giovedì 28 giugno 2012

La fiera del grano all'insegna di "locale è bello"

Il 9 e 10 giugno ho partecipato a una fiera, sperduta in mezzo ai campi e alle piccole comunità contadine che coltivano e trasformano il poco grano prodotto e commercializzato in Bolivia.
La comunità si chiama “Yuraj Molino”, che in Quechua significa “Mulino Bianco”, proprio per la presenza di mulini che macinano i semi di grano per trasformarli in farina.
L’evento era stato organizzato dal Comune di Pocona insieme ad altre istituzioni che si occupano di agricoltura, tra cui anche l’APT, l’Organizzazione economica contadina a sostegno della quale sto svolgendo il mio anno di Servizio civile.
Nel corso dell’incontro di presentazione, APT, attraverso il proprio presidente,ha chiesto di rafforzare le alleanze tra Stato e piccoli produttori di grano di Pocona e ha offerto, in collaborazione con ProgettoMondo Mlal, un rinfresco a base di empanadas integrali e una bibita naturale di orzo.
Il giorno vero e proprio della Fiera, erano stati allestiti vari stand che esponevano dalle sementi di grano alle farine, fino a tutta una serie di prodotti di trasformazione del grano, in primis il pane e poi mille varietà di empanandas, dolci e salate, tortine, ajì di grano (grano bollito e piccante), minestre, il Phiri (grano macinato grossolanamente, bollito e accompagnato da un formaggio fresco), verdure, carne, formaggi, ecc … il tutto accompagnato da grano cotto.
Anche APT aveva un suo gazebo in cui erano esposte diverse varietà di pane, le nostre empanadas e i biscotti integrali che hanno avuto un grande successo all’interno della fiera contadina.
Ovviamente in una fiera boliviana non può mancare la musica andina con balli e danze, il tutto rallegrato da bicchieri di chicha, ovvero una bevanda leggermente alcolica a base di mais o di grano, fermentata sottoterra e da queste parti consumata in grandi quantità.
Sono stati due giorni molto importanti per Pocona, ma anche per la stessa Bolivia, visto che secondo i dati della Fao il primo prodotto importato dall’estero è proprio la farina di grano, mentre al secondo posto c’è il grano stesso.
Si è trattato dunque di un evento importante per poter mettere a fuoco un prodotto come il grano, elemento base della dieta boliviana, sudamericana e del mondo intero. Inoltre si è trasformato in un momento fondamentale per evidenziare le difficoltà e le preoccupazioni dei piccoli produttori di grano boliviani, che non sempre sono provvisti di tutti gli strumenti adeguati per rendere il più efficiente possibile la coltivazione, dalla semina, alla raccolta, fino allo stoccaggio e alla trasformazione del prodotto.
La Fiera si è svolta non a caso in uno dei principali dipartimenti di produzione di grano, cioè quello di Cochabamba, oltre a quelli di Potosì, Sucre e Tarija.
Anche se le zone sono vaste non coprono tutta la richiesta che si fa all’estero di questo cereale. In tutta la zona sud del dipartimento cochabambino, chiamata Valle Alto, la maggior parte dei terreni sono messi a grano, oltre a coltivare patate, fave, ecc … Ed è una risorsa fondamentale per il Paese, che al giorno d’oggi non è ancora autosufficiente in materia di farina, tanto che l’80% di questo prodotto proviene dall’estero, quasi esclusivamente dall’Argentina a prezzi di mercato molto agibili.
La Bolivia deve dunque iniziare a muoversi, attraverso politiche statali mirate a favore la produzione e la commercializzazione di questa risorsa; e lo si deve fare partendo dal basso, dai piccoli proprietari terrieri che, attraverso le giuste alleanza, devono riuscire a valorizzare il loro proprio grano, farlo conoscere e cominciare a credere che in Bolivia, un giorno, si potranno produrre grano e derivati senza dovere più essere dipendenti da altri Paesi esteri.

Stefano Scrocco
Casco Bianco Bolivia
ProgettoMondo Mlal

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