lunedì 12 settembre 2011

Qalauma: la riabilitazione (non) è un gioco da ragazzi

Sono passate tre settimane dall’apertura di Qalauma, il primo centro di reinserimento sociale per adolescenti in stato di detenzione in Bolivia che, dopo l’inaugurazione ufficiale di fine febbraio scorso, adesso si sta popolando dei primi 28 ospiti.
Provengono tutti dalla realtà penitenziaria di La Paz, e ciò significa che portano con sé problematiche legate alla loro permanenza nel penale di San Pedro, una vera e propria città nella città dotata di regole e abitudini assolutamente uniche nel loro genere.
Al suo interno, infatti, i ragazzi si trovavano costretti a pagare l’affitto della propria cella, i pasti e perfino le cure in caso di infortuni e malattie.
Allo stesso tempo, la convivenza forzata con detenuti adulti ha fatto sì che molti dei “giovani trasgressori” a cui ProgettoMondo Mlal sta ora offrendo una concreta alternativa, abbiano cominciato a consumare sostanze stupefacenti di vario genere (all’interno del San Pedro sono presenti numerosi laboratori artigianali che producono cocaina e pasta base da vendere alla popolazione carceraria o alle persone in visita), o che ne incrementassero l’uso qualora fossero già dipendenti.
Così, al momento dell’ingresso nel Centro, i problemi a cui far fronte con urgenza sono innanzitutto lo stato di salute dei ragazzi (contiamo vari casi di denutrizione e perfino un caso di tubercolosi) e le frequenti crisi d’astinenza.
Naturalmente, tutte le “scorte” portate dal San Pedro sono state sequestrate nel corso della perquisizione d’ingresso, ma questa misura di precauzione non può e non deve essere ritenuta sufficiente: la dipendenza dalle droghe è infatti un problema delicato e dalle radici profonde e difficili da estirpare.
Purtroppo, l’appoggio dello stato è ancora debole, tuttora mancano figure fondamentali come psicologi e terapisti specializzati, ma l’èquipe Qalauma cerca comunque di dare il meglio e mettere in gioco tutte le proprie competenze, conoscenze ed esperienze professionali far sì che il periodo di adattamento dei ragazzi possa, nei limiti delle possibilità, trascorrere tranquillamente ed essere un buon punto di partenza per il loro percorso di reinserimento sociale.
I ragazzi, in buona parte, stanno reagendo con entusiasmo e forza di volontà al cambiamento avvenuto nelle loro vite, partecipando con interesse alle attività proposte in questa prima fase: dalle lezioni di agronomia alla pratica all’interno delle serre, passando per la proiezione di film e documentari per arrivare allo sport, alle lezioni di origami e alla piccola panetteria di auto-sostentamento allestita nell’ultima settimana con l’aiuto di Diego Cinti, volontario in servizio civile per ProgettoMondo Mlal.
Le giornate a Qalauma trascorrono fra un momento d’ira dovuto all’astinenza e la delicatezza nel trapiantare i primi germogli nella serra, tra la perdita di pazienza di fronte a un origami ritenuto impossibile e i pranzi rimandati volontariamente pur di non perdere d’occhio la lievitazione del pane. Tra le proteste per il Monopoli messo nel cassetto e quelle di chi vuole “ancora cinque minuti” per finire di copiare sul suo quaderno una poesia di Neruda.
I ragazzi sono imprevedibili, non è facile stare al passo con i loro bisogni e continui cambiamenti d’umore, ma è questo a rendere ogni giornata unica e diversa dalle altre e a offrire continue occasioni di crescita anche a chi li segue.

Simona Durzu,
casco bianco di ProgettoMondo Mlal in Bolivia

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