venerdì 6 aprile 2012

Bolivia, la scommessa del pane

Sull’autobus “J” (Jota) oggi non c’è molta gente. È un autobus di origine nord-americana, colorato esternamente di rosso, giallo e blu, una marmitta da cambiare, sedili e ammortizzatori del tutto discutibili. In compenso c’è in radio una buona musica latina, dunque prendiamo posto, almeno dove ci sto con le gambe.
Qui le fermate degli autobus non esistono, quando lo vedi passare alzi il braccio e questo si ferma, così come quando vuoi scendere, l’autista ti fa scendere quando gli fai cenno con una frase del tipo “voy a bajar”, oppure “a la esquina por favor”. Scendiamo all’angolo, dove via Ayacucho incrocia perpendicolarmente via Heroinas, due vie che tagliano in due la città e che sono fondamentali per orientarti, soprattutto nelle città trafficate, grandi, che sono divise tutte alla stessa maniera…
Io e Luca, attraversiamo il centro, passando per la piazza principale, ovvero piazza 14 Settembre. Abbiamo da sbrigare alcune commissioni per la nostra Ong, e poi i nostri percorsi si dividono: Luca va verso l’ufficio di Red Tusoco (nostro partner per quanto riguarda il Progetto di turismo comunitario Bienvenidos!) e io mi avvio con il bus 18 nel Barrio El Molino, zona “Valle Hermoso” verso la sede dell’A.P.T., l’Associazione Produttori di Grano che ospita a piano terra anche la panetteria dove, in qualità di Casco Bianco ProgettoMondo Mlal, sto prestando da un mese il mio servizio civile, e che ogni giorno produce pane, le famose empanadas, e i biscotti integrali.
La sede è a sud della città di Cochabamba, in periferia, un quartiere povero dove non c’è una strada asfaltata. La panetteria, avendo l’Apt appena cambiato il proprio direttivo, è ancora molto disorganizzata, a volte non sa quanto pane fare, il personale non osserva troppo rigorosamente l’orario di lavoro, e la mattina non si inizia mai a lavorare davvero presto...
Inoltre è anche poco tempo che usano la macchina per produrre il pane e non sanno usare quella per fare i biscotti, in compenso però già si sfornano delle ottime pagnotte e delle empanadas ripiene al formaggio.
Così, man mano che mi avvicino, il profumo del pane caldo inizia a metterti l’acquolina in bocca, il negozietto è già aperto con appesi all’esterno i vari manifesti per incentivare l’attenzione di nuovi clienti mentre, le commesse, molto timide dentro al negozio, se ne stanno quasi nascoste.
Il pane è pronto, dunque prendiamo i cesti di pane e iniziamo a fare il giro delle case e dei piccoli negozietti che circondano il quartiere.
Anche qui in Bolivia la cultura del pane è molto sentita. Ogni giorno si compra pane, e una pagnotta corrisponde più o meno al fabbisogno di una persona. Perciò il pane si vende bene, visto anche il numero consistente di bambini: in media ne vanno via 4-5 pagnotte per famiglia. Però la gente è abituata a ricevere il pane direttamente a casa, e anche se facciamo presente ai nostri clienti che il negozio della panetteria è a soli 100 metri da loro, non cambiano abitudini e non vengono fino al negozio, aspettano che siamo noi a portarglielo. Fino a quasi il tramonto vendiamo tutto il pane e le empanadas.
Torniamo al negozio, diamo una pulita alla panetteria.
Ormai sta calando la sera, ed è meglio prendere il piccolo autobus perché si sa, di sera non è il massimo spostarsi a piedi, soprattutto nei quartieri periferici.
Un pò alla volta, ma con convinzione, insieme a tutto lo staff della panetteria, e soprattutto grazie all’impegno della responsabile del Progetto, Anna Alliod, e grazie al sostegno dell’equipe ProgettoMondo a Cochabamba (il coordinatore Aurelio Danna e i miei colleghi Luca Di Chiara e Martino Bonato, impegnati in altri Progetti), riusciremo senz’altro a far ripartire la panetteria alla grande!

Stefano Scrocco
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Bolivia

2 commenti:

  1. Anonimo28.4.12

    bravissimo Stefano e tutti gli altri! siete generosi e ottimisti, che è quello che ci vuole nella vita...

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  2. ottimo articolo! è bello vedere giovani così impegnati. un saluto caloroso a tutti!

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