venerdì 26 aprile 2013

Turismo Responsabile in Marocco. La nuova sfida di ProgettoMondo Mlal

(Paola Sartori - ProgettoMondo Mlal Marocco) - L’èquipe di ProgettoMondo Mlal Marocco si è lanciata in una nuova attività. Per promuovere uno sviluppo sostenibile, per permettere di conoscere i mille volti del Marocco e per dar visibilità alle attività di ProgettoMondo Mlal nel paese, l’associazione ha dato avvio a un nuovo progetto di Turismo Responsabile.
È nato così un pacchetto turistico a prezzo sostenibile, rivolto a classi, gruppi di giovani, scout e a chiunque sia interessato. Il viaggio alterna momenti di turismo a giornate dedicate alla conoscenza delle attività di ProgettoMondo Mlal in Marocco. Visitando le mediateche del progetto “Bambini in Vaggio” si ha l’occasione di incontrare i ragazzi che partecipano alle attività, in un momento di condivisione e di scambio di idee sull’immigrazione e sui rapporti tra Italia e Marocco. Tramite invece il progetto “La Forza delle donne” ci si immerge a pieno nella situazione dei diritti umani e dei diritti delle donne in Marocco.
I primi ad aderire entusiasti a questa nuova iniziativa sono stati i ragazzi della 5F del Liceo Scientifico Gobetti Segre di Torino. Accompagnati dai loro professori sono partiti dall’Italia per raggiungere Casablanca. Da qui hanno iniziato un viaggio che li ha portati alla scoperta del paese visitando Marrakech, le cascate d’Ouzoud, Beni Mellal, Casablanca, Rabat e incontrando le nostre due equipe e i nostri partners e benificiari locali.

La parola passa a loro che ci raccontano organizzazione e mete del viaggio

(Giulia) - Il viaggio in Marocco è nato con ProgettoMondo Mlal, organizzazione no profit di cui fa parte il nostro professore Giuseppe Cocco. Non si tratta quindi del classico viaggio di istruzione che si limita alla visita di una città o un paese, ma di un viaggio improntato sulla conoscenza, oltre che di usi e costumi marocchini, anche delle problematiche che ci sono in questa terra nordafricana.
L’organizzazione di pernottamenti in alberghi, luoghi di ristoro, e delle attività turistiche e di scambio culturale è stata a carico di Paola, giovane rappresentante sia di Progettomondo Mlal che del programma di cooperazione da noi visitato, “La forza delle donne”.
Per noi ragazzi è stato sicuramente un viaggio ricco di sorprese, e già dall’inizio siamo stati entusiasti! Ovviamente le nostre conoscenze sul Marocco prima di partire erano scarse, avevamo molti pregiudizi e preconcetti. Vedevamo solo un paese più arretrato rispetto a noi, chiuso sia culturalmente che sotto il profilo religioso, non avremmo mai pensato che in realtà le differenze tra noi e loro non fossero poi così grandi. Fortunatamente il professore Cocco ha speso alcune (parecchie) delle sue ore per introdurci nel clima marocchino e per farci capire la diversa realtà che stavamo per affrontare.
Dopo che la nostra cara Paola ha pianificato le mete e i giorni di visita, noi ragazzi abbiamo fatto delle piccole ricerche su ogni città che avremmo poi visitato e sulle sue principali attrazioni, rilegandole tutte insieme in una mini guida turistica che ci è rimasta ancora oggi come ricordo insieme ai miliardi di foto scattate.
Il costo dell’intera gita non è stato eccessivo considerato tutto quello che siamo riusciti a vedere e tutto quello che abbiamo imparato, inoltre ciò che abbiamo pagato all’inizio comprendeva tutto… tranne ovviamente i souvenir!

(Irene) - Il 12 marzo nel pomeriggio abbiamo avuto l'incontro con alcune donne che fanno parte del progetto La forza delle donne. Si tratta di un programma di ProgettoMondo Mlal che ha il compito di rafforzare il ruolo e il peso delle organizzazione femminili nella società civile marocchina, così da accrescerne la partecipazione nella difesa dei diritti delle donne. Parlando con queste marocchine scopriamo una triste realtà: l'82% delle donne è vittima di violenza in casa e il 50% delle giovani non sposate sono oggetto di violenza coniugale. I dati arrivano dai centri antiviolenza grazie alle denunce fatte, ma pensando a tutta la "violenza nascosta" questi dati spaventano ancora di più.
L'associazione si è occupata delle attività di formazione sulle tecniche d'ascolto e i principi base del nuovo codice di famiglia di alcune operatrici che gestiscono associazioni locali. In questo modo le formatrici si sono trasformate in vere e proprie ascoltatrici depositarie di violenze subite in silenzio. I corsi di formazione di queste donne hanno un triplice scopo: prima di tutto quello di proteggere le formatrici dalla carica emozionale di tanta violenza attraverso la presa di coscienza del loro ruolo di "ascolto" e dei loro limiti; quindi l’acquisizione di competenze di "ascolto attivo" che permetta loro un migliore approccio alla violenza; e infine arrivare a creare un numero sempre maggiore di questi centri.
Si tratta di realtà in cui si promuove l'alfabetizzazione delle donne per far loro conoscere i propri diritti e per avvicinarle alla politica.
Abbiamo poi visitato una cooperativa di sole donne, aiutata dalla progetto. Al suo interno c'è anche una sorta di ristorante, dove ci hanno cucinato un cuscus buonissimo, seguito da gustosi dolcetti tipici. Parlando con alcune di queste donne abbiamo capito quanto sia inusuale e difficile mantenere la loro attività e ci hanno spiegato che borsette, sciarpe e i vari prodotti che espongono, sono tutti fabbricati esclusivamente da donne. Questa cooperativa è davvero importante, perché rappresenta la voglia di lottare delle marocchine per la propria indipendenza sia economica che di opinione e pensiero.
Abbiamo vissuto un’ esperienza che ci ha fatto capire quanto sia importante la parità di opportunità tra le donne e gli uomini in Italia, e quanto queste associazioni possano fare per cercare di raggiungere anche un'uguaglianza concreta, e non solo teorica, tra uomo e donna.

Francesca) - La parola chiave del fenomeno migratorio è “responsabile”. Dal momento che la migrazione interessa gran parte del Marocco, ProgettoMondo Mlal si è occupato di aprire delle mediateche nel paese magrebino: spazi ricreativi per i ragazzi, in cui vengono proposte diverse attività, dal teatro alla pittura. Qui, gli educatori si occupano anche d'informare i giovani marocchini che intendono emigrare di eventuali rischi e problemi e, prima di tutto, li invitano a non affidarsi a organizzazioni criminali. L'obiettivo è quello di responsabilizzare i ragazzi ma allo stesso tempo fornire loro i mezzi per sopravvivere nel paese di appartenenza, evitando quindi di partire. Insomma, si punta a cercare di sviluppare le loro attitudini perché possano svolgere in futuro un lavoro.
Il progetto sembra strutturato molto bene e credo sia un'opportunità importante per i ragazzi, soprattutto nei paesi più piccoli dove magari sono minori le possibilità d'informazione. È stato fondamentale, per comprendere meglio la vita dei giovani in Marocco, l'incontro con i ragazzi di una scuola di Beni Mellal. Nella mediateca che ci ha accolti erano infatti affisse alle pareti poesie e disegni dei ragazzi, e grazie all'incontro alcuni pregiudizi sono stati sfatati.
Ad esempio ero convinta che la maggior parte delle ragazze portasse il velo e invece con mia grande sorpresa all'incirca la metà delle ragazze aveva il capo scoperto. Poi pensavo che la vita dei giovani fosse molto più sotto il controllo della famiglia e invece erano i ragazzi stessi che ci tenevano a precisare che loro sono esattamente come noi: usano Facebook, gli smartphones, escono con gli amici… Solo alcuni di loro sono molto più attaccati alle tradizioni e, per esempio, rispettano le cinque preghiere della giornata e le ragazze più tradizionaliste portano il velo. Ciò che inoltre mi ha colpito è il rapporto tra i giovani e la religione: i ragazzi che hanno parlato con noi (almeno la maggior parte) hanno mostrato un certo distaccamento dalla fede che si può vedere chiaramente dal fatto che non rispettano le ore di preghiera. Un altro elemento di sorpresa è stato l'abbigliamento: mi aspettavo di trovare ragazzi e ragazze in abiti tipici invece quasi tutti portavano maglietta e jeans. L'incontro diretto con i giovani mi ha fatto capire come si stia evolvendo anche la società marocchina: il cambiamento parte proprio dai più giovani che cercano di avvicinarsi di più alla società occidentale.

Nessun commento:

Posta un commento