giovedì 8 luglio 2010

Emergenza casa, la carica dei 300

Il progetto Habitando lavora in molti comuni della provincia di Córdoba e di Santa Fe. Territori molto diversi l’uno dall’altro, con bisogni e storie diverse, ma tutti con molte famiglie che vivono condizioni abitative difficili, senza servizi igienici, acqua potabile e corrente elettrica.
Soprattutto nelle periferie delle grandi e piccole città, la situazione è realmente grave. Dove c’è un bisogno c’è anche un diritto, e la gente chiede che venga rispettato. Così, pur di ottenere una casa dignitosa o imporre nel silenzio assoluto la propria voce, se posti di fronte a situazioni di frustrazione e di esasperazione, alcuni ricorrono anche ad iniziative forti!
Un episodio di questo tipo si é verificato nei primi giorni di giugno quando, a Río Cuarto, un Comune di circa 300.000 abitanti in cui ProgettoMondo Mlal è presente con il progetto Habitando, circa 300 famiglie disperate a causa dell’enorme carenza di case, e probabilmente esauste delle troppe promesse del governo non mantenute, hanno deciso di prendere in mano la situazione a modo loro.
A decine, dunque, hanno lasciato la favela (qui detta “villa”) in cui vivevano in baracche provvisorie e hanno occupato 10 ettari di terreno libero, segnandosi ciascuna a modo suo il perimetro su cui un giorno costruire una nuova abitazione, una casa per la propria famiglia.
I terreni occupati, però, sono almeno in parte privati e la denuncia di usurpazione è perciò immediatamente arrivata alle autorità.
Naturalmente la questione è ora molto delicata. Tutte queste persone, le rispettive famiglie, hanno bisogno di avere una risposta seria. Infatti, pur davanti a un massiccio intervento della polizia inviata a garantire l’ordine, nessuno degli occupanti ha desistito e, anzi, ha continuato l’occupazione tutt’ora in atto.
Ciascuna di queste persone avrebbe molto da raccontare, molto da rivendicare e anche da proporre. Ammettono di essersi stancati di aspettare la tanto promessa costruzione di nuove abitazioni.
Nelle ultime ore, attraverso i propri portavoce, Susana Bustos e Gastón Azcurra, gli occupanti hanno tenuto a precisare: ”Non vogliamo rubare niente a nessuno. Pagheremo regolarmente le tasse e non edificheremo l’ennesima favela. Vogliamo un nuovo quartiere che rappresenti una reale possibilità di futuro per i nostri giovani, che in questo modo non si sentirebbero più esclusi dalla società, lasciati ai margini di una favela”.
Il progetto Habitando con la sua equipe, seguono con attenzione e cautela la vicenda per comprendere come stiano esattamente le cose e per cercare, se risultasse possibile, di costruire insieme al Municipio una risposta adatta alla situazione.
L’ennesimo episodio di questo tipo, peraltro diffuso nelle grandi periferie sudamericane, testimonia quanto sia importante che le autorità si facciano interpreti anche di quanti hanno bisogno di una casa e ragionino insieme su quali potrebbero essere i provvedimenti adeguati che consentano di affrontare l’emergenza abitativa con la partecipazione di entrambi. Speriamo insomma che si possa sfruttare questa situazione limite per crescere anche politicamente e non per fare intervenire, ancora una volta, la polizia con l’ordine di sgombero.

Nicola Bellin
ProgettoMondo Mlal Argentina

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