lunedì 8 aprile 2013

30 immagini di libertà

Ci sono molti modi per capire, vivere ed esprimere la libertà. 15 ragazzi del Centro di reinserimento sociale Qalauma raffigurano, attraverso fotografie del loro quotidiano, ciò che signfica vivere dietro le sbarre ma ugualmente sentirsi liberi.
Dopo aver partecipato a un workshop di fotografia di 20 ore, condotto dal fotografo spagnolo Guillermo Gallego, nel Centro di Qalauma a La Paz in Bolivia, è stato lanciato il concorso Photo Libertad, con l’obiettivo di promuovere il modello socio-educativo che si applica nel quadro del progetto Liber’Arte.
Grazie alla proposta di Liber’Arte i detenuti che arrivano a Qalauma vivono un processo di totale astinenza da droga e alcool al termine del quale, accompagnati da un lavoro in ambito psicologico, hanno accesso a consulenze educative personalizzate e a seminari di formazione finalizzati al reinserimento sociale.
"L'obiettivo del workshop – spiega Gallego - è stato quello di sensibilizzare i giovani nella loro creatività ed espressione artistica attraverso la fotografia, e di coinvolgere la società civile nella realtà che si vive in questo Centro, ma da una prospettiva umana".



"Scattando le foto ritroviamo quella libertà interiore che sentiamo pur essendo rinchiusi. E ciò che vogliamo trasmettere è che non siamo ragazzi 'cattivi e criminali', ma persone che meritano un'altra opportunità", ha detto Kevin, 22 anni, vincitore del primo premio del concorso fotografico.
Durante il workshop si sono affrontati concetti teorici relativi al funzionamento di una macchina fotografica così come i diversi ambiti in cui si utilizza la fotografia come fotogiornalismo, la moda, la pubblicità e i ritratti.
I ragazzi di Qalauma hanno dunque imparato a leggere le immagini, analizzando l'opera di grandi fotografi nel mondo, a capire la composizione dell’immagine e il messaggio implicito.
"Abbiamo visto il lavoro di fotografi famosi che non avevamo mai sentito nominare - dice Cristian, 20 anni, uno dei partecipanti al workshop -  ed è stato una fonte di ispirazione per eseguire la pratica con più conoscenza".
Nella parte pratica hanno poi scattato foto di paesaggi, ritratti, immagini artistiche, statiche e in movimento.
"I ragazzi di Qalauma hanno così trovato nella fotografia un modo per esprimere se stessi, e anche se la vita in prigione è sempre limitante si sono lasciati andare a mostrare come sentono e interpretano la libertà", ha spiegato l'esperto.
Sebbene la maggior parte dei partecipanti, ragazzi tra i 18 ei 23 anni, non avesse mai preso in mano una macchina fotografica, tutti hanno avuto la possibilità di acquisire esperienza con le macchinette usa e getta fornite dagli organizzatori del workshop.
Vestendo i panni di fotografi, i giovani ospiti di Qalauma hanno catturato l'atmosfera interna della prigione, le relazioni interpersonali e familiari, la convivenza con gli educatori e con il personale di sicurezza, la personalità e l'identità dei giovani e le attività educative del programma di reinserimento sociale.
"La gente all’esterno non sempre sa quello che facciamo e il modo in cui viviamo, e anche se reclusi, non siamo privati ​​dei diritti civili. Anche qui all’interno del Centro si fanno grandi amicizie e tante attività. Insomma stiamo cambiando e cambiando per il meglio ", dice Luis Fernando, 20 anni, secondo classificato.
"Tutti i ragazzi hanno mostrato un atteggiamento entusiasta e partecipativo... La cosa più importante è che la società potrà conoscere, tramite le fotografie, l’esperienza di Qalauma, la realtà che vivono", ha concluso il fotografo spagnolo.
Le esperienze di questi giovani sono ora riassunte in 30 immagini che faranno parte di una mostra itinerante che girerà in carceri, centri culturali e spazi pubblici di La Paz e di El Alto.

Giacomo Rotigliano
volontario

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