martedì 17 novembre 2009

Martedì 17: cinema africano e non solo

Un incontro ricco di sollecitazioni, tra gli appuntamenti collaterali al Festival di Cinema Africano: “New Africa & diaspora: tra Cinema e arte. La nuova Africa che si fa sentire attraverso la creatività di chi ha cercato il riscatto altrove”.Oggi, martedì 17 novembre, alle 17, nella Biblioteca Civica di via Cappello 43, raccontano le loro esperienze Laye Gaye, regista senegalese residente in Italia, vincitore del Premio “Officina Cinema Sud-Est” di Bologna, edizione 2008 con il cortometraggio Life in the city e Sabrina Morena, responsabile dell’Associazione Spaesati (Trieste) che da anni organizza eventi sul tema delle migrazioni.
Modera l’incontro Giancarlo Beltrame, giornalista, e docente di Semiologia del Cinema all’Università di Verona.

Il Festival compie quest’anno 29 anni e ha deciso di celebrare questa importante ricorrenza dedicando il tema dell’edizione 2009 alla New Africa, una sorta di rénaissance rappresentata da uomini e donne africane che in ogni settore della società sembrano avere un comune denominatore: quello di essere fieri del proprio continente, simbolo di speranza, cultura, intelligenza e vocazione all'innovazione.
Allo stesso tempo, in qualità di “nuovi italiani”, hanno anche la consapevolezza di poter far parte del nostro Paese, contribuendo alla sua crescita grazie alle proprie qualità e al ruolo che compete loro come protagonisti della diaspora africana in veste di artisti, scrittori, pensatori, intellettuali e businessmen. La tavola rotonda di martedì farà il punto su questa realtà dinamica e versatile.
Segue degustazione di prodotti tipici del Carso triestino.

Anche nelle sale, il festival propone un altro personaggio femminile protagonista della “woman renaissance” africana: si tratta di Aicha, al centro del film di Raja Amari Buried Secrets, in programma alle 17,30 al teatro Stimate, seguito da Il était une fois l’indipendence. Nel corso di una storia intimista di coabitazione forzata scopriamo a poco a poco la curiosità della ragazza nei confronti di una misteriosa coppia, uno sguardo su un mondo altro visto con gli occhi di una piccola, grande donna.
Con Trapped Dream di Ubaka Joseph Ugochukwu (alle 20.30 allo Stimate), una delle nuove voci del cinema delle Afriche formatosi nel polo produttivo nigeriano di Nollywood, una delle realtà più attive al mondo dopo Hollywood e Bollywood, affronteremo i dilemmi morali del protagonista Chike, diviso tra il sottobosco del narcotraffico e la relazione con la giovane Amy.
Due nuove opere si aggiungono alla competizione per il miglior corto: Blind Date di Shams Bhanji, inspirato al mito della creazione del popolo Baganda in Uganda, e La Bulle di Mamihasina Raminosoa, surreale tête-à-tête tra un uomo e un insetto intraprendente. Entrambi saranno proiettati allo Stimate dopo Trapped Dream e Me, myself & I.

Nella sezione documentari, la cronaca che ben conosciamo migra dagli schermi televisivi dei tg a quelli cinematografici: U Stisso Sangu di Francesco Di Martino e Sebastiano Adornò tratta infatti degli sbarchi delle carrette del mare sulle coste sudorientali della Sicilia, mentre Via Anelli di Marco Segato si concentra sulla vicenda del noto “ghetto” padovano, uno dei luoghi più immaginati ma meno conosciuti del nordest. I duce documentari potranno essere visionati al Mazziano a partire dalle 20.30.

Ma la programmazione è tutt’altro che finita: chi avesse perso alcune delle pellicole già proiettate, oggi potrà godersi in replica Melagwu, Mon Histoire papy, La jeune femme et l’instit, che, con una variazione di programma, saranno nella sala del Mazziano alle 17.30, invece che al Santa Teresa, dove invece sarà proiettato Sheherazade Tell me a Story seguito, alle 21, da Nothing but the truth e La residence Ylan Ylang.

E per non concludere la serata al termine delle proiezioni, da non perdere l’Afro Party alle 22.30 al Bar Camelot Irish Pub di Via Leoncino 7: serata dance africana con DJ Alix (afriradio.it).

Nessun commento:

Posta un commento