giovedì 20 settembre 2012

Anche una collaboratrice negli scontri a La Paz

Il giorno dopo la tragica manifestazione dei minatori a La Paz, la bara con la vittima dei violenti scontri di martedì è rimasta esposta tutto il giorno a pochi passi dalla sede del sindacato, vegliata dai colleghi. Ieri sera un lungo corteo di colleghi e amici lo hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio verso Colquidi, davanti all’entrata della miniera dove il feretro è stato poi sepolto.
Il 18 Settembre 2012 sarà dunque ricordato come un giorno di violenza e caos nella città di La Paz. Un morto e decine di feriti, sono il bilancio della giornata che era immediatamente apparsa come cruenta.
Anche in Bolivia la problematica dei minatori è più attuale che mai e desta preoccupazione e grave sconcerto nella stessa opinione pubblica. Tuttavia, a differenza del contesto europeo, qui più che per una maggiore protezione da parte del governo, ci si scontra per veri e propri conflitti di interesse tra 2 diverse categorie: dipendenti di cooperative e dipendenti statali.
Il cuore della zuffa trova infatti le radici nel controllo delle opere di perforamento della ricca miniera di zinco, piombo e stagno, chiamata Rosario de Colquiri, a 230 chilometri a sud est da La Paz. Se da una parte i dipendenti statali chiedono la nazionalizzazione dei lavori, facendo appello al programma politico del 2003, in cui si parla della restituzione delle risorse naturali allo Stato boliviano; dall'altra, i lavoratori delle cooperative, preoccupati di perdere il proprio lavoro attuale e futuro, esigono che venga rispettata l’assegnazione delle aree, così come previsto nel Decreto 1337. Secondo questa ultima disposizione, il 70% della miniera spetterebbe al settore cooperativo e il 30% al settore dei dipendenti statali.
Gli scontri tra le due parti in Bolivia non sono nuovi. Lo scorso giugno, proprio all’entrata della miniera, in seguito all’occupazione della miniera da parte degli statali, si erano registrati i primi tafferugli che avevano provocato una decina di feriti.
E’ stato proprio questo ultimo avvenimento la ragione che ha spinto i dipendenti delle cooperative a mobilitarsi, bloccando per 2 giorni le maggiori vie d’accesso alla capitale amministrativa e, contemporaneamente, indicendo una grande manifestazione pubblica per questa data.
Oltre ai diversi danni contro mezzi pubblici e infrastrutture, diversi i feriti e i disagi per i passanti. Tra loro una giovane collaboratrice di ProgettoMondo Mlal, Jhovana Sanchez Cruz, che è dovuta correre d’urgenza in ospedale per farsi medicare alcune ferite provocate da un’esplosione di carica di dinamite esplosa in mezzo alla strada.
Inoltre un piccolo gruppo di minatori dipendenti delle cooperative ha anche attaccato la sede del Sindacato dei Lavoratori Minatori Boliviani (FSTMB), prima a colpi di pietre e infine con la dinamite. Quando la polizia è riuscita a disperdere i manifestanti i lacrimogeni, dall’interno dell’edificio si sono udite le prime grida. Hector Choque, il ferito più grave, è poi deceduto in ospedale.

Rosilde Brizio
Casco Bianco Bolivia
ProgettoMondo Mlal

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