sabato 25 luglio 2009

Zelaya sul confine, tenta il rientro in Honduras

Il presidente Zelaya ha toccato finalmente il suolo honduregno, dopo 26 giorni dal colpo di Stato che prosegue il suo governo illegittimo, pur senza il riconoscimento della comunità internazionale.
Ieri, 24 luglio, mentre il presidente dell'Honduras Manuel Zelaya si dirigeva al posto di frontiera tra il Nicaragua e l'Honduras a Las Manos, migliaia di honduregni pronti a riceverlo sono stati bloccati brutalmente. Al primo posto di controllo, a scarsi chilometri della capitale, le persone sono state obbligate ad abbandonare autobus e automobili. Nonostante questo, in migliaia hanno camminato per vari chilometri – anche senza mangiare - per potere avanzare verso la frontiera.
Alle 11.35 il governo in carica ha decretato, a sorpresa, il coprifuoco nei dipartimenti che confinano con il Nicaragua a partire da mezzogiorno, con sospensione delle garanzie costituzionali e la chiara intenzione di reprimere le manifestazioni e il ricevimento di Zelaya da parte dei suoi sostenitori.
Nelle prime ore del pomeriggio i militari hanno cominciato a sparare e lanciare gas lacrimogeni in vari punti, e si sono confermate due persone ferite con impatti di pallottola, uno all'orecchio e l'altro al braccio: entrambe sono state trasferite all'ospedale di Danlí.

Zelaya, una volta raggiunta la frontiera, ha chiesto ai militari honduregni di poter parlare con il Capo dello Stato Maggiore dell'esercito che lo ha deposto, il Generale Romeo Vázquez. “Mi comunichi con l'alto comando", ha detto al colonnello di fronte alle truppe distaccate nella frontiera che a sua volta ha dichiarato a Zelaya: “Noi non abbiamo niente contro di lei.”
Poco dopo, decine di seguaci sono arrivati dalla montagna che divide le due nazioni.
Alle 16. 50 viene confermato che poliziotti e militari hanno fermato decine di giovani, contadini, uomini e donne. Le persone fermate temono per la loro vita poiché non sanno dove verranno condotte, e i poliziotti si rifiutano di offrire qualsiasi tipo di informazione su dove le porteranno.

PINO DE SETA, cooperante ProgettoMondo Mlal in Honduras

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