martedì 21 febbraio 2012

Chievo Perù. Il mestiere di crescere nel Sud del mondo

Il progetto Chievo-Perù investe, ancora una volta, sul gioco nel suo valore più alto: quello della partecipazione e del riscatto, dello sviluppo psico-fisico e dello scambio, del protagonismo dei ragazzi e quale occasione di affermazione personale.
E infine, anche per un obiettivo più immediato: contribuire a dare lì dove manca.
Con l’iniziativa Chievo-Perù creeremo ad Amauta, nella periferia di Lima, uno campo sportivo multidisciplinare che diventi spazio di incontro e di riparo, luogo ricreativo e opportunità di crescita. Una piastra polifunzionale in cui organizzare partite di calcio per i ragazzi e volley per le ragazze, con spogliatori e servizi igienici; più completeremo alcuni locali di ritrovo per adolescenti e per l’intera comunità in cui garantire iniziative di sostegno allo studio e di formazione.
Crescere è faticoso. Su questo concordano gli educatori di ogni latitudine.
Va da sé che, per ogni bambino, trovarsi a crescere in contesti di privazione, violenza o alto rischio ambientale, è molto più difficile e faticoso.
In Perù il 38% della popolazione ha meno di 18 anni, e di questi 6,5 milioni vive in povertà tanto che, il 33% dei bambini non ha ancora accesso alla scuola primaria. In compenso, nella stessa fascia di età, si stimano quasi 2 milioni i bambini e adolescenti che prestano un’attività lavorativa. Ne consegue che la maggioranza vive la logica della strada. Per carenza di strutture e servizi di base, per le condizioni di povertà della famiglia di origine, per l’assenza di 1 o di entrambi i genitori.
In questi contesti la scuola non è un diritto acquisito e i costi della frequenza rendono l’accesso un lusso. Dunque il quotidiano è scandito dall’opportunità o meno di svolgere un’occupazione di tipo economico con cui contribuire al già magro bilancio famigliare.
Spesso i ragazzi, se coinvolti dignitosamente nel mondo del lavoro, si dimostrano più consapevoli delle proprie condizioni, delle carenze che condizionano la loro crescita, del ruolo che occupano nella società e di quali diritti andrebbero tutelati e salvaguardati a loro nome.
In questo senso, il Sud del mondo, si gioca l’opportunità concreta (che nasce dalla necessità) di potere capovolgere un handicap di partenza trasformandolo in energia positiva, in un protagonismo diretto degli stessi bambini e adolescenti che si uniscono in associazioni fatte da loro stessi e con a cuore i loro stessi interessi.
Ed è appunto sull’impegno e l’esperienza di queste realtà che ProgettoMondo Mlal investe da anni nei propri progetti dedicati all’infanzia della regione andina.
Il programma Il Mestiere di Crescere ha per esempio come partner in Perù, Bolivia e Colombia, le principali associazioni di bambini e adolescenti (Manthoc - Movimiento de adolescentes y niños trabajadores hijos de obreros cristianos (Perù), Fundacion del Pequeno Trabajador y Fundacion Creciendos Unidos (Colombia), ong Cuna che in Bolivia appoggia MODENATs e LIONATs, movimenti di bambini lavoratori a La Paz e Oruro) che sostengono anche i diritti delle organizzazioni dei bambini lavoratori proprio perché a vario titolo impegnate da tempo nel miglioramento della propria esistenza e nella costruzione di un futuro più dignitoso.
Il contesto ambientale dove si lavora è quello della periferia più estrema o delle aree rurali più svantaggiate. Così, con il ChievoVerona siamo ad Amauta, periferia sorta nel deserto che assedia la metropoli di Lima, cresciuta in 20 anni casupola in legno su casupola, dai diversi colori a seconda del rione, e affastellate tra loro direttamente sulla sabbia. Una periferia priva completamente di acqua, nella maggioranza dei casi di energia elettrica, con accessi che rimangono sentieri scoscesi d’estate e fango vivo d’inverno.
Ad Amauta non ci sono scuole per tutti, non ci sono spazi di accoglienza, né ritrovo, che leghino insieme, per età o per sogni, i ragazzi. Ad Amauta non c’è nemmeno lo spunto per immaginare un cambiamento.

Ecco perché con l’iniziativa Chievo-Perù creeremo ad Amauta uno campo sportivo multidisciplinare che diventi spazio di incontro e di riparo, luogo ricreativo e opportunità di crescita. Una piastra polifunzionale in cui organizzare partite di calcio per i ragazzi e volley per le ragazze, con spogliatori e servizi igienici, più completeremo alcuni locali di ritrovo per adolescenti e per l’intera comunità, in cui garantire iniziative di sostegno allo studio e di formazione.

Un esempio banale di come a certe latitudini un piccolo gesto possa essere assunto come grande. Due settimane fa sono arrivate a Lima una ventina di tshirt da calcio che la squadra veronese manda ai ragazzi coinvolti nel progetto. A differenza di quanto avrebbero fatto da noi… i giovani di Amauta non se le sono subito spartite tra i presenti. Questi ragazzi hanno organizzato un combattuto torneo sportivo, con finalissima in programma per il 25 febbraio sul campo “centrale”, la strada di Amauta.
Solo i vincitori avranno la tshirt del Chievo Verona. Perché, diventare grandi in Perù, è ancora un mestiere in cui vale la pena investire fatica!
La nostra volontà è quella di aiutare, educare e far divertire i ragazzi, in piena coerenza con i valori sportivi e morali cui ci ispiriamo.
“L’impegno del Chievo – conferma il Presidente Luca Campedelli – è quello di sostenere progetti concreti destinati a bambini e adolescenti. La nostra volontà è quella di aiutare, educare e far divertire i ragazzi, in piena coerenza con i valori sportivi e morali cui ci ispiriamo.
Chievo – Perù sarà un progetto che la società sosterrà per i prossimi tre anni e sarà parte integrante di tutte le nostre attività, dal settore giovanile alle scuole calcio, dalla prima squadra a CuoreChievo, rappresentativa dei nostri ex-calciatori, dagli eventi allo stadio al merchandising speciale. Dedicheremo inoltre un calendario di partite amichevoli ed eventi ad hoc destinati alla raccolta fondi. Ultimo, ma non meno importante, lo scambio delegazioni sportive fra i due paesi”.
Testimonial del progetto per la prima squadra sarà il centrocampista Rinaldo Cruzado, che saprà raccontare il suo Perù e la sua Lima.

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