domenica 28 ottobre 2012

Haiti: Le macerie del giorno dopo

27 ottobre 2012, Fonds-Verrettes, Haiti - Una visita di ricognizione ci dà una misura dei danni già visibili: numerose case danneggiate, intere superfici del centro urbano completamente sommerse d’acqua, fino a due metri.
Sotto il sole di questa mattina, la catastrofe splende maestosa e parla da sé, senza retorica.
Abbiamo dovuto intraprendere diverse vie secondarie, tra le colline, per arrivare a piedi al cantiere del nostro centro comunitario. L’auto non può muoversi a causa di tratti di strada o ancora inondati, o crollati al passaggio dell’acqua, o invasi dalla vegetazione trasportata dal vento.
Arrivati al cantiere, 18 operai (tra loro 13 del luogo) sono al lavoro: appena visto il bel tempo hanno cominciato a versare il cemento ed elevare muri: nessun danno all’opera, ma il capo cantiere dice che il camion con i materiali per la fase successiva è fermo a Ganthier (cittadina tra Port-au-Prince e Fonds-Verrettes) in attesa che le condizioni della strada ne permettano il passaggio.
Quando il camion potrà arrivare, noi di conseguenza potremo rientrare a Port-au-Prince: speriamo che ciò sia possibile nel corso del weekend. Inoltre sembra che un ponte sia crollato in prossimità di Ganthier. Chi ci darà conferma è una animatore comunitario del nostro progetto che si è diretto a piedi verso il luogo (30 km circa di cammino): d’altra parte non c’è altro modo per i locali per verificare lo stado delle vie di comunicazioni.
Un operatore di Fonkoze, associazione di microfinanza che lavora in tutta la municipalità, ci informa che sta partendo per Foret Des Pins, nella regione più elevata, a fine di stimare i danni sofferti dai suoi clienti, soprattutto commercianti. 20 km a piedi, teme che la moto non possa passare in certi punti: la strada è tutta sterrata, frequentemente si creano delle larghe fratture e in più certi punti sono impraticabili, a causa degli alberi caduti.
A ritorno dal cantiere, dobbiamo inerpicarci sulle colline, per tagliare il tratto di Fonds-Meril che porta alla centrale di polizia e al centro urbano: impossibile passare, l’acqua ha creato una laguna profonda fino a 2 metri. I bambini ci sguazzano come fosse una piscina di fortuna.
A Cazeau trovo una beneficiaria, Mireille, studente del corso di posa di ceramica, una delle più intraprendenti, e un’animatrice nata: culla il nipotino, accanto alla casa inondata dei suoi fratelli e genitori.
“Io vivo a Soulancé, non lontano dal vostro ufficio: quella zona è più elevata e al sicuro. Non ho sofferto danni, ma questa casa, dove vive la mia famiglia, è stata travolta dall’acqua. L’entità dell’inondazione ha raggiunto i livelli del 2004, ma con una differenza importante. I Fonds-verrettiani stavolta hanno avuto il tempo di correre ai ripari: in 5 giorni di pioggia abbiamo avuto il tempo di abbandonare le case a rischio, che sono state inondate nel corso di venerdi pomeriggio e di questa notte. Grazie a Dio, stavolta eravamo all’erta: non come il 23 maggio 2004, quando un solo lungo giorno di pioggia bastò per gonfiare i torrenti tra i monti e a riversarli d’improvviso nel centro, durante la notte, quando tutti dormivano e nessuno se l’aspettava. L'uragano Sandy è stato più clemente: ha abbaiato, prima di mordere”. Mireille sorride e mi accompagna al rio.  
Il mercato che riposa sul greto del fiume, è stato portato completamente via dal passaggio dell’acqua: non molte infrastrutture, giacché è un mercato povero e precario, in attesa di una costruzione solida, in una zona più sicura. Ma il torrente di fango si è portato via tutte le bancarelle, i frigoriferi (per così dire...non hanno corrente): i mercanti si sono ritrovati bloccati dall’acqua che passava ai lati del letto del fiume e non hanno potuto attraversarlo con i loro attrezzi. Fa impressione vedere ora la distesa del fiume, la sua fisionomia si è volta in una distesa bianca, lucente nel sole del mezzogiorno, un deserto di pietra, desolato.
Un mercato di fortuna si è creato nelle vie centrali, a pochi metri dal Comune: le donne, i commercianti si arrangiano alla meglio per vendere ciò che possono; gli abitanti si accalcano per trovare qualcosa da mettere sotto i denti.
Oggi è una giornata di ripresa, di prime osservazioni e stime dei danni, nei prossimi giorni ci saranno delle valutazioni ufficiali, da parte delle istituzioni pubbliche e della protezione civile.
A Fonds-Verrettes la gente è sotto shock ed è preoccupata di riparare i danni. Probabilmente dovremo riprogrammare certe attività: la cerimonia prevista per il 18 novembre in occasione della battaglia di Vertieres del 1803 (che determinò la fine de lla schiavitù e l’indipendenza di Haiti) e per la consegna ufficiale dei certificati ai beneficiari, dovrà probabilmente essere rinviata: non è il momento di festeggiamenti, e molti non saranno in condizione di partecipare.

Petra Bonometti
responsabile "Viva Haiti" ProgettoMondo Mlal

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