lunedì 21 giugno 2010

Sport e diritti umani, il Brasile si prepara al 2014

Rio de Janeiro - Nei prossimi sei anni, il Brasile ospiterà due dei più importanti eventi sportivi mondiali: la Coppa del Mondo di Calcio nel 2014 e le Olimpiadi e Paraolimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016.
Secondo le stime del Ministero del Turismo, la Coppa del Mondo porterà in Brasile tra i 500 ed i 600 mila turisti. Le Olimpiadi di Rio il 15% in più.
Dietro a tanta euforia, però, c’è una seria preoccupazione del governo e delle organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti dell’infanzia per quanto l’immenso movimento finanziario, e la grande concentrazione di persone nel Paese, possano costituire un nuovo rischio per i bambini e gli adolescenti in situazioni di vulnerabilità. Preoccupazione che, peraltro, ha motivo d’essere, visto che le precedenti edizioni dei 2 eventi mondiali hanno registrato un preoccupante aumento di casi di violazioni dei diritti dell’infanzia. L’Unicef, ad esempio, calcola in circa 38 mila bambini e adolescenti le potenziali vittime dei diversi tipi di violenza e abuso: dal lavoro minorile allo sfruttamento sessuale.
La Coppa del Mondo 2010, in svolgimento in questi giorni, rappresenta in questo senso un banco di prova fondamentale. Il Brasile può infatti imparare molto dall’esperienza del Sud Africa, soprattutto in tema di sfruttamento sessuale e di traffico di persone. Importante ed esemplare si è rivelato il caso delle circa 200 donne mozambicane, trafficate e ridotte in schiavitù, vittime proprio delle dinamiche venutesi a creare a ridosso dell’evento sportivo.
Ora basti pensare che, fino al 2014, ben 12 capitali brasiliane, saranno protagoniste di grandi opere: Belo Horizonte, Brasília, Cuiabá, Curitiba, Fortaleza, Manaus, Natal, Porto Alegre, Recife, Rio de Janeiro, Salvador e São Paolo. E che, tradizionalmente i cantieri - dato il grande flusso di mano d’opera maschile - diventano centri attrattivi per l’industria del sesso. Così, anche se questo fenomeno è più comune in città di piccole e medie dimensioni, è imprescindibile considerare il rischio che questa situazione può rappresentare per bambini ed adolescenti anche nelle grandi città.
In questi mesi, a Rio, si moltiplicano gli appuntamenti di approfondimento su questi temi, come per il Seminario, dedicato allo scambio di esperienze sulle Olimpiadi e sulla promozione internazionale, tenutosi il 6 maggio scorso.
Per queste ragioni, nell’ambito del Programma Nazionale di Lotta alla Violenza Sessuale contro Bambini e Adolescenti, il governo sta elaborando un vero e proprio Piano di prevenzione, assegnando la realizzazione di studi e mobilitando le reti locali del “Programma di Azioni Integrate e Referenziali di Lotta allo Sfruttamento Sessuale sul Territorio Brasiliano” (Pair).
Naturalmente, queste iniziative, devono essere varate e riportate nella vita di ogni giorno, al più presto. Perché valore ed efficacia di queste misure preventive sono necessariamente legate alla partecipazione attiva della società civile, e soprattutto del settore privato.
Un passo in questa direzione può esser costituito dallo sviluppo di un vero e proprio “patto di cooperazione” tra governo e le imprese già incaricate della realizzazione delle grandi opere.
Un’altra proposta è rappresentata dalla creazione, all’interno delle imprese, di Commissioni “ad hoc” per la tutela e il monitoraggio dei diritti umani e con il compito di elaborare un codice interno di condotta etica.
L’iniziativa di maggior rilievo, fino ad ora, appare quella messa in campo dal Progetto di formazione “Turismo e Prevenzione allo Sfruttamento Sessuale di Bambini ed Adolescenti“, presentato lo scorso 30 marzo, e nato da una collaborazione tra Ministero del Turismo e Università di Brasilia. Il Ministero investirà 3,7 milioni di reais (circa 1.600.000 €) per sensibilizzare, attraverso 480 professionisti del settore turistico, la popolazione di 17 stati, nel tentativo di incentivare attenzione e denuncia rispetto ai casi di sfruttamento.
Da parte delle istituzioni, e della popolazione in generale, è palpabile la volontà di giocarsi queste due grandi opportunità sportive, per cancellare nell’opinione pubblica internazionale l’immagine di Paese arretrato, meta di turismo sessuale, lavoro minorile e violenza urbana.
La buona attività di comunicazione è risultata decisiva nella scelta del Brasile come sede dei due eventi. Vinta perciò la prima tappa, nella quale si è saputo approfittare delle condizioni storiche, politiche ed economiche per esaltare, convincere e vendere il Paese come luogo “ideale”, ecco adesso delinearsi una sfida ben più grande: sapere affrontare tutte le prossime questioni sociali, urbanistiche, ambientali e politiche, e saperne approfittare per realizzare, in un lasso di tempo relativamente ridotto, cambiamenti monumentali in tema di infrastrutture, trasporto, sicurezza e servizi. Sempre nella speranza –s’intende- che, queste mutazioni, sopravvivano alla Coppa del Mondo e alle Olimpiadi. Per contribuire davvero a quando recita lo slogan della Campagna 2010 del governo federale, ovvero a “un Brasile migliore per tutti”.

Sarah Reggianini
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal Brasile

1 commento:

  1. Anonimo17.7.10

    Forza Sarah! Un abbraccio
    Paolo Mandrioli e Delia Fernandez

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