mercoledì 17 febbraio 2010

Marocco: intervenire sull'abbandono scolastico

Sono molti i bambini marocchini della regione di Tadla Azilal che, grazie a progetti di educazione non formale, riescono a raggiungere un buon livello linguistico. Ma per buona parte di loro il passaggio dalla scuola elementare a quella media si rivela poi troppo faticoso, e non solo economicamente.
Béni Mellal è una città del Marocco di oltre 900mila abitanti, collocata tra il Medio Atlante e la pianura. È capoluogo dell'omonima provincia e della regione del Tadla Azilal, centro del problema della migrazione e zona in cui oltre il 60% della popolazione è ancora analfabeta.
In questa regione ProgettoMondo Mlal ha avviato una serie di programmi, sia per combattere l'analfabetismo – specie nelle zone di montagna – sia per dare il via a una seria riflessione sul fenomeno della migrazione.
Per questo il lavoro nelle scuole, oltre che sull'educazione, punta molto anche sullo sviluppo.
Entrare nelle scuole significa entrare nei douar, nei villaggi tipici marocchini e rapportarsi non solo con i bambini, ma con l'intera comunità che anima il villaggio, al cui interno il centro di aggregazione resta sempre la moschea. Un punto di riferimento che, da solo, non è però sufficiente per integrarsi con il resto del paese.
Nelle zone di montagna in cui la nostra associazione ha dato vita a una serie di scuolette di educazione non formale (vale a dire scuole non “statali” i cui studenti devono superare un esame specifico per vedersi riconosciuti i titolo dallo Stato), i bambini parlano infatti vari dialetti berberi e non conoscono quello tipico marocchino (darija).
Ma al problema ormai in parte superato di garantire una corretta formazione linguistica a bambini e ragazzi, negli ultimi tempi sta subentrando quello di assistere a un alto abbandono scolastico nel momento del passaggio alla scuola media. Una scelta che non è dovuta solo a oggettive difficoltà economiche e di lontananza, ma anche alla paura di non riuscire ad affrontare i nuovi insegnanti e più in generale di non potercela fare. Bambini che smettono di andare a scuola perché non si sentono integrati, a loro agio, per la presenza di troppi maestri cui non sono abituati, per genitori che non li sostengono perché non vedono subito risultati concreti.
Da qui la necessità, individuata dal progetto, di andare oltre il recupero della fascia non scolarizzata, e avviare anche un lavoro di monitoraggio per evitare il grande abbandono scolastico.
Un lavoro che vede la scesa in campo dei cosiddetti animatori di prossimità, pronti a intervenire su tre diversi livelli: all'interno delle scuole medie per dare sostegno psicologico e fiducia ai bambini, anche attraverso attività integrate che li mettano al centro di sé e li aiutino a crearsi una personalità; nelle scuole elementari di educazione non formale per dare formazione e accompagnamento agli insegnanti e renderli sempre più coscienti e responsabili del problema; e infine nel momento di passaggio tra la scuola elementare e quella media, anche per facilitare l'entrata nella casa dello studente, necessaria a ospitare chi vive a oltre 50 chilometri dall'edificio scolastico.
Il tutto in sinergia con le scuole pubbliche a cui, naturalmente, l'attività non vuole contrapporsi, ma piuttosto fare in modo che sempre più bambini le frequentino.
In questo senso è una fortuna che con il tempo si siano intensificati i rapporti con l'Accademia regionale di educazione e formazione di Tadla Azilal (una sorta di ufficio scolastico provinciale italiano), già partner istituzionale di ProgettoMondo Mlal e ora sempre più partner operativo, coinvolto nel progetto pilota di lotta all'abbandono scolastico.
In tutto sono 20 i douar interessati: 10 a Beni Mellal e 10 a Tadla Azilal. Per facilitare la comunicazione tra douar e piani di sviluppo locali, regionali e nazionali, l'equipe di animatori promuove uno sviluppo rurale partecipativo che faciliti le relazioni e i contatti. Lo fa attraverso un modello di sviluppo locale dal basso e quindi condiviso dalla popolazione, in ascolto dei suoi stessi bisogni, e cercando di individuare le persone significative - che non sempre corrispondo alle cariche ufficiali – in grado di fare da traino nel percorso che mira a sensibilizzare sempre più la comunità locale sull'importanza di far proseguire gli studi ai più giovani, pensando a un futuro diverso per loro.

1 commento:

  1. spero voi possiate aiutare il mio popolo che finisce troppo spesso in mare alla ricerca di un'isola felice che non trova

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