martedì 14 dicembre 2010

Argentina, scoppia la violenza per il diritto alla casa

Dalla città di Buenos Aires alla provincia di Formosa, le ultime due settimane in Argentina sono state teatro di violenti scontri. E il motivo scatenante è sempre lo stesso: la mancanza dello spazio vitale.



Il sistema economico in Argentina impedisce a grandissima parte della popolazione di accedere a un credito bancario per poter comprare un terreno su cui costruire una casa e così ottenere quello che è un diritto universale: l’accesso a un habitat dignitoso.
La conseguenza è che molte famiglie, per attirare l'attenzione del governo, finiscono spesso con l’occupare massivamente terreni edificabili, segnando i lotti e chiedendo un intervento dello stato per risolvere la loro situazione.
In alcuni casi ciò accade con la negoziazione. È così a Córdoba dove il programma di cooperazione allo sviluppo di ProgettoMondo Mlal, “Habitando”, sta lavorando con una cooperativa di famiglie che, dopo 10 anni di lotta e sgomberi è riuscita a ottenere il titolo di proprietà su un terreno che aveva occupato. Ed è così anche a Rio Cuarto, altro municipio che collabora con la nostra organizzazione e dove, dopo l’invasione di un terreno da parte di 300 famiglie, l’amministrazione comunale ha preso la decisione di iniziare a realizzare un ampio progetto di edilizia popolare in favore dei settori poveri.
Ma purtroppo non sempre le cose vanno a buon fine. Ci sono casi in cui le situazioni mal gestite dal governo sfociano in grandi scontri e tragedie come appunto è successo in questi ultimi giorni nella città di Buenos Aires e nella provincia di Formosa.
Alcuni giorni fa un gruppo di famiglie appartenenti a Villa Soldati, zona poverissima di Buenos Aires, hanno occupato il vicino parco Indomaricano, da molti anni abbandonato, rivendicando la necessità di casa e di terra.
La risposta del sindaco di Buenos Aires, attraverso l’intervento della polizia, ha causato violentissimi scontri che hanno provocato la morte di quattro persone e il ferimento di moltissime altre oltre a fomentare un intenso momento di scontro in tutto il quartiere e più in generale a livello politico nel Paese.
La presidente Cristina Fernandez ha condannato i fatti accaduti e convocato il sindaco Macri per capire le motivazioni dei violenti scontri e cercare di risolvere la situazione, offrendo anche nuovi terreni per le famiglie occupanti.
Purtroppo quest’ultimo scontro non è il primo avvenuto di recente. Il 25 novembre scorso, infatti, sempre nella provincia di Formosa, un gruppo di oltre 600 indigeni della comunità Toba ha bloccato il traffico stradale occupando un’importante arteria del paese, rivendicando la proprietà su quelle che considerano le terre originarie del loro popolo e che per questo spettano loro di diritto.
Anche in questo caso, contrariamente alle proibizioni di sgombero citate nella legge Nazionale 26.160 in materia di assegnazione delle terre originarie alla popolazione aborigena, la polizia è intervenuta per liberare la zona. Il risultato degli scontri ha visto la morte di tre persone e il ferimento di altre 50.
La situazione è critica e tensioni come queste sono all’ordine del giorno in Argentina. Un paese enormemente ricco di terra ma che non offre in modo uguale ai cittadini la possibilità di accedervi, né tantomeno agli enti locali gli strumenti necessari a gestirla.
È arrivato il momento di iniziare a prendere decisioni adeguate per risolvere le necessità di migliaia di famiglie o per lo meno proibire i violenti sgomberi che pone in atto la polizia, violando i più elementari diritti umani.
Una buona notizia arriva dalla provincia di Salta, nel nord del paese, dove pochi gioni fa è stata votata e approvata dal governo regionale una legge che vieta qualsiasi tipo di sgombero in tutta la regione, ai danni delle famiglie di contadini senza terra che occupano abusivamente diverse zone.
Un esempio importante da seguire per cercare di risolvere queste difficili situazioni con il dialogo e non con la violenza.

Nicola Bellin,
ProgettoMondo Mlal Argentina

1 commento:

  1. Nicola Bellin16.12.10

    In merito all'invasione di terra a Buenos Aires, che nel corso del finesettimana aveva visto un incremento con altre 6 zone occupate da oltre 13.000 persone, lo scorso martedì il governo Nazionale e quello locale hanno raggiunto un accordo.
    I due governi andranno a cofinanziare e realizzare piani di edilizia popolare in favore delle famiglie occupanti, che sono state nel frattempo censite.
    Allo stesso tempo è stata condannata l'occupazione come metodo per risolvere la necessità di terra e si è avvertita la popolazione che in caso di future invasioni, gli occupanti saranno esclusi da eventuali piani di edilizia popolare.
    Sembra si vada verso una soluzione comune, staremo a vedere gli sviluppi dei prossimi giorni.

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