venerdì 28 settembre 2012

Haiti: il seme della sicurezza

Aggiungi didascalia
Il ciclone Isaac si farà dolorosamente ricordare a Fonds-Verrettes per tutta la stagione agricola. A essere in pericolo è la sicurezza alimentare della popolazione, che vive principalmente dei frutti della terra.
La sicurezza alimentare implica il mantenimento delle condizioni che permettono alla popolazione di avere stabile e costante accesso a quantità sufficienti di cibo.
Oltre ai raccolti distrutti (
principalmente mais e patata, che in questa zona di Haiti rappresentano fino all’80% della produzione), il ciclone ha fatto strage di semi. E i semi sono il germe che garantisce i raccolti seguenti.
Prendiamo un esempio, la patata, che qui è la regina dei campi. Normalmente, i coltivatori locali lasciano il 20% della coltivazione per la semente, che (d’accordo alla specie) è capace di produrre fino al 800%: di 100 piante di patate seminate, 20 sono destinate alla scorta di semi, ognuno dei quali produce fino a 8 piante.
Sebbene a Fonds-Verrettes le 4 raccolte annuali di patata potrebbero assicurare una rapida ripresa, questa capacità di rigenerazione è stata bruscamente ridotta. Magazzini agricoli scoperchiati, pioggia ovunque, piante in fiore rase al suolo e semente marcita o distrutta. La parte salvabile è piantata d’urgenza per evitare di perderla: ma ciò significa perdere la capacità di semina dei prossimi sei mesi (tant’è la durata massima dei semi).
Il processo per recuperare la produzione sarà quindi lento e duro, e gli sforzi moltiplicati per gli agricoltori locali che avranno bisogno di almeno un anno per tornare a condizioni di normalità. Questa perdita, inoltre, ha conseguenze indirette altrettanto gravi in termini di capacità d’acquisto di altri alimenti che fondano la sicurezza alimentare locale.
La patata per la popolazione di Fonds-Verrettes, principalmente contadina, è un’importante fonte di guadagno a seconda della stagione del raccolto di marzo, fino al 60% è destinato alla vendita, che permette d’acquistare altri beni alimentari, e dunque aumentare la varietà della dieta della popolazione.
Haiti vive di prodotti agricoli importati. Il riso Miami è il re della tavola, nonostante il riso si coltivi localmente e nello scorso secolo fosse un prodotto di esportazione che, insieme ad altri prodotti, garantiva l’auto-alimentazione della popolazione a livello nazionale.
L’importazione non regolamentata di derrate agricole dall’estero ha distrutto la maggiornaza delle coltivazioni locali, molto peggio di Isaac e con un impatto devastante sulla sovranità alimentare del Paese.
Petra Bonometti
responsabile "Viva Haiti"
ProgettoMondo Mlal

Nessun commento:

Posta un commento