giovedì 22 ottobre 2009

Clima di terrore: Testimonianze da Rio De Janeiro

"Questo è stato l´attacco più drammatico vissuto negli ultimi trent'anni. Sono rimasto a casa in ansia. Sentivo molte persone che gridavano e rumore di spari. Ma adesso la situazione sembra si sia normalizzata”. Poche parole, quelle di Geraldino Felisberto, per descrivere il fine settimana di terrore vissuto a Rio de Janeiro dove i trafficanti hanno abbattuto un elicottero della polizia a colpi di arma da fuoco, causando la morta di tre poliziotti. L'aeronave è stata colpita sabato mattina (17 ottobre), mentre stava recuperando alcuni poliziotti feriti durante la guerra del traffico per il controllo del Morro dos Macacos, a Vila Isabel.
Il pilota è riuscito a evitare che l’elicottero cadesse sopra le case. Subito dopo 8 autobus sono stati incendiati in diversi punti della Zona Nord. “Adesso dobbiamo avere anche paura che un elicottero della polizia colpito dai trafficanti cada tra la gente?” si chiede Paulo Roberto Lima dos Santos.

La guerra del traffico è iniziata quando un bandito della comunità di Vila Cruzeiro, Complexo do Alemão, dal nome Luis Fabiano Atanazio da Silva, ha riunito più di 150 uomini della fazione del Comando Vermelho di 8 favelas per invadere il Morro dos Macacos.
Venerdì pomeriggio la Segreteria di Sicurezza Pubblica, informata del possibile attacco, è entrata nella comunità di Ararà uccidendo 5 trafficanti e tentando di bloccare gli accessi alla comunità dei Macacos. Ma i trafficanti, venerdì notte, sono riusciti comunque a invaderla uccidendo 10 uomini. Tra questi, tre giovani della comunità che stavano tornando a casa, dopo una festa, brutalmente uccisi perché confusi con altri trafficanti, pensando si trattasse di un'imboscata.
Il giorno dopo, sabato mattina, 120 poliziotti sono entrati nel Morro dos Macacos. I banditi hanno aperto il fuoco, cercando di bloccare le entrate a 8 autobus e una macchina (una perdita di un milione di €) e abbattendo un elicottero blindato: una vera e propria guerra civile metropolitana che ha creato un clima di terrore in tutta la città.
“A un certo punto, ho cominciato a contare il numero di spari – racconta Rafael Barros -. Ogni scarica era di circa 15 spari. Quando sono arrivato a 300 ho smesso. E ho contato per soli 10 minuti. Per il tempo che è durato il conflitto a fuoco ci sono state circa 1000 scariche”.

Successivamente il capo del traffico avrebbe chiamato il rivale della favela Rocinha, a São Conrado, avvisando che avevano occupato il Morro dos Macacos e che avrebbero invaso anche la Rocinha se non avessero cambiato di fazione (ADA).

Una guerra iniziata solo due settimane dopo che Rio de Janeiro è stata scelta come sede dei Giochi Olimpici 2016. “Questo è il risultato della Sicurezza Pubblica di Rio de Janeiro – dichiara un altro testimone, che conclude: Viva il 2016! Si salvi chi può”.

FRANCESCA MENEGON, cooperante ProgettoMondo Mlal in Brasile per il progetto "La strada delle bambine"

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