venerdì 14 dicembre 2012

"E poi soltanto un uomo". Un libro di Gianfranco Testa

Quarant'anni di America Latina raccontati da un missionario, Gianfranco Testa, vissuto più di 4 anni nelle carceri argentine ai tempi della dittatura dei colonnelli, e poi migrato in Nicaragua e Colombia.
Anni intensi e raccolti nelle pagine del libro autobiografico “E poi soltanto un uomo”, presentato di recente a Fossano dalla vicepresidente di ProgettoMondo Mlal, Ivana Borsotto insieme al settimanale locale “La fedeltà”.
“Credo che mi sia stata assegnata questa responsabilità di riflettere e discutere sul libro di Padre Testa perché ho conosciuto l’America Latina in diversi viaggi del mio lavoro con ProgettoMondo Mlal in Colombia, Perù , Argentina, Bolivia, Haiti, Nicaragua e ancora oltre”, commenta Borsotto.
“So bene che le mie esperienze sono state più superficiali della lunga e intensa vita missionaria di Padre Testa che ha gironzolato per anni in America Latina, ma ho visto in presa diretta le periferie, i campi bruciati dalla siccità, le bambine abbandonate, le bande giovanili, le carceri, e anche l’impegno, il lavoro, la speranza e le delusioni di donne e uomini che lottano per il riscatto e la dignità della persona. E allora un po' ho capito che l’America Latina è per noi  uno specchio, un banco di prova, uno stimolo al cambiamento e all’azione”.
La presentazione del libro per la nostra vicepresidente ha rappresentato quindi un grande onore, focalizzato nel cercare di promuovere una lettura che, a sua detta, “appassiona e fa riflettere. Non solo sull'America Latina, ma ancor più su noi stessi”.
È un libro di fede e speranza, da cui impariamo che la carità è lotta, cioè un impegno diretto, personale a sporcarsi le mani e, come dice Don Ciotti, a lavorare con i poveri. È un libro che ci mostra la vita reale, i paesaggi, le processioni e la festa delle candeline, le case dei preti, le bastonate e le torture, una caduta da cavallo e una gita al mare, cosa può fare un televisore o un camion in viaggio da Achuapa a Leon, il ghiaccio contro il mal di denti nelle carceri, la paura, i morti nascosti nelle sterpaglie. È un libro di incontri, di amici: Padre Joaquin, Enrique Erro, Monsignor Distefano, Suor Josefina, i confratelli e le consorelle, il cavallo Payo e il cane Amigo. È un libro di formazione, con le parole generatrici di pensiero, con i corsi di alfabetizzazione in cella e quelli sul perdono e la riconciliazione, con le parole della Bibbia sempre meditata. Con l’Esodo in Argentina, Esdra e Neemia in Nicaragua, i Profeti in Colombia. È un libro di fiducia nell’amore e di speranza nella giustizia della Chiesa, con Paolo IV che a Bogotà nel ’68 afferma che “il povero è sacramento di Dio” ma con il Nunzio Apostolico che gioca a tennis con il dittatore Massera, con la lavata del capo in Segreteria di Stato a Roma da parte di un futuro Cardinale (al rientro dall’Argentina) e con il “ringraziamento a Dio per non aver più dovuto tornare lì. Un libro, quindi, che ci assicura che è bello vivere cantando sempre le lodi del Signore”.

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