venerdì 8 gennaio 2010

Dal Guatemala: I fantasmi della memoria

Un video che vuole essere un piccolo contributo al riconoscimento e alla difesa della Memoria di un popolo, delle culture e delle tradizioni di intere generazioni che, regimi militari, interessi politici ed economici, avrebbero voluto cancellare dalla storia.
Grazie a un cofinanziamento di Regione Lombardia, Regione Veneto, Provincia di Rovigo, Provincia Autonoma di Trento, ProgettoMondo Mlal ha potuto realizzare “I fantasmi della Memoria, 1975-1993 testimonianze maya Ixil”, video testimonianza con le voci di alcune delle vittime del genocidio perpetuato in Guatemala tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90, quando la repressione dell’esercito contro la resistenza della popolazione indigena trasformò le aree rurali del Paese in un inferno.
Con l’impegno dell’equipe locale, guidata dal capoprogetto Simone Dalmasso, e il lavoro della regista Annamaria Gallone e della Kenzi Production, la nostra associazione ha dunque raccolto nell’area del cosiddetto “triangolo ixil” alcune straordinarie interviste tra donne e uomini che in quegli anni hanno partecipato alla guerriglia in prima persona o che hanno visto morire i propri figli e mariti, tra i giovani d’oggi che ancora vivono tutte le conseguenze psicologiche e sociali di quegli anni. La serietà e l’apparente leggerezza con cui questi testimoni ci hanno raccontato storie altamente drammatiche, rendono questo video uno strumento estremamente prezioso per capire meglio l’animo pacifico e inerme di questo popolo indigeno millenario e l’abnorme ingiustizia di quanto subito.







Di stragi di donne e bambini, indigeni assassinati, case, allevamenti e coltivazioni distrutte parlano anche i documenti militari pubblicati recentemente dall’istituto di ricerca indipendente National Security Archive, della George Washington University. In essi è racchiusa la cosiddetta “Operazione Sofia”, avvenuta nel 1982 a Quichè per opera del generale Rios Montt. Documenti finora tenuti nascosti dal governo guatemalteco, ma che il 2 dicembre scorso sono stati presentati pubblicamente dalla direttrice del Proyecto Guatemala del National Securty Archive, Kate Doyle, all’Audiencia nacional, il tribunale spagnolo che ha messo sotto processo Montt e altri ex funzionari governativi con l’accusa di genocidio.
359 pagine di uccisioni brutali anche di persone non armate, distruzioni e bombardamenti indiscriminati di rifugiati, oltre che di piani operativi, mappe e ordini di servizio. In soli due anni, tra il 1982 e il 1983, i militari sterminarono circa 440 comunità maya.
Secondo Doyle, dai documenti “emerge chiaramente la volontà di causare danno e sofferenza alle comunità indigene. L’esercito considerava le comunità indigene come nemici da annientare nell’ambito della lotta al comunismo”.
Una lotta durata più di trent'anni, e che tra il 1960 e il 1996 è costata la vita a più di 200mila persone.

1 commento:

  1. Altro che "piccolo contributo". E' un grande contributo per mantenere viva la memoria. Complimenti

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