lunedì 15 febbraio 2010

A Rio contro lo sfruttamento sessuale: prevenzione e formazione

Bambini arrestati senza ragione e senza difesa legale. Morti o portati via dalla strada solo perché poveri, neri e per questo considerati senza diritti. Ma anche bambini vittime di tratta e di sfruttamento sessuale, oltre che del traffico di organi o di quello delle adozioni. È il triste scenario che fa da sfondo ogni giorno alla realtà brasiliana e che, per essere fermato, ha bisogno di una presa di responsabilità prima di tutto da parte dello Stato.
Almeno è quanto pensa Projeto Legal, un'organizzazione non governativa che dal 1993 sviluppa progetti sociali nel campo della difesa, della sicurezza e la promozione dei diritti umani, in particolare di bambini e adolescenti: meno assistenzialismo quindi e più difesa dei dritti umani.
L'organizzazione è partner di ProgettoMondo Mlal nel programma “La strada delle bambine”, nato proprio per arginare lo sfruttamento della prostituzione minorile e prevenire le malattie sessuali.
L'ottica è di muoversi in una prospettiva più qualitativa che quantitativa, nella consapevolezza che i problemi che emergono sono la punta di un iceberg che rivela una serie di responsabilità nascoste.
Da qui l'impegno a lavorare soprattutto nella formazione (sia di insegnanti che di bambini e ragazzi) attraverso professionisti della salute ma persino la polizia stessa, per sensibilizzare e promuovere un controllo sociale, visto come maggiore vigilanza e partecipazione oltre che realizzazione di politiche sociali nuove.
Il direttore esecutivo dell'organizzazione è anche il presidente del consiglio di difesa di bambini e adolescenti dello stato di Rio, considerato il secondo Stato per denunce di abusi e sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti. È qui che si trovano le 3 sedi di Projeto Legal, sia in città che nella periferia a nord dove, soprattutto a Duque De Caxias, mancano servizi e infrastrutture, e le condizioni di vita assomigliano a quelle di una favela.
Proprio in questa zona ProgettoMondo Mlal sta rafforzando il lavoro di mappatura dello sfruttamento sessuale, insieme a quello di formazione sia degli insegnanti che dei giovani, meglio agganciabili proprio tramite il canale della scuola.
Ma il lavoro si fa anche fuori, sulla strada. Per esempio con la campagna promossa sempre da Projeto Legal nei punti di sosta dei camionisti, come i distributori di benzina, là dove l'incontro con le piccole prostitute minorenni è all'ordine del giorno.
In questo senso si cerca di arrivare direttamente all'utenza, per far capire, in questo caso ai camionisti, che andare con una minorenne significa commettere un crimine. Che anche se, come succede, le piccole prostitute pur di guadagnarsi qualcosa da mangiare, li provocano nella loro virilità accusandoli di non essere veri uomini se non accettano un rapporto con loro, si tratta appunto di provocazioni dettate dalla disperazione a cui bisogna saper rispondere con un no fermo.
Il lavoro, certamente, va fatto anche con le famiglie e le comunità locali, parlando di educazione e salute. Perché non accadano episodi in cui le stesse madri svendano le proprie figlie per un bicchiere di birra o per pagare debiti, per esempio, per questioni di droga.
Ma le denunce sono poche, meno del 2%, e per questo è necessario più che mai un lavoro di prevenzione e mappatura del fenomeno.

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