martedì 7 settembre 2010

La rivolta organizzata via sms? In Mozambico si spengono i cellulari

Proprio ieri il governo mozambicano si era trovato costretto ad ammettere pubblicamente che il bilancio delle manifestazioni popolari, scoppiate tra l’1 e il 2 settembre a Maputo, a causa del rincaro di pane, luce e acqua, è ulteriormente cresciuto. Infatti in queste ore i morti sono saliti a 13 e quasi 400 sono i feriti.
Ma il segnale più importante è arrivato oggi e lo pubblica in prima pagina anche il quotidiano Verdade (www.verdade.co.mz). “Dopo le manifestazioni popolari il governo congela l’aumento dei prezzi”. Secondo il ministro della Pianificazione e dello Sviluppo, Aiuba Cuereneia, grazie a una nuova “sovvenzione” il prezzo del pane rimarrà invariato.

Dunque un primo netto retromarcia ufficiale rispetto alla decisione delle scorse settimane di aumentare del 40% il prezzo del pane. “La manifestazione popolare ha indubbiamente raggiunto il suo obiettivo. Sarà però interessante seguire ora – è il commento del direttore di ProgettoMondo Mlal Valentino Piazzale decisioni del governo rispetto alle pressioni che indubbiamente sta subendo dal Fondo Monetario Internazionale che in questa fase chiede la liberalizzazione dei prezzi e appunto il taglio delle sovvenzioni”.
Parallelamente, però, anche un segnale opposto: “Servizio di Sms fuori servizio in Mozambico”. Sempre secondo il quotidiano “Verdade” nel corso degli ultimi due giorni si è rivelato per tutti impossibile mandare o ricevere messaggi con il cellulare. La stessa redazione –si legge- è stata subissata di chiamate di protesta o richiesta di spiegazioni. A fronte di questo gli operatori di telefonia mobile hanno già smentito un loro coinvolgimento e/o disservizio.
Ma è andata proprio così. Un’ulteriore indicazione della debolezza del governo e del peso che ha avuto la posizione espressa a livello popolare.
La manifestazione del primo settembre era infatti stata organizzata esclusivamente sulla base del passaparola. Tanti messaggini Sms che in un battibaleno si erano moltiplicati e portando nelle strade migliaia di manifestanti. E nel corso del fine settimana, complice il silenzio del governo, erano ricominciati gli sms con una nuova chiamata a manifestare per le prossime ore.
Di chi sia la responsabilità del blocco degli sms è difficile dirlo. Certo è che suona come una censura. Dall’introduzione della telefonia mobile, anno dopo anno, nel Sud del mondo questo strumento di comunicazione è diventato una vera e propria opportunità di fare rete, di fare sentire la propria voce, di partecipare, appunto.
E dunque la notizia di oggi è anche che la piazza globale del Mozambico fa paura.

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