lunedì 25 giugno 2012

Triciclos: Pedalare per sognare un futuro migliore

Quando si parla di taxi la prima immagine che viene in mente sono le auto bianche che circolano numerose nelle grandi città italiane e che trasportano persone in cambio di ricche tariffe. Appena usciamo però dai confini del nostro Paese ci accorgiamo che, in molti luoghi, il taxi può essere molto più economico, non sempre un automobile… persino un mezzo a trazione umana!
Dai film, documentari o racconti di amici viaggiatori, molti conoscono già i caratteristici Risciò indiani o cinesi. Mezzi umili, e a volte improvvisati, spinti esclusivamente da forza e pazienza di persone appartenenti a classi sociali basse.
Meno persone, invece, sanno che questi mezzi sono diffusi anche in Nicaragua, ma con una differenza: mentre nei Paesi asiatici il conducente precede i passeggeri, qui le posizioni sono invertite: il conducente spinge letteralmente i viaggiatori.
Il triciclo (o Chunche) viene costruito da artigiani specializzati che uniscono la parte posteriore di una bicicletta (ruota, sella e pedali) a una struttura a “casetta”, composta da tubolari di ferro saldati tra loro, che viene poi rivestita da una tela impermeabile. Una struttura semplice ma funzionale, a un costo accessibile per molti.
Ecologico, economico per i clienti, e sufficientemente rapido e confortevole nelle brevi distanze, si è diffuso rapidamente in questo Nicaragua. Ne è un esempio Chinandega, città di circa 150.000 abitanti situata nell'area nord-ovest del Paese.
L'idea di costruire tricicli e di offrire, con questi, un servizio di trasporto-passeggeri è nata negli strati sociali più poveri della popolazione locale che, trovandosi in una situazione generale di povertà e disoccupazione, trova in questo mezzo l'opportunità di assicurarsi un salario e quindi di mantenersi e mantenere la propria famiglia.
Secondo Miguel Angel Ordonhas Reyes, impiegato del Dipartimento di trasporti Intramunicipali, sono 1150 i mezzi legali e circa 300 quelli abusivi. La maggior parte sono giovani al di sotto dei 30 anni, di cui solo 5 sono donne (tutte ragazze madri).
E' un lavoro umile e faticoso: secondo il parere di molti medici, dopo 3-4 anni di lavoro i triciclistas presentano problemi alla prostata e alla colonna vertebrale causati dallo sforzo prolungato.
Ma rappresenta una valida alternativa alla vita di strada e dà speranza in un futuro migliore. Secondo le stime del Municipio di Chinandega, infatti, circa l'80% dei conducenti di taxi-triciclo hanno alle spalle situazioni difficili. Facevano parte di pandillas (bande giovanili) e abusavano di alcool e droghe.
Juan Pablino Blanco (Pallino per gli amici), 41 anni, è originario della zona rurale di Chinandega, ma vive ora in città, in una piccola casa insieme alla moglie e ai 2 figli.
Quella di Pallino è la storia di tanti Triciclistas di Chinandega.

Pablino, cosa faceva prima di iniziare a lavorare come tassista?
Ho studiato al Collegio Mercantile di Chinandega senza però riuscire a concludere i miei studi. Grazie alle mie conoscenze avevo comunque trovato un posto di lavoro come impiegato contabile in una grande impresa chimica di Managua. Questo fino al 2002, quando mi sono ritrovato per strada e senza un lavoro a causa dei tagli al personale decisi dall'azienda.
Sono così tornato a Chinandega dove ho imparato il mestiere di elettricista accompagnando un mio amico che aveva tutti gli attrezzi necessari e che mi insegnava come fare. Mi piaceva.
Perché non ha proseguito con l'attività di elettricista?
Non avevo gli attrezzi per poter mettermi in proprio e lavoravo troppo poco per mantenermi. Avevo già un bambino piccolo e dovevo procurarmi i beni di prima necessità. Così dal 2004 ho preso la decisione di affittare un mezzo e lavorare nelle giornate in cui non avevo niente da fare come conducente di triciclo.
Tutti posso fare questo lavoro. Ti permette di guadagnare da subito quel tanto che basta.
Devi solo mangiare a sufficienza e abituarti al grande sforzo.
Sono molti a fare questo lavoro?
E’ un lavoro duro ma il guadagno è immediato e sufficiente. E grazie a questo lavoro molti giovani, e anche meno giovani, sono usciti dalle “pandillas” (bande locali).
E’ un’attività che ha creato molti posti di lavoro, non solo per quanto riguarda i conducenti dei tricicli. Dagli artigiani che producono e riparano il mezzo, ai sarti che forniscono i rivestimenti; dai rivenditori di bici, ai gommisti che riparano le gomme bucate. Persino per gli impiegati del Comune che devono occuparsi del rilascio dei permessi.
Mi racconti una sua giornata tipo.
Lavoro 7 giorni alla settimana, dalle 6:00 del mattino fino alle 6:00 di sera. Le uniche soste che mi concedo sono il pranzo in famiglia e un'ora con i miei amici nel pomeriggio. Mi fermo nell'angolo di “donde fue mi rancho 1 cuadra al norte”. In quel posto è fissato il nostro ritrovo. Poi mi fermo quando sono costretto dalla pioggia troppo forte.
Dopo 8 anni di lavoro ho la mia clientela. Per esempio Juana e Ana sono due bambine di un'amica e io ogni mattino alle 7:30 le porto a scuola nella parrocchia di Santa Ana.
Poi mi fermo dalla madre che mi offre un buon caffè, così ho la colazione garantita.
Svolge la sua attività in zone stabilite?
No, non ho una sola zona. L’area centrale della città non è molto estesa e quindi seguo semplicemente la mia esperienza o il mio istinto. So, ad esempio, che al mattino c'è gente attorno mercato del Municipio, mentre nel pomeriggio la gente si sposta dall'altra parte della città, verso il “Parque Central”.
Ci sono poi 2 zone vietate, in pieno centro e nel mercato, perché i triciclos causerebbero imbottigliamenti. Qualcuno infrange la legge perché sono zone dove puoi trovare tanti i clienti, ma io non rischio. I controlli sono frequenti e le multe salate.
A quanto ammonta il suo ricavo giornaliero?
Riesco a incassare circa 200 Cordoba al giorno (7 euro) che sono sufficienti per fare la spesa per la mia famiglia.
Alcune giornate mi vanno meglio, altre invece non prendo molto. Ieri, per esempio, sono riuscito a comprare anche delle scarpe nuove a mio figlio. Era davvero contento.
Dipende molto anche dal tempo. Se piove ho più clienti, ma se piove troppo, come spesso succede, sono costretto a fermarmi perché si allagano le strade.
Siete organizzati in associazioni o cooperative?
Ci sono 4 cooperative che gestiscono il mercato. La mia si chiama “Ciclotaxi”.
Non offrono alcun servizio a beneficio dei propri soci. Pagando la retta annuale si limitano ad aiutarci nelle pratiche per avere i permessi del Municipio.
Che progetti ha per il futuro? E' deciso a continuare in questa attività?
Un giorno vorrei smettere di fare il tassista. Il lavoro è duro e io sto invecchiando.
Avrei il progetto di trasferirmi in campagna dove vivevano i miei genitori. Vorrei costruirmi una piccola casa nella Comarca di Norwin de Inglaterra, a circa 30 minuti di bus dal centro e comprare un mulino per macinare farina e produrre tortillas.
Non ho ancora i soldi per comprare il materiale necessario, ma sto lavorando a più non posso e un giorno realizzerò il mio sogno. Non so quando, ma accadrà.

Damiano Crosaro
Progetto Futuro Giovane
Casco Bianco Nicaragua

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