mercoledì 3 febbraio 2010

Una lotta all’ultimo Dirham

Qualche tempo fa sono andata per la prima volta a fare un giro nella Medina di Beni Mellal, il cuore della città: strette viuzze e piccole piazzette piene di negozietti e bancarelle, gente che va e che viene, una confusione vitale e piena di chiasso e odori.
I mercati arabi sono famosi per la contrattazione: il prezzo di una merce è inversamente proporzionale alla pazienza e alla voglia che si ha di ingaggiare una lotta all’ultimo Dirham con il venditore di turno, che davanti alle straniere si sente ancora più autorizzato a tentare di fare l’incasso giornaliero con una sola vendita...! Ma l’aspetto che più mi ha colpito non è la contrattazione in sé, quanto piuttosto il fatto che questa si svolgesse, in maniera ancora più svantaggiosa per noi, non in Dirham, la moneta corrente in Marocco, ma bensì in Riyals,la vecchia moneta fuori circolazione dal 1960 circa. Per intenderci, è come se fra vent’anni in Italia si continuasse a vendere in Lire, per poi afferrare la calcolatrice e tradurre il tutto in Euro. La cosa che più mi ha colpito è che tutti urlano dalle loro bancarelle i prezzi in Riyals, anche i ragazzi di poco più di vent’anni, che non hanno mai conosciuto questa moneta. Dal fruttivendolo vicino casa l’espressione “20 Dirham” ci è stata addirittura presentata come la traduzione in francese di “400 Riyals”! È un fatto che mi incuriosisce e che mi fa riflettere, ci saranno delle ragioni pratiche o politiche dietro questa scelta, o è semplicemente una resistenza al cambiamento, un romantico rimanere attaccati alle piccole cose di un tempo che, in alcuni casi, si conoscono solo indirettamente dai racconti altrui?

Maria Grazia Depalmas, casco bianco ProgettoMondo Mlal in Marocco

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