giovedì 21 giugno 2012

2013 anno internazionale della Quinoa, il grano andino “madre di tutti i semi”

Mercoledì 6 giugno a Cochabamba, Bolivia, si è conclusa, dopo 3 giorni intensi, la 42° Assemblea Generale dell’OEA, Organizzazione degli Stati Americani.
L’incontro si è concluso positivamente per quanto riguarda il tema principale del Forum, ovvero la sicurezza alimentare del continente americano e il diritto di accesso all’acqua potabile come diritto fondamentale per qualsiasi essere umano. È stata infatti approvata per acclamazione dai 18 paesi presenti la “Dichiarazione di Cochabamba”, con eccezione di Chile e USA.
Inoltre, è passata anche una risoluzione proposta dal Governo boliviano che dichiara il 2013 come “Anno Internazionale della Quinoa” e proclama Evo Morales, presidente dello stato plurinazionale della Bolivia, ad ambasciatore onorario della FAO.
Altro passo importante è stata l’approvazione di una risoluzione che mira al rispetto concreto nel continente dei diritti umani. Secondo il ministro degli esteri boliviano, David Choquehuanca, la Dichiarazione di Cochabamba permette un avanzamento decisivo verso il compimento dei diritti dei popoli, nonché una tappa fondamentale per la definizione di politiche e strategie congiunte che garantiscano uno sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, e un’alimentazione equa e sana.
La 42° Assemblea Generale dell’OEA ha adottato la Carta Sociale dei popoli americani, proposta nel 2001 e promossa dal Venezuela per dare impulso allo sviluppo integrale della regione.
L’articolo 1 della suddetta Carta è molto chiaro al riguardo: "il popolo americano ha una legittima aspirazione per la giustizia sociale e i loro governi hanno la responsabilità di promuoverla. Il popolo americano ha il diritto allo sviluppo in un quadro di solidarietà, equità, pace, libertà, e gli Stati l'obbligo di promuoverle, al fine di sradicare la povertà, soprattutto la povertà estrema, e di raggiungere standard di vita decenti per tutte le persone".
Il documento, più in generale, pone enfasi sullo sviluppo sociale, le pari opportunità e il principio di non discriminazione. "Gli Stati membri hanno la responsabilità di sviluppare e attuare politiche e programmi di protezione sociale, sulla base dei principi di universalità, solidarietà, non discriminazione e uguaglianza". Esso prevede inoltre che "gli Stati riconoscano il contributo dei popoli indigeni e delle comunità migranti di origine africana, nonché il processo storico in divenire e la promozione del suo valore".
Nel testo vengono inoltre sottolineate la solidarietà e la cooperazione regionale. "Gli Stati membri, ispirandosi ai principi di inter-americana solidarietà e di cooperazione reciproca, si impegnano a lavorare insieme per raggiungere la giustizia sociale nelle relazioni internazionali e garantire ai loro popoli un complessivo sviluppo, condizioni essenziali per la pace e la sicurezza".
Il documento conclude che: "lo sviluppo integrale comprende, tra gli altri, lo sviluppo economico, sociale, educativo, culturale, scientifico, tecnologico, il lavoro, la salute e l’ambiente. Uno sviluppo integrale e sostenibile che deve essere ottenuto nell’emisfero, e devono inoltre essere chiari gli obiettivi che ogni paese si prefigge di raggiungere per arrivare al medesimo scopo concertato”.
Altra tappa molto importante è stato l’annuncio ufficiale da parte delle Nazioni Unite che il 2013 sarà l’anno internazionale della Quinoa, il “supercereale” che secondo l’Onu potrebbe contribuire più di altri alimenti a garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e lo sradicamento della povertà nel pianeta.
Jose Graziano da Silva, direttore generale della Fao, ha dichiarato il 2013 l’Anno internazionale della Quinoa per focalizzare l’attenzione del mondo sul ruolo di questa pianta erbacea della stessa famiglia degli spinaci o della barbabietola, ma che, pur non essendo un cereale, può essere utilizzata in modo simile a questi e quindi viene considerata uno “pseudo” cereale, sottolineando come la Quinoa oltre a essere una sorta di grano con alti livelli di proteine e componenti micronutrienti possiede una “straordinaria capacità di adattamento” a climi differenti. È un alimento particolarmente dotato di proprietà nutritive, contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco, è anche un’ottima fonte di proteine vegetali; contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi.
Il segretario generale della Fao ha precisato che la Quinoa può essere coltivata a 4000 metri di altitudine, resiste anche a bassissime temperature ed è il cereale che ha meno bisogno di acqua per essere coltivato.
È da sottolineare il fatto che la Bolivia è il primo produttore ed esportatore al mondo di Quinoa, e negli ultimi anni la produzione e le conoscenze su questa antica coltura hanno compiuto grandi passi in avanti, anche grazie alla politica di incentivi avviata dal governo dello stato plurinazionale boliviano per coltivarla. Inoltre questo alimento è secolarmente un elemento importantissimo della dieta boliviana, dalle vette dell’altopiano ai territori delle valli, da Oriente a Occidente. Difatti per il suo buon apporto proteico costituisce da sempre l’alimento base per le popolazioni andine, gli Inca chiamano la quinoa “chisiya mama” che in quechua vuol dire “madre di tutti i semi”.
Per concludere, in questi 3 giorni intensi di dibattiti e di lavori, che hanno anche visto un’importante partecipazione giovanile e una concreta attenzione dell’opinione pubblica boliviana e americana in generale a tali tematiche, sono stati compiuti importanti passi in avanti per risolvere quella che purtroppo ancora oggi rappresenta una delle piaghe più grandi del nostro pianeta, ovvero la denutrizione e il non rispetto dei diritti umani. Grazie a questi accordi multilaterali c’è la speranza che nei prossimi anni l’impegno degli stati dell’emisfero sia ancor più concreto e forte, e che in maniera congiunta si possa realmente arrivare a eliminare drasticamente povertà e malnutrizione nel continente, con la consapevolezza che tali sforzi devono essere comuni, e che solo esprimendo un’unica voce e una politica congiunta si possa davvero arrivare al traguardo nel minor tempo possibile.

Cos’è l’OEA
L’Organizzazione degli Stati Americani è la più antica organizzazione regionale del mondo e risale alla Prima Conferenza Internazionale che si è tenuta a Washington DC nell’ottobre del 1889.
In quella data si è deciso di creare l'Unione Internazionale delle Repubbliche americane e si è cominciato a tessere una rete di regole e istituzioni che divenne nota come "sistema americano", il più antico sistema istituzionale internazionale.
L'OEA è stata fondata nel 1948, quando si è firmata a Bogotà, Colombia, la Carta dell' Organizzazione degli Stati Americani, che è entrata in vigore nel dicembre del 1951. Successivamente, la Carta è stata modificata dal protocollo di Buenos Aires, firmato nel 1967, ed entrato in vigore nel febbraio dello stesso anno; in seguito modificata nel 1970 dal Protocollo di Cartagena de Indias, firmato nel 1985, entrato in vigore nel novembre del 1988; dal protocollo Managua, firmato nel 1993, entrato in vigore nel gennaio del 1996, e dal Protocollo di Washington, firmato nel 1992, entrato in vigore nel settembre del 1997.
L'organizzazione è stata fondata con l'obiettivo, previsto dall'articolo 1 della Carta, "di creare un ordine di pace e giustizia, per promuovere la solidarietà dei suoi Stati membri, per rafforzare la loro collaborazione e difendere la propria sovranità, integrità territoriale e indipendenza".
Per raggiungere i suoi scopi principali, l'OEA si basa sui suoi pilastri fondamentali che sono la democrazia, i diritti umani, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile.

Luca Di Chiara
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal
Progetto Bienvenidos!

1 commento: