giovedì 27 settembre 2012

Il mestiere di crescere in un video

In Paesi come Perù, Bolivia e Colombia, dove la metà della popolazione ha meno di 18 anni, il tasso di povertà e di violenza su minori di poco inferiori al 50%, esigere il rispetto dei diritti dell’infanzia è innanzitutto un dovere al quale non deve essere possibile sottrarsi. Tanto più che in questi stessi Paesi, esistono già da decenni solide esperienze autorganizzate di bambini e adolescenti, lavoratori e non lavoratori, che fin dai 7, 8 anni, partecipano concretamente alla vita sociale ed economica del loro Paese, comune o quartiere, facendosi carico con impressionante senso di responsabilità di un proprio ruolo attivo nella crescita della famiglia o della loro comunità.
Il progetto di cooperazione allo sviluppo della Ong ProgettoMondo Mlal, “Il Mestiere di Crescere”, scommette appunto sul protagonismo dell’infanzia quale primo motore di cambiamento. Affinché, al di là dei numeri, venga riconosciuto il peso politico che il protagonismo dell’infanzia, nonché una sempre maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri da parte dei bambini e adolescenti, hanno nella società di oggi.rché se al Nord del mondo parliamo dei nostri figli come degli adulti di domani, nel Sud del mondo, a costruire l’oggi, giorno dopo giorno, sono già da tempo proprio i bambini. E molti di loro non ci chiedono compassione ma fiducia e solidarietà.
La fatica, le ambizioni e i risultati del “Mestiere di crescere” sono ora immagini nell’omonimo videodocumentario. Girato lo scorso gennaio dall’equipe Kenzi Production, con la regia di Annamaria Gallone e il coordinamento dell’ufficio Comunicazione di ProgettoMondo Mlal, il documento raccoglie le testimonianze dei bambini e adolescenti peruviani, lavoratori e non, che partecipano attivamente alle attività di Progetto e che, grazie anche a questa opportunità, si sentono supportati nella non sempre facile battaglia per l’affermazione del loro protagonismo.
Il panorama delle testimonianze è ricco e composito. Ascoltiamo infatti bambini di 10 anni, adolescenti di 12, 14 anni, che dividono la propria giornata tra attività lavorative per contribuire al sostentamento della famiglia e per pagarsi gli studi, la normale attività scolastica, un impegno attivo nei gruppi e associazioni che promuovono i diritti dell’infanzia presso istituzioni e società civile, e tutte le altre comuni attività dei ragazzi della loro età: sport, studio, musica… Il tutto, costituendo spesso anche un’eccellenza nelle rispettive classi.

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