venerdì 29 giugno 2012

Vacani Vacani, pensa pensa!

Vacani Vacani: due parole ripetute che in makua significano letteralmente “piano piano”. Un termine che nasconde un significato intrinseco molto più ampio, generale e quasi filosofico.
In un Paese come il Mozambico - ma verrebbe da dire come in tutta l’Africa- si tratta di un concetto fondamentale per capire con chi si ha a che fare: che sia per lavoro o per un semplice viaggio turistico. Come detto “vacani vacani” è un’espressione che ha a che fare con il tempo, una concezione del tempo però tutta africana e makua in particolare.
Qui il significato del tempo è ancora quello di una volta, di secoli fa, quando ancora l’industrializzazione, il lavoro con i suoi ritmi forsennati, il bisogno di essere rapidi per essere più produttivi, ancora non esisteva.
Allora il tempo si basava sui ritmi della natura: sorge il sole ci si sveglia, cala il sole si va a dormire. Poco tempo per le inezie, il lavoro era vita, era sopravvivenza: alla mattina nei campi a curare le produzioni agricole basiche, a cercare frutti spontaneamente donati da madre natura alle mani di persone bisognose solo di cibo, e non di confezioni plasticate, celofanate, monoporzioni già tagliate, lavate e subito pronte per essere mangiate, liofilizzate…Niente di tutto ciò! Tutto si raccoglieva così com’era, dal “banco” della natura, fosse esso bosco, foresta, savana o l’orticello familiare. E quindi ci voleva tempo per cercare, raccogliere, riconoscere, provare… vacani vacani quindi, piano piano.
Non c’era fretta.
Anche chi cacciava, gli uomini teoricamente, non avevano certo armi sofisticate, fucili e piombini. Arco, frecce, trappole più o meno ingegnose.
Anche in questo caso la pazienza era un’arte. E quest’arte ancora oggi viene abbondantemente praticata dagli africani, di qualsiasi categoria, classe sociale, razza, sesso, religione.
Insomma nessuno può esimersi dal fare le cose con calma. Il che significa che se vuoi “sopravvivere” devi adattarti ai loro ritmi, e quindi capire cosa significa quel vacani vacani, che in ogni dialetto ha la sua traduzione: kutsongo kutsongo in shangana, dialetto della zona centro meridionale del Mozambico, vadeguana vadeguana in bitonga dialetto della regione di Inhambane, pole pole in Tanzania.
Cambiano le parole, ma il significato resta lo stesso: piano piano! E non c’è sviluppo, modernizzazione, civilizzazione, occidentalizzazione che tenga, non c’è nord e non c’è sud, c’è solo questa concezione del tempo che, nonostante siano passati secoli, guerre, schiavitù, indipendenze, programmi di sviluppo, cooperazione, ONU, FAO e chiunque altro abbia tentato o stia tentando di migliorare le cose, ancora non cambia e probabilmente non cambierà mai.
Perché probabilmente è giusto così. O forse no, ma chi siamo noi per dirlo!? Perché “loro” devono uniformarsi ai nostri ritmi frenetici? Produttività, ottimizzazione dei tempi, riduzione degli imprevisti e degli spazi morti…perché dobbiamo esportare anche tutto questo!? Chi ha detto che questo è sviluppo!? Chi ha detto che tutto ciò è migliore? Solo perché noi siamo “sviluppati”? Solo perché “noi” siamo al nord e “loro” al sud!? Lasciamogli quindi il beneficio del dubbio almeno.
Cerchiamo di capire perché due semplici parole significano così tanto. Cerchiamo di assorbire quel significato intrinseco che si porta dietro il “vacani vacani”. Perché poi alla fine dei conti, se vivi con loro, in mezzo a loro, lavori con loro, fai affari con loro, non puoi esimerti dal conformarti ai loro ritmi, anche perché o ti adatti o…ti adatti! Hai bisogno di un documento? Vai all’ufficio e ti mettiin fila, sempre che esista (!). Hai bisogno del visto? Vai all’immigrazione e aspetta, perché potrebbero volerci mesi prima di ottenerlo, potrebbero volerci documenti che cambiano da un giorno all’altro, e che il solerte impiegato responsabile il giorno prima non ti ha menzionato.
Devi aprire un’impresa? Preparati perché i tempi saranno biblici. Devi portare avanti un progetto!? Sappi che tutti coloro con cui avrai a che fare non rispetteranno mai le tabelle di marcia, i flussogrammi, gli schemi fatti a tavolino.
Niente da fare amico, qui siamo in Africa e tutto è vacani vacani. Prendi fiato, respira, non avere fretta, perché qui nessuno ha fretta, pensa bene a quello che fai.
Ecco, questo è quello che qui fa la differenza: pensare bene alle cose da fare, a come farle, quando, dove e perché. Non in quanto tempo. Perché di tempo ne avrai in abbondanza, ma se le cose le fai bene poi probabilmente resteranno a lungo nel cuore delle persone, se le fai male passano e nessuno mai se le ricorderà.
Pensare è quindi la parola d’ordine, ma attento amico pensa con calma, rifletti, mettici tutto il tempo che vuoi e di cui hai bisogno, perché tanto troverai sempre qualcuno pronto a ricordarti che le cose si fanno, sì, ma vacani vacani.

Francesco Margara
ProgettoMondo Mlal Mozambico

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