giovedì 14 gennaio 2010

HAITI: Come faranno?

Ho sentito ieri sera gli amici Camilliani. Cipriano mi ha raccontato dei morti che sono ovunque, dei feriti che si trascinano al loro Centro senza mani, senza piedi, né braccia e che cercano un angolo per terra in attesa di morire…
Mi ha raccontato di centinaia di persone che vagano per strada senza meta, cercando con la disperazione della fame e del dolore, acqua e cibo… E allora è purtroppo obbligatorio chiedersi: ma come faranno a portare l’acqua a Port au Prince?
Come faranno a portare cibo e acqua necessari a sfamare una città di 2 milioni di persone? Una città che era già in ginocchio prima di questo terremoto.
Il ricordo delle baraccopoli arroccate sulle colline, o delle case in mezzo alle fogne a cielo aperto, che si vedevano lungo la strada per Leogane, fa capire quanto sia inverosimile e difficile in questo momento intervenire.
Come faranno a portare acqua e cibo là dove per secoli nessuno ha fatto il minimo sforzo per far sì che le persone avessero acqua e cibo?
Come faranno a ricostruire un Paese che non è mai stato costruito. Ma su cui tutti hanno fatto sempre i propri interessi?

Giuseppe Cocco
ProgettoMondo Mlal Centro America

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