lunedì 1 marzo 2010

Léogane, oggi cittadina fatta di lenzuola

Léogane si trova a un'ora da Port au Prince, il 95% delle case sono distrutte, 60 scuole su 61 sono inagibili. Siamo nell'epicentro del terremoto, a destra e a sinistra della strada si succedono ora tendopoli di tutti i tipi. Chi è riuscito a ottenerle, dorme nelle tende (per lo più sono donne con bambini piccoli; anche se quasi tutte le donne haitiane hanno tra i propri figli, almeno uno al di sotto dei 5 anni, e non tutte sono state così "fortunate").
La maggioranza delle persone rimaste senza casa, che qui raggiunge percentuali altissime, per ora è sistemata in accampamenti di fortuna, perlopiù fatti di assi di legno e lenzuola che, con il vento, lasciano intravedere il piccolo rifugio molto provvisorio.
In questa zona operano soprattutto i canadesi, il che permette alla popolazione uno scambio diretto, vista la lingua comune, il francese.
La comunità di Mathieu, dove ProgettoMondo Mlal stava portando avanti il suo ProgettoPiatto di Sicurezza”, si trova qualche chilometro all'interno della strada principale. Tra alberi di banani e coltivazioni di fagioli, un verde insolito per una terra arida come quella haitiana, si nascondono ora infiniti lenzuoli semi trasparenti.
Le case multicolori, che si trovano qua e là tra la vegetazione, sono state tutte duramente colpite dal terremoto . Qui gli aiuti non sono quasi arrivati, i teli cerati che piano piano affluiscono nella capitale, qui li stanno ancora aspettando, e intanto fanno la prova della prossima stagione delle piogge con qualche primo acquazzone. E' una situazione davvero precaria che stona con il verde splendente tutto intorno. Le persone con cui ho avuto modo di parlare, mi portano a vedere le loro nuove sistemazioni in cui non c'è niente di più che 2 metri quadrati di terra e qualche utensile da cucina.
Parlando con loro sembrano meno preoccupate di quanto si possa immaginare. La loro forza di reazione è decisamente fortissima. Le piogge sono "lontane" nonostante loro stessi siano ben consapevoli dei grandi pericoli che porteranno. Ma –paiono dirti- è inutile pensarci con troppo anticipo. Inutile soprattutto se per il momento non si hanno alternative.
Il fatto di essersi ritrovati all'improvviso in una situazione del genere, porta a cambiare anche il modo di vedere le cose, e ora la preoccupazione maggiore è procurarsi il cibo necessario per la giornata, e a sfamare tutta la famiglia. Non da meno è pensare in questo momento a come potersi reinventare un lavoro, ora che quasi tutte le attività sono crollate e soprattutto, a quando riapriranno di nuovo le scuole.
In città, chi se lo può permettere manda i propri figli da maestri privati, ma è inutile dire che è una possibilità davvero remota per il 99% della popolazione, che aspetta metà marzo per vedere se realmente le promesse del governo sulla riapertura delle scuole siano vere, ma in pochi ci credono.
Per questo adesso sono di fondamentale importanza le associazioni di vario tipo che si stanno occupando di organizzare scuole anche di fortuna pur di non far perdere mesi di istruzione a migliaia di bambini.
Ho visitato queste comunità di Léogane un sabato, giorno di mercato e di messa. Un modo per rendersi conto di quanto, in questo momento, serva la spiritualità, di quanto sia importante concentrarsi su uno stare insieme collettivo. Ed è proprio questa l'impressione più forte che si ha andando in giro, ciò che si tocca proprio con mano è la grande volontà di aiutarsi a vicenda, poiché tutti in questo momento, forse come non mai, si trovano nella stessa situazione.
C'è tantissimo da fare, ma soprattutto c'è bisogno che gli aiuti arrivino e che permettano agli haitiani di rendersi indipendenti in tempo breve. Qui e là si sentono progetti interessanti da sviluppare. Progetti che sarebbe stato importante promuovere anche prima del terremoto, ma che adesso diventano di necessità primaria poiché di primaria importanza è tornare oggi a una vita quotidiana, e tornarci consapevoli di quello che si può fare.

Ilaria Di Biagio, fotoreporter
http://www.ilariadibiagio.blogspot.com/

Nessun commento:

Posta un commento