e con i sottotitoli in italiano, della durata di 20’, è disponibile nella sede italiana di ProgettoMondo Mlal: info sostegno@mlal.org –0039 045.8102105



mercoledì 21 agosto 2013

In Bolivia con la proposta SVE di ProgettoMondo Mlal


Questa volta la destinazione è La Paz, al fianco dei giovani detenuti boliviani. Continuano le proposte di ProgettoMondo Mlal per i ragazzi europei alla caccia di nuove esperienze di crescita personale e formativa.
Ancora una volta l’occasione arriva dal Servizio volontario europeo che offre l’opportunità, a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni e non ha già svolto un servizio Sve superiore ai 2 mesi, di volare fino in Bolivia.
La durata del servizio, a cui bisogna candidarsi entro il 13 settembre, è di sei mesi e prevede un’esperienza ad alto contenuto formativo, affiancando gli operatori sul campo nella realizzazione di laboratori artistici e ludico-ricreativi con i giovani detenuti del carcere minorile Qalauma.
In Bolivia il 40% della popolazione ha meno di 15 anni e i giovani delle classi sociali più vulnerabili sono a forte rischio di emarginazione, scambiando la criminalità per una via d'uscita dalla povertà. Una volta che vengono reclusi, sono spesso privati dell’accesso a beni sociali primari, come istruzione, salute e cultura, il che non fa che compromettere le loro capacità di reintegrazione. A fronte di ciò, ProgettoMondo Mlal e ISEAT collaborano alla piena inclusione di attività culturali nel programma di riabilitazione del Centro di recupero giovanile “Qalauma” di La Paz, dove sono attesi due volontari europei: uno italiano e uno polacco.
La partenza è fissata al primo novembre, con ritorno il 30 aprile, e le attività dei ragazzi selezionati, oltre alla pianificazione e all’affiancamento in workshop artistici, prevedono anche la promozione delle attività artistiche e ricreative di Qalauma e la loro visibilità alla comunità, anche tramite aggiornamento del portale web e del blog.
Si tratta della seconda proposta SVE offerta dalla nostra organizzazione, dopo la recente selezione della giovane veronese, Marta Barin, che nei prossimi giorni raggiungerà la Polonia per prestare servizio in un asilo comunale di Czestochowa con attività educative e di pianificazione.

Clicca qui per il link diretto a informazioni e candidatura!

martedì 20 agosto 2013

Il libro: "Gli porterò un vasetto di miele"

Gli porterò un vasetto di miele”, è un libro scritto a due mani: da padre e figlia. Il primo, Aristide Nannini, è uno storico cooperante di ProgettoMondo Mlal che ha vissuto per anni in Ecuador. La seconda, Sara, è una socia particolarmente attiva della nostra organizzazione, impegnata con ProgettoMondo Mlal in Brianza.
Sara nasce sanissima, ma da subito, per una disattenzione del personale paramedico, viene infettata da un germe: a partire da questo fatto dovrà subire numerosi interventi, resi difficili e preoccupanti per la criticità della situazione.
Lo stile, apparentemente asciutto, quasi cronachistico, contribuisce a esprimere l’incertezza e la precarietà dell’essere umano. Il padre di Sara, autore del libro, se da una parte cerca di far tacere le sue emozioni e quelle della sua famiglia, dall’altra riconosce il sostegno morale offertogli da parenti e amici e soprattutto l’aiuto proveniente da un’incrollabile fede in Dio.
Un testo sincero e toccante, che è già stato presentato lo scorso giugno a Villa Mariani a Casatenovo da ProgettoMondo Mlal e L'Angolo Giro, e che verrà proposto il 30 agosto in Trentino, in occasione del settimo appuntamento con la Scuola estiva di pedagogia freiriana che si svolge dal 28 agosto all'1 settembre a Piazzola di Rabbi.

Grazie a un legame ormai consolidato nel tempo tra la nostra organizzazione e gli autori, il ricavato delle vendite del volume va al nostro progetto “Il Mestiere di Crescere, che promuove la partecipazione di bambini e adolescenti lavoratori organizzati (NATs) di Bolivia, Colombia e Perù alla formulazione di piani municipali per la promozione dei diritti dell’infanzia.

lunedì 19 agosto 2013

Buonismo, scoppia la moda 2013


Tra i fenomeni dell’estate, pare essere esplosa la moda della vacanza “buona”, ovvero quella formula di soggiorno all’estero che, tra un bagno al mare e un’escursione in montagna, è in grado di offrirti anche una mezza giornata in un orfanatrofio o la visita alla cooperativa contadina a 4.000 metri… Quel che basta a “nobilitare” il senso delle nostre ferie e a regalare facile gratificazione da portare come souvenir in Italia.
A confermare il trend “buonista”, è spuntato anche l’annunciatissimo reality di Rai 2 ambientato in un campo profughi del Congo, in cui vip di terza fila saranno chiamati a “sopravvivere” nella povertà e nel disagio allo scopo di sensibilizzare il telespettatore medio circa l’infelicità altrui, e magari provarsi a vincere la nomea del vip più “buono” dell’anno! Le polemiche non mancano ma provengono quasi esclusivamente dall’ambito della cooperazione, degli addetti ai lavori insomma, mentre il pubblico televisivo pare attendere fiducioso…
Approfittando della giovane veronese Martina Adami, rientrata da pochi giorni dal Mozambico, dove per un anno ha lavorato in un progetto di cooperazione nelle carceri di Nampula per conto di ProgettoMondo Mlal, proviamo a capire che impatto e riscontro possano avere, in contesti così complessi, queste nuove tendenze buoniste:
“Due amiche che ho conosciuto in Mozambico lavorano per l’ Unhcr e in un campo a Maratane, a 8 km da Nampula, e si occupano di nutrizione di donne e bambini. Conosco quindi abbastanza la situazione. Pur non volendo entrare nella sfera morale che appartiene a ciascuno di noi, trovo comunque di cattivo gusto irrompere artificiosamente in una situazione di sofferenza! Al di là che sia un campo profughi, una casa per donne che hanno subìto violenza o il reparto di un nostro ospedale, il rispetto per la dignità umana dovrebbe essere assoluto! Tanto più che non ci sarà contraccambio che tenga: sappiamo tutti che un reality in una situazione così “diversa” non potrà essere “realtà”, che nessuna delle parti in gioco avrà alcun desiderio di mostrarsi per quello che è. Quindi necessariamente verranno falsate dinamiche, rapporti, circostanze e iniziative. E il telespettatore stesso cosa ne ricava? La sua eventuale pietà non sarà sinonimo di “giustizia sociale”, come la natura specificatamente “politica della condizione di rifugiato non potrà essere certamente spiegata o approfondita da Albano o la Barale in diretta tv… E allora qual è il senso di tutto ciò?”.
Magari incentivare le donazioni.
“Anche in questo caso bisognerebbe pensarci bene. La carità in sé per sé non cambia il mondo. Lo so, è venuta spesso anche a me la tentazione di tirare fuori la monetina per l’uomo di strada. In Mozambico te la chiedono di continuo. Te la cavi con poco ma al ricevente non risolvi la vita, il giorno dopo starà come prima. E a quei bambini a cui distribuiamo caramelle a piene mani con così evidente soddisfazione, chi pagherà poi il dentista? Tutt’altro è invece contribuire operando alla pari con la popolazione locale, in uno scambio equilibrato, in cui si dà e si riceve. Soltanto questo ci darà, oltre che alla mera gratificazione personale, la garanzia che quello scambio frutterà anche quando avremo girato l’angolo…”.
Facile a dirsi ma cosa consiglieresti di fare ai tanti che vorrebbero rendersi utili in qualche modo?
L’ottimale sarebbe potere fare un’esperienza all’interno di un progetto strutturato in cui tu porti a casa molto e dai il tuo contributo personale a livello di impegno e competenza. Quindi privilegerei organizzazioni di media grandezza che ti garantiscono capacità qualificata nell’intervento ma anche non eccessivi sprechi di fondi per il mantenimento di megastrutture e del personale. Infine investirei soprattutto nel campo dell’istruzione! Su un’istruzione di qualità che nella maggioranza di questi posti manca del tutto e finisce con condizionare pesantemente la crescita e sviluppo del Paese. Penso al Mozambico dove fanno addirittura 9 turni di 3 ore di lezione al giorno, 40 o 50 bambini per classe… A cosa possono servire? Come arriveranno a insegnare a loro volta? Con ProgettoMondo Mlal abbiamo lavorato in 5 diverse carceri del Paese. E abbiamo puntato molto su alfabetizzazione e formazione. Perché, potere crescere in consapevolezza, esperienza e capacità personale rappresenta in definitiva la vera ricchezza di ciascun essere umano”.

mercoledì 14 agosto 2013

Democrazia dell'Altro Mondo, al Festival del Diritto a Piacenza

La democrazia si è estesa dal nord a sud e a est: qual è la sua capacità di affrontare i mutamenti socioeconomici del mondo? È uguale per tutti o è diversa in realtà diverse? Quale l'efficacia per l'affermazione dei diritti e come strumento contro la povertà e la diseguaglianza?
Questioni che saranno affrontate da ProgettoMondo Mlal e Cisv, associazioni impegnate per la democrazia in Africa e in America Latina, chiamate a dare il proprio contributo al Festival del Diritto che si svolgerà a Piacenza dal 26 al 29 settembre.
Proprio nel giorno di apertura della manifestazione, giovedì 26 alle 17.30, le due organizzazioni interverranno all’Auditorium di Santa Maria della Pace sul tema DEMOCRAZIA DELL'ALTRO MONDO, HAITI, PERÙ, MALI E SENEGAL. Saranno presenti la vicepresidente di ProgettoMondo Mlal Ivana Borsotto, e Simona Guida del Cisv.
A intervenire, con interviste videoregistrate, saranno anche le voci dei singoli Paesi.
Quella di Suzy Castor da Haiti, storica e militante per i diritti umani, ha fondato il Cresfed (Centre de recherche et formation economique et sociale pour le développement. Francisco Ricardo Soberón Garrido, difensore dei diritti umani in Perù e già vicepresidente della Federazione Internazionale dei diritti umani del Sud America. Babacar Sarr, da sempre impegnato per lo sviluppo economico e sociale del Senegal, dirige l'Associazione culturale FESFOP. E infine Ousmane Diallo, esperto di gestione delle risorse naturali e del problema del land grabbing.
ognuno di loro parlerà del concetto di democrazia proprio del suo Paese, e dei suoi punti di forza e debolezza.
ProgettoMondo Mlal e CISV sono due ONG che promuovono progetti di cooperazione internazionale in America Latina e Africa finalizzati allo sviluppo locale e alla promozione dei diritti umani. In 45 anni di esperienza in 20 Paesi del Sud del mondo hanno avviato e realizzato oltre 500 progetti grazie all’impegno di più di 1300 volontari.

martedì 13 agosto 2013

Marta, volontaria Sve per i bambini della Polonia

È veronese e sta per compiere 21 anni la giovane selezionata da ProgettoMondo Mlal per un'esclusiva esperienza di volontariato in Polonia.
Marta Barin, già educatrice in asili nido e scuole materne, ha un diploma come dirigente di comunità, e a settembre raggiungerà Czestochowa per la prima proposta SVE della nostra organizzazione.
L´opportunità, riservata ai giovani tra i 18 e i 30 anni, prevede proprio di prestare servizio in un asilo comunale di Czestochowa, la città che ospita il celebre santuario dedicato alla Madonna nera, con attività quindi educative e di pianificazione. L´asilo comprende 14 insegnanti e 145 allievi dai tre ai sei anni e le ore settimanali di servizio sono 35.
La durata dell´esperienza di volontariato internazionale che avrà per protagonista Marta, durerà nove mesi e vedrà la giovane impegnata a collaborare con gli insegnanti, supportandoli nello svolgimento delle attività scolastiche ed extra scolastiche con i bambini.
Le attività giornaliere comprendono lo sviluppo del linguaggio, l´approccio ai concetti matematici, laboratori d´arte, di musica, di ecologia, laboratori per lo sviluppo sociale ed emotivo, attività sportive e all´aperto.

martedì 6 agosto 2013

Aboliamo il reato di clandestinità. Focsiv aderisce alla campagna di Famiglia Cristiana

Focsiv e i suoi Soci, che lavorano quotidianamente per il rispetto dei diritti di tutti e della dignità umana, aderiscono alla campagna lanciata da Famiglia Cristiana per chiedere l’abolizione del reato di clandestinità.

Roma, 5 agosto 2013. Il reato di clandestinità non serve a contenere l’immigrazione illegale ed è contrario al diritto di asilo per tutte le persone che fuggono da guerre e persecuzioni: è quanto denuncia la campagna promossa dal settimanale cattolico più popolare d’Italia.
Il reato di clandestinità, inoltre, ha aggravato la situazione delle carceri e creato una pesante stigmatizzazione dei migranti associandoli a criminali, quando invece sono innanzitutto persone umane alla ricerca di benessere per sé e la propria famiglia, che peraltro contribuiscono alla ricchezza del nostro paese, anche in questo periodo di crisi.
Il presidente della FOCSIV Gianfranco CATTAI invita tutti a firmare la petizione e aggiunge che “è arrivato il momento di dare un giro di vita a tutta la politica sull’immigrazione a cominciare dalla riforma della legge Bossi-Fini che, assieme al reato di clandestinità, ha solo aggravato la situazione degli immigrati, del mercato del lavoro italiano, così come della sicurezza e della giustizia, stimolando le peggiori pulsioni razziste. E allontanando così l’Italia dal novero dei paesi più lungimiranti e attenti ai diritti umani”.
“Papa Francesco a Lampedusa ha richiamato l’attenzione del mondo su questa problematica e ha chiesto un sussulto di senso di responsabilità contro l’indifferenza. – conclude CATTAI - É tempo che tutta la società civile attenta alla dignità dell’uomo faccia sentire sempre più forte la sua voce.”

La petizione si può firmare al seguente indirizzo: www.famigliacristiana.it/speciali/aboliamo-il-reato-di-clandestinita/default.aspx

lunedì 5 agosto 2013

Integrazione e formazione dei giovani, nel doppio appuntamento con la ministra Kyenge

Un doppio appuntamento con l'integrazione, utile a ribadire l'importanza del servizio civile per la formazione dei giovani e il consolidamento di un orizzonte culturale più ampio.
ProgettoMondo Mlal ieri ha fatto il bis. Il nostro presidente, Mario Lonardi, ha infatti incontrato la Ministra Cécile Kyenge, su entrambi i palchi in cui è stata ospite a Verona.
Nel pomeriggio, la Ministra per l’Integrazione – che con la città scaligera ha un legame particolare, data la collaborazione con la la rubrica fissa «Diritti e rovesci» della rivista Combonifem - ha partecipato al taglio del nastro della prima Summer School in Geostrategia africana a Villa Buri, attività di cui ProgettoMondo Mlal è partner. Dopodiché si è recata alla festa del Partito Democratico a Quinzano dove, tra gli altri, ha incontrato alcuni rappresentanti delle associazioni locali impegnate nel processo di accoglienza e integrazione.
Nell'area verde della villa a est di Verona, la Kyenge ha partecipato all'apertura della settimana della scuola di geostrategia africana a cui sono iscritti 50 allievi, tutti giovani laureati per metà italiani e per metà africani. Con loro erano presenti anche i docenti e i promotori dell'iniziativa che la ministra confida di aver incoraggiato ancora prima di diventare parlamentare. “Per tutto il mio mandato”, ha assicurato, “continuerò a incontrare le persone e ad andare sul territorio per accorciare le distanze”.
Dopo il battesimo del master, avviato ieri, e in programma fino al 10 agosto per promuovere una reale consapevolezza delle opportunità presenti in Africa, la Kyenge si è recata alla festa del Pd. Qui ha ricordato la proposta di legge che appoggia per uno Ius soli temperato, e ha ribadito la necessità di affrontare la questione dell'immigrazione a livello europeo.
A snocciolare le varie problematiche in materia di migrazione e giustizia, si sono succeduti don Marco Campedelli, con un focus e alcune testimonianze sugli sbarchi a Lampedusa, il Cestim, che ha sottolineato l'urgenza di intervenire sulla legge Bossi-Fini e per cambiare l'approccio al tema dell'immigrazione, e infine il nostro Lonardi.
Dopo un excursus storico sull'impegno della nostra organizzazione nella cooperazione allo sviluppo e sui temi della migrazione e della giustizia, il presidente di ProgettoMondo Mlal ha ricordato la nostra collaborazione con il festival del cinema Africano, per evidenziare infine l'importanza dei caschi bianchi da inviare a fianco di cooperanti e volontari nel mondo.
Già a Villa Buri la Kyenge aveva annunciato che il Governo Letta ha destinato 88 milioni di euro per il servizio civile, utili alle partenze di 15mila giovani. “Siamo lontani dai 40mila caschi bianchi del governo Prodi”, commenta Lonardi, “ma è fondamentale garantire l'opportunità di esperienze ai giovani per aprire il loro orizzonte culturale, e con esso quello dell'intera società civile”.